Una guida rivolta a coloro che vogliono organizzare un periodo di volontariato in Botswana.
Chi conosce poco l’Africa probabilmente non lo conosce, ma il Botswana è un gioiello che racchiude al suo interno gli habitat forse più intatti e belli dell’intero continente africano.
Grazie alla relativa stabilità politica, il paese è riuscito infatti a preservare la maggior parte del patrimonio naturalistico caratterizzato dai grandi fiumi e dalle loro valli alluvionali che creano quel mix perfetto per la crescita e lo sviluppo di tante specie animali e vegetali.
Fortunatamente una lungimiranza politica e sociale è riuscita a proteggere ampie aree sotto la tutela di parchi nazionali e riserve naturali che oggi comprendono vaste aree tra cui il famoso Delta dell’Okavango e il deserto del Kalahari.
La maggior parte del territorio presenta specie adatte al clima arido.
In particolare crescono con facilità le piante di acacia e i bassi arbusti spinosi. Le uniche foreste si trovano nel nord-est, e forniscono anche una discreta quantità di legname.
Il Botswana è inoltre famoso per la presenza di diamanti che ovviamente minacciano la tutela degli habitat naturali che tuttavia, rappresentando un importante fonte economica grazie al turismo, rimangono in cima all’agenda politica.
Tutela ambientale in Botswana
Il Botswana è uno Stato dell’Africa del Sud, che confina con il Sudafrica a sud, con la Namibia a ovest e a nord, con lo Zimbabwe a nord-est; non ha sbocchi sul mare. La lingua ufficiale è l’inglese, ma è molto diffuso il tswana, lingua del popolo omonimo, che ha lo status di lingua nazionale.
In questo Paese il governo ha recentemente posto grande attenzione alla tutela dell’ambiente, e attualmente l’estensione delle aree naturali protette copre quasi la metà del territorio.
Tratto peculiare della politica di gestione e tutela ambientale, è ad esempio la compartecipazione dei settori pubblico e privato, di modo che gli stessi proprietari terrieri si sentano sempre più responsabilizzati nella gestione del territorio.
In questo ultimo periodo il Botswana ha fatto parlare di se per via della fine del divieto di caccia agli elefanti con l’intento di regolamentare la caccia per diminuire il bracconaggio.
Dopo cinque anni di divieto, la caccia sarà ora consentita nel paese dell’Africa meridionale che ospita circa un terzo degli elefanti del continente.
Le conseguenze di tale decisione sono ancora ignote, quello che è certo è che il dibattito è accesso e che il vero nemico della conservazione è il bracconaggio che va fermato perché non tiene conto di nessuno studio.
Quello che è certo è che le migliori alternative al bracconaggio e alla caccia è l’ecoturismo e il volontariato ambientale, due attività che Keep the Planet supporta appieno e che grazie all’opera divulgativa cerca di espandere.
Le aride terre del Botswana, d’altra parte, ospitano varie specie animali, di cui molte protette.
Anzitutto il paese presenta oltre settanta specie di serpenti, e in particolare, nella zona dell’Okavango, si può avvistare con facilità il velenoso boomslang (termine afrikaans che significa “serpente arboricolo”).
Vi sono poi parecchie specie di uccelli, tra cui la gru pavonina, il colombo tomboliere e il cosiddetto uccello segretario, che si nutre proprio di serpenti.
Gli splendidi parchi nazionali e le bellissime tenute private ospitano inoltre una grande varietà di animali, come elefanti, leopardi, ghepardi, iene maculate, facoceri, rinoceronti neri e bianchi, struzzi, licaoni, giraffe meridionali, ippopotami, zebre, leoni e molti altri animali.
Esperienze di volontariato ambientale in Botswana
In Botswana si ha la possibilità di dare il proprio contributo alla salvaguardia dell’ambiente, entrando in contatto con la natura e partecipando a diverse attività all’aria aperta.
Il Botswana è un Paese affascinante e selvaggio, ed è anche la terra di antichi Baobab e dei famosi “big five”: l’elefante africano, il rinoceronte nero, il bufalo, il leone africano e il leopardo africano. Il Botswana vuole fare di tutto per tutelare le sue meraviglie, e una percentuale significativa delle terre di questo Paese sono preposte alla tutela degli animali e dei loro habitat naturali.
