In un mondo dove ormai la tecnologia ha accorciato le distanze, è quasi impossibile per chi pensa al proprio futuro professionale, come per esempio uno studente, non fare almeno una volta nella vita, uno stage all’estero.
Il viaggio è un arricchimento a prescindere, sotto tutti i punti di vista.
Nonostante i governi di tutto il mondo innalzino muri sui propri confini, questa triste tendenza va in contrasto con le pulsazioni delle nuove generazioni che tendono invece ad emigrare, a lasciare il proprio paese per i più disparati motivi.
Oggi c’è il desiderio di conoscere posti lontani, di andare in un paese straniero per impararne la lingua e a parte i casi dei popoli più svantaggiati che scappano da situazioni estremamente drammatiche, molti vanno a vivere in luoghi lontani anche solo perché apprezzano la cultura di quel paese specifico o perché quel paese offre opportunità di lavoro più allettanti.
Avere in mano solo la laurea oggi non basta. Oggi servono le specializzazioni, le esperienze: è necessario allargare i propri orizzonti, saper parlare più lingue straniere e conoscere metodologie di lavoro diverse.
A soddisfare tutte queste esigenze è sicuramente l’esperienza di un stage all’estero.
Questa guida spiega cosa sono gli stage all’estero, come fare e perché partecipare ad uno stage all’estero.
Cosa sono gli stage all’estero
Lo stage è un periodo di addestramento e formazione di una determinata attività. Sostanzialmente si mette in pratica nel mondo reale del lavoro, quanto studiato all’Università, alle scuole superiori o ad un corso di formazione professionale, senza essere assunti.
Al contrario del tirocinio, che viene obbligato dall’Ente promotore durante il percorso di studio, lo stage è del tutto volontario e si può fare in qualsiasi momento.
Ma cosa sono gli stage all’estero?
Gli stage all’estero sono un valore aggiunto alle proprie competenze e che sicuramente valorizzano un curriculum vitae.
Con uno stage all’estero lo stagista può mettere in pratica le sue capacità in ambienti diversi da quelli italiani, imparando molto di più, cosa sicuramente estremamente importante, anche la lingua straniera del Paese ospitante.
Fare uno stage all’estero significa partire per un paese straniero per lavorare presso un’azienda straniera, senza essere assunti.
Alcuni stage tuttavia, prevedono un minimo di retribuzione.
Perché partecipare ad uno stage all’estero?
Partecipare ad una stage all’estero è un’esperienza molto importante, non solo perché arricchisce la persona di bagagli conoscitivi rilevanti nell’ambito del proprio percorso di studio, ma anche a livello umano, dà veramente tanto.
Basti pensare ai contatti che si acquisiscono: si fanno amicizie, si conoscono persone con culture diverse, si scambiano opinioni e progetti con professionisti che lavorano nel proprio campo d’interesse, insomma con uno stage all’estero si aprono porte che, rimanendo a casa, non potrebbero mai aprirsi!
Nonostante internet.
Questo va a tutto beneficio della creatività, che senz’altro viene stimolata di più.
Sono tanti i buoni motivi per fare uno stage all’estero.
Una fra tutte, quella più importante è che un’esperienza del genere offre una consapevolezza di sé più chiara e una dose di sicurezza in più, che al rientro a casa, esplode dentro se stessi, dando una carica forte nell’andare avanti con le cose fino a quel momento imparate.
Allo stesso tempo uno stage all’estero fa capire se effettivamente la strada intrapresa è quella giusta e se siamo veramente portati per quella professione oppure no o ancora, intuire fin dove si vuole arrivare.
Quest’ultima motivazione emerge di più durante uno stage all’estero perché ci si scontra con le barriere linguistiche, quindi ci si trova in situazioni un po’ più difficoltose in confronto a quelle che potrebbero emergere durante uno stage italiano. Insomma si ottiene una visione del mestiere che si è scelto di fare, a 360°.
Poi c’è la motivazione più ovvia, già accennata nel paragrafo precedente: riportare nella propria candidatura l’esperienza professionale vissuta all’estero, è una peculiarità di grande valore agli occhi dei selezionatori del personale.
Di conseguenza si hanno molte più chances di essere assunti.
C’è anche un’altra sfaccettatura che andrebbe sottolineata: non tutti sono così coraggiosi di partire e lasciarsi alle spalle, seppur per un periodo a tempo determinato, amici, famiglia e abitudini proprie.
