Ti sei mai interessato agli orango tango?
Io, fino a pochi anni fa, non conoscevo molto questa specie, ma poi è stato colpo di fulmine.
Nel mio primo viaggio volontariato in Indonesia ho avuto l’onore e il piacere di vedere da vicino questo splendido animale e da allora è stato amore a prima vista.
In lingua Malay la parola “orango tango” significa “uomo della foresta” ed infatti condivide con noi umani non solo la gran parte del suo DNA, ma anche tutta una serie di gesti e sguardi che riduce il divario che intercorre tra noi e loro.
Ma purtroppo l’orango tango corre un serio rischio, il pericolo di scomparire dalla faccia della terra.
Come ambientalista convinto e fondatore di Keep the Planet, farò tutto quello in mio potere per aiutare il nostro cugino delle foreste a sopravvivere all’avidità umana.
La conservazione di una specie in pericolo di estinzione inizia dalla conoscenza ed è per questo che oggi voglio che tu condivida questo articolo con tutti i tuoi contatti.
Senza conoscenza questi animali rischiano di sparire per sempre perché gli habitat naturali vengono distrutti senza sosta laddove non c’è interesse.
Le popolazioni di orango sono infatti ai minimi storici, ogni giorno migliaia di ettari di foreste scompaiono sotto il peso del progresso, abbiamo il dovere morale di proteggere questi animali perché perderli non è qualcosa di accettabile per una civiltà che si definisce evoluta.
Senza il rispetto per l’ambiente e per gli animali, noi non siamo nulla.
Crescita demografica e la deforestazione incontrollata sono i due principali nemici degli orango, solo se il grande pubblico internazionale si interessa al loro futuro allora qualche speranza di sopravvivenza rimarrà.
Da soli non possiamo fare molto, ma se lavoriamo insieme allora potremmo dare un contributo alla causa di conservazione degli orango tango.
Orango tango: cenni generali
L’Orango tango fa parte degli ominidi o grandi scimmie (Great Apes), una famiglia di primati che comprende anche i gorilla, gli scimpanzé, i bonobo e lo stesso genere umano.
All’interno degli ominidi, il genere pongo è quello che comprende le due specie di Orango presenti.
L’Orango del Borneo (Pongo pygmaues) è la specie endemica dell’isola del Borneo.
La specie ha una vita media di 35-40 anni in natura e 60 anni in cattività. Possono raggiungere il metro e mezzo di altezza e un peso di 100 Kg per i maschi e 50 Kg per le femmine.
Esistono tre sottospecie di Orango del Borneo divise dall’areale occupato all’interno del Borneo.
Ultime stime valutano la popolazione totale in circa 54.000 esemplari.
Una volta considerata una sottospecie, l’Orango di Sumatra (Pongo abelii) è la specie meno diffusa di orango presente nell’isola indonesiana di Sumatra con soli 14.000 esemplari rimasti (altre stime precedenti non arrivavano a 7.500).
Rispetto ai cugini del Borneo, l’Orango di Sumatra è leggermente più piccolo, hanno una costituzione più slanciata, un pelo più lungo e chiaro.
Vivono molto di più sugli alberi rispetto alla specie del Borneo probabilmente per via della presenza delle Tigri di Sumatra.
Entrambe le specie hanno zampe anteriori molto forti, la mano è formata da quattro dita più il pollice opponibile. I piedi, anch’essi forti, presentano un alluce opponibile che presenta una forte presa sui rami. Sono animali diurni.
Mostrano un accentuato dimorfismo sessuale, i maschi sono nettamente più grandi delle femmine.
Gli esemplari maschi raggiungono la maturità sessuale intorno ai 12 anni di vita, mentre le femmine sono pronte alla riproduzione intorno ai 7 anni di vita. Maschi e femmine si incontrano solamente per riprodursi.
La gestazione di un singolo individuo dura 9 mesi, i primi mesi di vita i cuccioli non si staccano dalla madre mentre i maschi si disinteressano completamente delle cure parentali. L’orango può riprodursi durante tutti i periodi dell’anno.
Le femmine rimangono vicino alle madri per apprendere da loro come provvedere a loro volta ai propri cuccioli.
Habitat ed ecologia degli orango
Le due specie di orango condividono molte delle caratteristiche ecologiche e di habitat.
Entrambe sono specie arboricole che spendono la maggior parte della loro vita in cima agli alberi alla ricerca di cibo.
Dormono sugli alberi in nidi costruiti con rami e foglie, caratteristica che le differenziano dai loro cugini africani che spendono molto più tempo sul suolo.
L’Orango mangia prevalentemente frutta come il Durian, il loro frutto preferito, il fico, la ciliegia cinese e il mango. Oltre alla frutta, completano la dieta con foglie, fiori, bacche, semi, vermi, piccoli insetti e uova di uccello.
Sono animali solitari che non amano la vita di gruppo, i soli esemplari che condividono la propria quotidianità sono le madri con i loro cuccioli: le cure parentali durano all’incirca 6-7 anni, le più lunghe in natura se si esclude l’uomo.
Sono animali estremamente intelligenti, in grado di replicare gesti visti in altre specie.