Un’esperienza di volontariato ambientale in questo Paese, si può fare ad esempio sulle rive del fiume Limpopo, nella regione di Bushveld, al confine tra Sudafrica e Botswana.
Si svolge nella riserva Wild at Tuli, situata nel cuore dell’Africa e ricchissima di animali e vegetazione, ed in cui l’associazione ospitante è impegnata nella tutela dell’ambiente.
In particolare, partecipando alle attività della riserva come volontario, è possibile prendere parte alla lotta a problemi ambientali come il bracconaggio, la siccità e la desertificazione, che sono diventati una minaccia per la fauna locale del Botswana.
Quindi partecipando al progetto di tutela dell’ambiente in Botswana si è coinvolti in diverse attività, come il monitoraggio degli animali, attività di antibracconaggio, raccolta dati e la costruzione di abbeveratoi per la fauna selvatica.
Eco-volontariato in Botswana
Un altro interessante progetto a cui partecipare nella riserva Wild At Tuli Safaris, coinvolge diverse riserve naturali e associazioni ambientaliste del Sudafrica.
Grazie al lavoro di rete, queste associazioni individuano e condividono strategie per preservare la flora e la fauna selvatica del paese, e i volontari sono coinvolti in diverse attività come monitoraggio, pattugliamenti, lavori di costruzione e molto altro. Il progetto di eco-volontariato in Botswana è un progetto ambientale ambizioso e affascinante.
Il network che la riserva naturale di Wild At Tuli Safaris ha creato con le altre riserve e parchi nazionali mira a creare una Trans Conservation Area Frontier, ossia uno spazio di collaborazione transfrontaliera tra il Sudafrica, lo Zimbabwe e il Botswana. Si tratta di un’iniziativa nuova ed emozionante, che unisce gli sforzi di più paesi a favore della natura e quindi delle popolazioni locali e delle future generazioni.
Il progetto è aperto a tutti, non sono richiesti requisiti particolari; e si svolge tutto l’anno, per cui è possibile scegliere liberamente le date di partenza e rientro.
Questo progetto di volontariato ambientale in Botswana è perfetto per chiunque abbia una passione per la natura e per la vita all’aria aperta.
Questi viaggi sono adatti soprattutto per gli studenti di biologia, zoologia, botanica o altri indirizzi in campo ambientale e di sviluppo sostenibile, perché permettono di realizzare un’esperienza di stage all’estero o di ricerca in Sudafrica
Fare eco-volontariato in Botswana, d’altra parte, vuol dire vivere e lavorare accanto agli animali partecipando ad una vasta gamma di attività, come ad esempio: osservazione, monitoraggio e identificazione delle diverse popolazioni di mammiferi, uccelli e rettili; controllo dell’erosione dei suoli; mappatura GPS dei sentieri; rimozione di vecchie recinzioni; costruzione e protezione di dighe, nuovi sentieri, punti d’acqua; monitoraggio e studio specifico degli elefanti; agricoltura sostenibile; educazione e sensibilizzazione delle comunità; pattugliamenti; eradicazione di piante esotiche introdotte dall’uomo; censimento e protezione degli alberi di Baobab.
I dati raccolti attraverso questi progetti sono utilizzati per ottenere una maggiore comprensione delle diverse specie di animali e delle loro abitudini di migrazione, per poi trasmetterli e condividerli col network di partner. Unendo le forze questo lavoro può realmente fare la differenza per l’Africa.
I volontari sono seguiti dal personale locale esperto. E settimanalmente ci sono dei seminari formativi per istruire i volontari sui progetti in corso.
I volontari che decidono di fare eco volontariato in Botswana presso la riserva Wild At Tuli, vivono in un accampamento, condividendo delle tende confortevoli con altri volontari.
C’è un’area comune e una cucina.
Sono disponibili le docce calde e l’elettricità grazie ai pannelli solari e al generatore. Nel tempo libero, i volontari possono giocare a freccette e carte, o si rilassarsi all’ombra degli alberi.
Per ovvie ragioni di sicurezza, i volontari non possono lasciare il campo senza un membro qualificato del personale. Si organizzano viaggi settimanali in città in modo che i volontari abbiano la possibilità di chiamare a casa, aiutare a fare la spesa o prendersi dei momenti di svago.