Sapendo del grande valore che ha uno stage all’estero, molte persone si sentono combattute tra la necessità di fare questo passo importante e l’insicurezza di non essere in grado di affrontare una cultura diversa e una vita nuova. E’ risaputo però che a parte casi estremi, nessuno si è mai pentito di aver fatto un’ esperienza di stage all’estero, tutt’altro!
Tutti la rifarebbero senza pentimenti!
Come trovare i migliori stage all’estero
Purtroppo non è così semplice trovare i migliori stage all’estero.
Questa affermazione non vuole scoraggiare nell’impresa ma solo dare una visione realistica sulle difficoltà pratiche che potrebbero emergere al momento della ricerca.
La prima difficoltà in assoluto è quella della candidatura: è vero che non si verrà assunti, ma ciò non significa che le aziende reclutino stagisti ad occhi chiusi, senza fare le dovute selezioni.
Quindi la prima cosa da fare è armarsi di curriculum e lettere di presentazioni impeccabili.
Entrambi andranno allegati ad altri documenti che dovranno essere preparati per la partenza e questo dipende anche dal Paese di destinazione che abbiamo scelto. Correlato al discorso della candidatura c’è la questione lingua.
Anche in questo caso, bisogna fare attenzione: è vero che uno stage all’estero serve anche per imparare la lingua, ma è pur vero che una base bisogna sempre averla.
Nessuna azienda vuole avere tra i propri collaboratori persone che non capiscono assolutamente una parola di quello che gli viene detto.
E’ più giusto dire a questo punto che in effetti uno stage all’estero serve per perfezionare la lingua, rende meglio l’idea.
La terza difficoltà più evidente è la sistemazione: dove alloggerò?
Non è detto che le aziende forniscano anche un appartamento da abitare durante la permanenza all’ estero, anzi è molto difficile che questo accada.
Proprio per questo motivo viene da sé la difficoltà del fattore economico.
Uno stage all’estero comporta ovviamente delle spese e anche se lo stage scelto prevede una retribuzione non sempre succede che questa, sia così consistente da coprire i costi per l’affitto dell’alloggio e del proprio mantenimento.
Alla luce di questo, una volta ponderate queste piccole barriere ci si può immergere nella ricerca del migliore stage internazionale.
Da dove cominciare?
Se abbiamo le idee chiare e conosciamo la lingua in maniera fluida, potremmo anche iniziare la ricerca in maniera autonoma, proprio come si farebbe con una normale ricerca di lavoro in Italia.
Si possono contattare direttamente le aziende del settore d’interesse del paese scelto: tramite mail o addirittura parlando al telefono se siamo tanto intrepidi.
Stessa cosa riguarda l’alloggio.
Certo questo modo di cercare uno stage è quello più naturale possibile ma è anche vero che richiede competenze e sforzi importanti e se si è tanto giovani, magari neo laureati, risulta un po’ troppo ostico.
La seconda modalità per cercare uno stage all’estero è quella che fanno il 99% delle persone, ovvero affidarsi a delle agenzie o enti competenti del settore.
Quest’ultime non si limitano solo a dare le informazioni di come partecipare ad uno stage all’estero ma molto spesso offrono anche sostegni finanziari e forniscono anche la sistemazione.
Anche in questo caso, come nei progetti di volontariato ambientale internazionale, su internet c’è l’imbarazzo della scelta.
Basta googlare stage all’estero e davanti ai nostri occhi si materializza una lista infinita di siti di agenzie e blog pronti a dare tutte le risposte del caso.
Ma a quale affidarsi?
Per uno studente l’orientamento è più semplice perché la procedura di come fare viene indicata già in Ateneo, ma per una persona che è al di fuori del mondo universitario?
La prima cosa da fare è una selezione dei siti specializzati, poi sarebbe comodo raggrupparli in un gruppo da 5 tra quelli più accreditati. Non è difficile capire quali sono.
Nella maggior parte dei casi questi siti richiedono prima un’ iscrizione con l’inserimento del curriculum vitae con le esperienze e gli studi conseguiti.
La parte più interessante è la lista con tutti gli stage disponibili alla quale si può accedere dopo aver registrato l’account. Se non si ha voglia di interagire con il mondo virtuale, si può sempre procedere nella maniera più classica, che è quella di recarsi al Centro dell’ Impiego della propria città.
I CPI sono strutture pubbliche che mettono in contatto i datori di lavoro con chi cerca lavoro e si occupano anche di stage.
