Il capodoglio è una balena? Dove vive il capodoglio? Cosa mangia?
Se vuoi scoprire le risposte a questa ed altre domande, allora sei giunto nel luogo giusto.
Il capodoglio è uno dei cetacei di più facile identificazione in mare, anche se di rado mostra molto di sé alla superficie.
A grande distanza è sufficiente osservare il soffio denso e fortemente angolato, mentre da vicino la testa enorme, lunga in genere un terzo dell’intero corpo, dalla forma squadrata e dalla pelle grinzosa, sono inconfondibili.
Gli avvistamenti anche da noi nei mari italiani non mancano essendo il capodoglio una delle sette specie di cetacei presenti in Mar Mediterraneo.
Non molti sanno infatti che in Mediterraneo abbiamo l’onore e il piacere di ospitare proprio lui, il capodoglio (Physeter macrocephalus) che grazie ai suoi 18 metri di lunghezza massimi, è la specie più grande tra tutti gli Odontoceti e quindi il più grande animale vivente munito di denti.
Alcune curiosità sul capodoglio:
- il più grande animale con i denti conosciuto;
- ha il cervello più grande di ogni creatura vivente sul pianeta terra;
- il mammifero che si immerge più in profondità (fino a profondità di 2200 metri), trattenendo il respiro per più di 2 ore.
Descrizione fisica del capodoglio
La testa del capodoglio è grande e squadrata e in alcuni esemplari è caratterizzata da chiazze grigie o bianche. Macchie che possono essere presenti anche sulle parti vertebrali dell’animale, mentre il resto del corpo ha un colorito uniforme che va dal bruno-rossastro al grigio scuro.
I piccoli hanno una colorazione più chiara. Gli occhi sono piccoli e poco visibili. La pelle è grinzosa e negli esemplari più anziani può presentare numerose cicatrici, in particolare sulla testa.
La testa del capodoglio è grande perché contiene una vasta cavità, nota come organo dello spermaceti, che si crede venga usata per il controllo del galleggiamento e forse anche per focalizzare i suoni per l’ecolocalizzazione.
L’organo contiene una massa di tubicini simile a una ragnatela, contenenti una cera giallastra che può essere raffreddata o riscaldata, forse tramite acqua introdotta dallo sfiatatoio. La cera si contrae e aumenta di densità, aiutando l’animale a immergersi, oppure può espandersi e diminuire di densità, facilitando l’emersione.
Presenta un cranio asimmetrico con la mascella superiore lunga e piatta, costruita in modo tale da sostenere la massa della testa. La mandibola, a forma di y, è molto lunga e stretta, con file di denti conici e arrotondati. Quando la bocca è chiusa è poco visibile.
Il muso tozzo può prolungarsi fino a un metro e mezzo oltre la punta della mandibola. I denti, che raramente fuoriescono, sono lunghi fino a 25 cm e possono pesare più di un chilogrammo. Le femmine hanno un numero minore di denti, tendenzialmente più piccoli dei maschi.
Il capodoglio è munito di uno sfiatatoio leggermente sollevato, a forma di fessura, leggermente spostato a sinistra e posizionato nella parte anteriore della testa.
A metà del corpo ha una gobba triangolare, molto arrotondata, a cui seguono delle piccole “nocche” che si alternano fino alla pinna caudale, che è ampia e triangolare, con un seno interlobare evidente e con bordi posteriori dritti, che negli esemplari più adulti hanno spesso delle tacche o sfrangiature. Quando si immerge la pinna caudale è ben sollevata.
Vi sono marcate differenze tra i sessi: i maschi sono lunghi in media 15- 18 m mentre le femmine solo 11- 12 m.
Comportamento del capodoglio
Il capodoglio riesce ad immergersi per più di due ore, ma normalmente le immersioni durano meno di 45 minuti. Gli intervalli tra due immersioni possono durare un’ora, ma sono in genere di 5-15 minuti. Respira intervalli regolari di 15-20 secondi.
La regola empirica dei balenieri afferma che ogni 30 cm di lunghezza, il capodoglio respira una volta in superficie e passa un minuto sott’acqua durante la successiva immersione.
Spesso riemerge nello stesso punto e dopo una lunga immersione produce una prima ispirazione molto spesso forte e sonora. Quando è immerso, spesso rimane immobile, ma può anche nuotare in maniera molto lenta. Quando è spaventato e in grado di nuotare a grande velocità.