I ricercatori hanno scoperto l’utilizzo di semplici utensili come dei lunghi bastoni per catturare il miele e l’utilizzo di grandi foglie come riparo durante i lunghi monsoni.
La sopravvivenza della specie è strettamente legata alla salute delle fitte foreste tropicali, il solo habitat adatto per le loro caratteristiche ecologiche.
I pericoli maggiori per gli orango
Nel 2016 la IUCN red list ha inserito entrambe le specie di orango all’interno della categoria delle specie a rischio critico di estinzione, la lista che comprendono tutte le specie che hanno visto le proprie popolazioni diminuirsi del 90% negli ultimi 10 anni, oppure hanno l’areale inferiore ai 100 km quadrati o un numero di individui in età riproduttiva inferiore ai 250 esemplari.
A differenza di altre specie, dove la caccia è il pericolo numero uno, per gli oranghi la vera sfida è la deforestazione che sta interessando il loro habitat.
Negli ultimi decenni, vaste aree di foresta tropicale viene distrutta per lasciare spazio alle coltivazione di palma da olio.
Negli ultimi 20 anni, il Borneo ha perso ogni anno un milione circa di ettari di foresta, mentre Sumatra ha perso circa 550.000 ettari/anno. Cifre enormi che mettono in serio rischio la sopravvivenza delle specie selvatiche.
L’olio di palma infatti è molto richiesto in tutto il mondo e rappresenta una delle prime fonti di reddito per Indonesia e Malesia.
Recentemente, in Occidente è finalmente nato un forte dibattito nell’uso di olio di palma con la conseguenza che molte aziende ora dichiarano di non utilizzare il prodotto.
Nonostante gli sforzi, nazioni come la Cina rimangono grossi importatori di olio di palma.
Un altro pericolo per gli orango rimane la pratica di uccisione delle madri per prendere i cuccioli e rivenderli come animali domestici.
Dove vivono gli orango oggi
Con 230.000 esemplari presenti solo 100 anni fa, l’antico areale degli orango era ovviamente molto più vasto di quello attuale.
Le foreste tropicali che ricoprivano interamente il Borneo e Sumatra stanno scomparendo a ritmi incessanti lasciando dietro di sé lande desolate inadatte alla sopravvivenza dell’orango.
Ad oggi, rimangono solo alcune parti delle antiche foreste, macchie separate tra loro e circondate da insediamenti umani e coltivazioni monocoltura di palma da olio.
Dall’immagine qui sotto, vediamo l’attuale areale di distribuzione:
Come è facile capire, la situazione dell’Orango di Sumatra è critica, non è possibile rimandare la protezione totale di tutte le aree dove l’orango vive.
La parte nord di Sumatra è conosciuta anche con il nome di Leuser Ecosystem, la foresta tropicale con la più alta biodiversità al mondo.
La sua conservazione è necessaria perché questa è la casa non solo dell’orango, ma anche degli ultimi esemplari di tigri di Sumatra e del rarissimo Rinoceronte di Sumatra.
La zona ampia 2,6 milioni di ettari rischia di venir dimezzata dall’ultimo piano di sviluppo governativo che ha aperto circa 1,2 milioni di ettari alle attività di coltivazioni, minerarie e legname.
Una lieve speranza di conservare questo magnifico e unico ecosistema arriva dall’istituzione del Gunung Leuser National Park che ricopre circa 7972 Km quadrati di foresta.
Se vuoi visitare il parco nazionale devi arrivare a Medan, una città di medie dimensioni che fa da hub per le esplorazioni nella giungla.
Da qui puoi partire per la volta di Bukit Lawang, piccola cittadina nata ai bordi della foresta da dove partono trekking più o meno lunghi a seconda del tuo grado di allenamento.
Qui è possibile vedere gli orango dalla piattaforma di riabilitazione, una piattaforma dove gli oranghi semi selvatici vengono alimentati.
Questi oranghi non sono oranghi selvatici perché in passato furono tenuti in cattività e ora sono sotto percorso di riabilitazione per la riemissione nella giungla.
L’areale dell’Orango del Borneo è nettamente più ampio rispetto a quello di Sumatra, ma se la deforestazione non cala presto questa situazione peggiorerà.
Esistono tre sottospecie del Borneo a seconda dell’area occupata:
- Orango del Nord Ovest;
- Orango del Borneo centrale;
- Orango del Nord Est.
Tra le tre sottospecie, l’Orango del Borneo centrale è la più comune con circa 35.000 esemplari.
Le zone migliori per assistere ad un incontro ravvicinato sono le aree del nord ovest sotto giurisdizione malese dove le autorità e le associazioni ambientaliste hanno creato delle zone di riabilitazione, mentre al sud ovest puoi visitare il il Tanjung Puting national park, un’aerea con la maggior concentrazione di oranghi al mondo.
Come proteggere gli orango
Assistere impotenti alla distruzione del nostro cugino della foresta non è una strategia.
Se, come me, hai a cuore il futuro degli orango, devi assolutamente fare la tua parte attiva per la lotta della conservazione. Perché è proprio di lotta che si parla.