Dove andare per effettuare uno stage nella conservazione ambientale
Gli stage all’estero sono tantissimi e ovviamente vari!
Per fortuna non mancano quelli inerenti attività finalizzate alla conservazione ambientale: alcuni di essi prevedono anche una remunerazione, che non fa di certo male.
Proprio per questo motivo, quest’ultimi, si distinguono dai progetti di volontariato che sono un’altra cosa, ma non tanto diversi, visto che la formazione c’è comunque in entrambe le categorie. I posti del mondo per fare uno stage di conservazione ambientale sono tanti, visto il tipo di attività: sappiamo che collaboratori attivi per la salvaguardia dell’ambiente non sono mai abbastanza.
Per uno studente, o un neo laureato in scienze naturali, partire per uno stage all’estero sulla conservazione ambientale è un ottimo trampolino di lancio per una carriera professionale molto soddisfacente in questo settore. L
a matematica è uguale dappertutto, il marketing idem e lo stesso vale per qualsiasi altra materia scolastica.
Certo….cambiano gli approcci e in un posto diverso s’innescano cose che arricchiscono comunque lo stagista, di cose nuove. Ma vogliamo pensare alla varietà della Terra?
Agli ecosistemi presenti in determinati punti terrestri piuttosto che in altri?
Lo studente, lo studioso, il professionista dell’ ambiente deve girare il mondo. Sembra un’imposizione ma tutto sommato è un dato di fatto. Per effettuare uno stage per la conservazione ambientale, si potrebbe andare ovunque. Anche in questo caso però è sempre meglio affidarsi alle agenzie di riferimento.
Tra i vari posti del mondo da raggiungere per uno stage all’estero, c’è il Perù.
Il Perù è un paese meraviglioso, con diversi habitat naturali. Basti pensare che da solo presenta sia la foresta amazzonica che il deserto: è un piccolo mondo ricchissimo di diverse specie animali e vegetali.
Per il Perù, dall’Italia vengono organizzati stage inerenti la piantumazione di alberi, la ricerca, la conservazione la coltivazione e la classificazione di fiori autoctoni, orchidee e piante medicinali e anche su attività che riguardano i diritti umani collegati al territorio e all’uso delle risorse naturali.
Rimanendo sempre in zona Sud America, un’altra destinazione ideale per uno stage sulla conservazione ambientale è il Messico.
Anche il Messico non scherza con la biodiversità: solo qui vivono 200.000 specie differenti, ma ci sono anche le Isole Galapagos da poter prendere in considerazione.
Esse sono distanti dalla costa occidentale dell’Ecuador di circa 1.000 chilometri e questa posizione particolare, che le porta ad essere a contatto con una grande varietà di climi a causa delle correnti marine, ha permesso lo sviluppo di tantissime specie endemiche animali e vegetali.
Solo il fatto che queste isole abbiano ispirato Darwin per la formazione della teoria dell’evoluzione della specie, fanno di loro una meta da stage per la conservazione ambientale, irrinunciabile.
Qui lo stagista lavorerebbe per tutelare le isole Galapagos, in particolare per contrastare le specie che non appartengono a questo ecosistema, ma che sono state portate dall’uomo.
E’ sotto inteso che per questi paesi la lingua richiesta per la candidatura, oltre all’inglese è lo spagnolo.
Se si vuole invece cambiare “area geografica” e guardare verso l’Africa per esempio,, il Madagascar è la destinazione ideale sotto tutti i punti di vista e non solo perché è un posto paradisiaco: è l’habitat naturale delle più diverse specie endemiche del pianeta.
Solo qui sono presenti più del 90% delle specie animali e l’89% delle specie vegetali che non sono presenti in nessun altro posto del mondo.
Purtroppo il 90% della foresta pluviale del Madagascar è andata perduta.
Arrivare da stagista in questi luoghi vuol dire occuparsi proprio della tutela della foresta pluviale, un patrimonio pazzesco, prezioso per l’umanità se solo si pensa che nonostante la deforestazione degli ultimi anni, recentemente sono state scoperte 600 nuove specie tra mammiferi e rettili.
Un’ altra meta ambitissima per fare uno stage di conservazione ambientale è la Thailandia: lungo la suggestiva costa del Mare delle Andamane, vicino a Ao Nang e nelle isole circostanti si possono imparare le tecniche per proteggere le barriere coralline e le foreste tropicali di pianura oltre che realizzare attività di educazione ambientale per le scuole e le comunità della zona.