Talvolta può effettuare dei movimenti in superficie. Il movimento più noto è sicuramente il breaching, che il capodoglio effettua con la stessa frequenza delle balene franche, delle balene grigie e delle megattere, che sono però meglio note per questa attività.
Questo comportamento consiste nel fuoriuscire dall’acqua con il dorso verso l’alto e inclinato a 45°, per poi rientrare senza giri o avvitamenti. Riesce anche ad emergere interamente dall’acqua, mostrando la pinna dorsale. A volte ricade sullo stomaco con un grande tonfo, mentre altre volte rientra di testa come un delfino.
Sono, in particolar modo, i giovani esemplari a eseguire il breaching, specie quando c’è un cattivo tempo. Nelle zone riproduttive, le femmine lo effettuano solo in presenza dei maschi; il che sembra indicare una qualche forma di interazione sociale.
Tipi di branchi
Vi sono due tipi di raggruppamenti principali: branchi di celebi, costituiti da maschi giovani e sessualmente inattivi, e branchi di riproduzione, cioè con giovani di entrambi i sessi.
Questi ultimi sono costituiti anche da 20-25 individui, anche se, in pochi casi eccezionali, sono stati osservati gruppi che arrivavano a centinaia e persino migliaia di esemplari.
I maschi più anziani tendono ad essere solitari o vivono in piccoli gruppi, al massimo di sei animali ognuno. Tendono ad unirsi ai branchi di riproduzione, per poche ore, durante la stagione degli accoppiamenti. Il capodoglio è stato uno dei grandi cetacei più intensamente sfruttati dalla caccia baleniera, anche se la specie è fortunatamente ancora relativamente numerosa.
Immersioni del capodoglio
Dopo essersi ossigenato, l’animale spinge la pinna caudale e il terzo posteriore del corpo verso l’alto, facendoli emergere, mentre punta con la testa verticalmente verso il fondo del mare.
I capodogli si immergono a profondità tipiche di 300-600 m, anche se vi sono prove che possono raggiungere almeno i 3000 m. I ricercatori usano spesso degli idrofoni per rilevare i suoni di ecolocalizzazione subacquei. Le immersioni più lunghe e profonde sono seguite dai maschi più anziani.
Essi respirano profondamente prima di immergersi, ma a grandi profondità ai polmoni vengono compressi e devono fare affidamento sulla grande quantità di ossigeno immagazzinato nei muscoli e nel sangue. Il battito cardiaco rallenta e l’ossigeno viene inviato solo alle parti del corpo per cui è indispensabile.
Dove vive il capodoglio
Diffuso ovunque, anche se in modo discontinuo; vi sono zone di relativa abbondanza. Si trova talvolta in zone al di fuori di quelle mostrate sulla carta. Si rinviene in genere al largo, ma anche sott’acqua dove l’acqua è più profonda di 200 m.
È più frequente nei canyon sottomarini, al bordo della piattaforma continentale. Durante l’estate i branchi, così come alcuni esemplari singoli adulti, hanno un generale spostamento verso i poli: i maschi più anziani migrano sino ai bordi della banchisa, ma le femmine giovani raramente si avvicinano oltre i 45° nord o il 42° sud.
Trascorrono l’inverno in acque temperate e tropicali; alcune popolazioni sono stanziali.
Come proteggere i capodogli
Il capodoglio così come tutti i cetacei in passato è stato oggetto di una terribile caccia che lo ha portato sull’orlo dell’estinzione.
Questo avveniva perché venivano utilizzate diverse sostanze provenienti dalla sua carcassa come la carne, il grasso, l’olio e gli spermaceti, una sostanza largamente usata nella produzione di candele.
Fortunatamente, a seguito della messa al bando della caccia commerciale delle balene (alcuni paesi continuano a farlo con dei pretesti, ma la caccia massiva del passato è fortunatamente un lontano ricordo), le popolazioni di capodoglio sono tornate a crescere.
Alcuni studi stimano le popolazioni prima della caccia commerciale di circa 1 milione di capodogli, mentre oggi si pensa a circa 360.000 esemplari a livello mondiale rendendoli una delle specie di cetaceo più abbondanti.
Per contribuire alla loro conservazione si può partecipare a campi di volontariato ambientale per il monitoraggio e la ricerca sulla salute dei cetacei.