Da una parte ci sono loro, le fameliche aziende di carta, legname, olio e minerali che devono rispondere alle leggi del mercato della crescita infinita, dall’altra ci sono loro, gli indifesi oranghi che non hanno colpe se non quelle di occupare una terra ricca di risorse economiche per noi umani.
In questa lotta impari, se lasciati soli, gli oranghi non hanno possibilità di vittoria, verranno inesorabilmente spazzati via dall’avidità umana in pochi anni.
Ed è qui che entriamo in campo noi, le associazioni ambientaliste che disturbano il facile banchetto delle aziende aiutando gli oranghi tango nella loro lotta per la sopravvivenza.
Le associazioni però possono fare ben poco se sono lasciate sole dal grande pubblico, poche persone con poche mezzi non hanno la potenza delle multinazionali, le associazioni hanno bisogno di te ora più che mai.
Negli anni, diversi progetti di conservazione sono nati per proteggere l’orango nel suo ambiente naturale.
Le opere più importanti sono quelle portate avanti dai centri di riabilitazione, delle strutture dove gli oranghi in difficoltà vengono curati e rieducati alla vita libera nella foresta.
Gli esemplari presenti in questi centri sono vittime di incendi, di attacchi da parte delle popolazioni locali, vittime della deforestazione, oppure piccoli orfani recuperati da una vita da animale domestico.
I centri di riabilitazione hanno bisogno di tutto il nostro aiuto, ecco perché la migliore strategia per aiutare gli orango è aiutare le associazioni coinvolte sul campo.
Per sostenere i centri, puoi partecipare ad un programma di volontariato, puoi donare denaro, oppure puoi visitarli pagando la quota d’ingresso.
Il secondo modo per proteggere gli orango è quello di partecipare ad un trekking nella foresta.
Partecipando ad un trekking aiuti direttamente l’economia alternativa dell’eco turismo.
Ricorda, i migliori guardiani della foresta sono gli abitanti locali, ma per farlo devono prima capire che un orango vivo vale più di un orango morto.
Per farlo, i locali devono lavorare nell’industria del turismo così da avere interesse a proteggere le foreste.
L’importante è partecipare con guide esperte che rispettano l’ambiente.
Ci sono delle linee guida da rispettare per prendere parte ad un trekking nella foresta:
- Non essere raffreddati;
- Non strappare la vegetazione;
- Non lasciare spazzatura;
- Non urlare;
- Non avvicinarsi agli orango selvatici;
- Non mangiare, bere o fumare in presenza di un orango.
Se la tua guida non rispetta queste semplici regole, segnalalo alle autorità.
Le aree dove è più facile vedere gli orango sono :
- Bukit Lawang (Sumatra);
- Sepilok Rehabilation center (Borneo malesiano);
- Tanjun National Park (Borneo indoensiano).
Un altro modo per aiutare gli orango è quello di partecipare alle campagne come quelle di raccolta firme per sensibilizzare i governi, oppure le aziende coinvolte.
Noi di Keep the Planet offriamo anche un database per i nostri soci dove trovare tutte le informazioni di cui hai bisogno per un viaggio solidale con animali e ambiente.
Devi diventare un consumatore attento, evita i prodotti con l’olio di palma.
Infine, aiuta le associazioni come Keep the Planet, il modo più semplice per te è quello di condividere l’articolo con tutti i tuoi contatti.
Gli orango ti ringrazieranno.
Considerazioni finali di Keep the Planet
Come ambientalista convinto, non riesco ad immaginare un mondo dove le poche foreste rimaste siano tetri spazi vuoti.
Gli animali selvatici come gli orango tango hanno bisogno di spazio per vivere, noi non abbiamo il diritto di distruggere le loro case solo per una manciata di dollari, e per di più nelle solite mani di avidi capitalisti che non hanno rispetto per l’ambiente.
Come associazione faremo tutto il possibile per supportare le Ong locali che ogni giorno lottano per la protezione delle foreste del Borneo e di Sumatra.
Visiteremo i centri, doneremo tempo e denaro alla causa, parteciperemo ai trekking in maniera responsabile, metteremo anima e corpo alla causa degli orango, i nostri cugini della foresta.
Condividi l’articolo, spargi la voce, noi abbiamo bisogno del tuo aiuto.
Alessandro di Keep the Planet.
Buongiorno,
Sono una mamma di tre ragazzi, Matteo di 17 anni, Luca di 13 anni e Samuel di 11 anni innamoratissimi degli Orango tanghi da quando sono piccoli.
Durante l’estate 2023 vorremmo andare a Borneo o a Sumatra per conoscerli meglio. Sto leggendo i suoi articoli e vorremmo col nostro viaggio aiutare la gente locale a sostenere i loro progetti.
Avrebbe degli indirizzi utili per noi? Per alloggiare in famiglia e poter « lavorare « e dare una mano concreta sul posto.
La ringrazio di cuore
Gloria Desthieux
Salve Gloria, si certo, nel database riservato per i supporter di Keep the Planet trovi diversi contatti : https://www.keeptheplanet.org/database-volontariato/