Un articolo di Alessandro Nicoletti, fondatore di Keep the Planet, sulle opportunità di volontariato ambientale con gli elefanti.
Gli elefanti sono tra i mammiferi più grandi al mondo, e si dividono in 3 specie principali: elefante asiatico, elefante africano e elefante africano di foresta.
Esistono diversi luoghi, dall’Asia all’Africa, in cui è possibile fare volontariato con questo genere di animale, conosciuto per il suo carattere docile e per la sua straordinaria intelligenza (il loro cervello è 4 volte più grande di quello dell’uomo).
Nonostante in molti paesi essi siano considerati una sorta di divinità, ancora oggi vengono cacciati per estrarre l’avorio dalle loro zanne, oppure vengono sfruttati per attività circensi o finalizzate al turismo.
Esemplari sono le foto che arrivano dalle “trappole per turisti” sparse un po’ ovunque tra i paesi del mondo che utilizzano elefanti maltrattati.
Sono infatti tanti i problemi che affliggono questi animali, si stima che oltre 20.000 elefanti ogni anno vengono uccisi per le zanne d’avorio.
Un ulteriore minaccia che non riguarda solo gli elefanti è ovviamente la deforestazione.
Gran parte degli habitat degli elefanti si estendono non solo all’interno dei parchi nazionali, ma anche al di fuori delle aree protette, aumentando quindi i contrasti con le popolazioni.
Tipologia di attività di volontariato con gli elefanti
Esistono molte attività dove è possibile svolgere il volontariato ambientale con gli elefanti.
Oltre alla cura, al monitoraggio e all’alimentazione degli stessi animali, è possibile che nei centri specializzati venga richiesto di pulire i luoghi deputati a servire loro il cibo, preparare lo stesso, assistere ai progetti di costruzione e di miglioramento dei siti in cui essi vivono e il loro potenziamento con strumentazioni ad hoc.
I programmi di volontariato in genere durano non più di qualche mese per i cittadini esteri, e di solito è richiesto il compimento del 16esimo anno di età e la conoscenza di una seconda lingua (inglese).
Queste associazioni sono per lo più no profit, e non è previsto alcun tipo di rimborso per i volontari che si accingono a prestare il loro aiuto ai centri specializzati nel volontariato con gli elefanti.
Inoltre provvedere alle cure e al nutrimento di questi animali ha spesso un costo piuttosto elevato, per questo sono richiesti per lo più volontari in grado di provvedere al loro mantenimento per tutta la durata dell’attività.
I paesi principali dove fare volontariato con gli elefanti
Tra i paesi in cui è possibile svolgere volontariato con gli elefanti vi è sicuramente il Sudafrica, dove esistono riserve e centri specializzati proprio nella cura e nel monitoraggio di questi animali.
Anche in alcune regioni dell’Asia è ovviamente possibile svolgere delle attività di volontariato legate alla cura degli elefanti.
Per partecipare di solito è richiesto il compimento dei 16 anni d’età, la conoscenza di una lingua straniera e sono gradite anche personalità che abbiano eseguito una formazione inerente il campo della biologia, della botanica, della zoologia o di altre facoltà naturalistiche.
Per questo genere di attività si parla di ecovolontariato, ovvero di tutte quelle pratiche volte a rendere le attività dell’uomo sostenibili affinché l’habitat e la vita degli elefanti non venga messa a rischio, e soprattutto coesista in maniera pacifica con gli insediamenti umani di queste zone.
Volontariato con elefanti in Africa
In Africa, e più precisamente al confine tra il Sudafrica e il Botswana, è possibile entrare a far parte di un progetto che si occupa di preservare e monitorare gli elefanti e la foresta di questa zona con attività di pattugliamento, costruzione di percorsi nel rispetto della natura, attività di ecovolontariato.
In genere il tempo richiesto per prendere parte a questo tipo di percorso varia dalle 2 alle 12 settimane.
In Namibia esistono diverse organizzazioni che si occupano di preservare e proteggere la comunità di elefanti diffuse nel deserto del Damaraland, spesso vittime degli umani o della mancanza di acqua causata dal clima arido della zona.
Durante quasi 20 anni d’attività, il centro si è impegnato proprio nella realizzazione di punti in cui agli elefanti fosse possibile accedere all’acqua.
Inoltre sono state create delle pattuglie finalizzate al monitoraggio, e che si occupano di identificare e tutelare gli esemplari presenti nella zona.
Queste associazioni hanno lavorato anche affinché fosse svolto un lavoro culturale nelle scuole limitrofe sul rapporto tra gli umani e gli elefanti, fornendo alle stesse strumenti didattici e informativi.
Volontariato con elefanti in India
In India esistono vari centri dove alcuni esemplari vengono curati, protetti o anche solo cresciuti prima di essere reimmessi in natura.
Tra le attività che qui è possibile svolgere vi sono la pulizia e la cura degli spazi destinati agli elefanti, ma anche la preparazione delle balle di fieno utilizzate per il loro sostentamento.
Una delle aree del centro è destinato ai cuccioli rimasti orfani (il cosiddetto orfanotrofio degli elefanti).
Qui i piccoli vengono seguiti da veterinari e biologi affinché crescano nel migliore dei modi prima di essere reimmessi, qualora possibile, allo stato brado.
Gli elefanti in genere si muovono in branco seguendo una gerarchia matriarcale: non sempre i cuccioli rimasti orfani sono in grado di tornare alla vita selvaggia dopo essere stati cresciuti in un contesto protetto e a contatto con l’uomo.
In India l’elefante è considerato una divinità, tuttavia questi animali sono stati spesso vittima di bracconaggio o della caccia ai fini di estrarre l’avorio dalle loro zanne.
I volontari che prendono parte a questo tipo di progetti sono chiamati a fare campagne di sensibilizzazione, o anche solo a prestare aiuti e migliorie ai centri finalizzati alla cura e alla salvaguardia di questi animali.
Volontariato con elefanti in Thailandia
In Thailandia, ci sono moltissimi centri che consentono di trascorrere del tempo (spesso anche solo poche settimane) mentre si lavora per la conservazione degli elefanti.
Queste attività di volontariato, si impegnano a creare campagne informative e a coinvolgere il turismo su campagne che possano permettere alle comunità locali di guadagnare senza nuocere in alcun modo agli animali.
Altre attività molto utili riguardano la pulizia dei recinti e il taglio e la semina di canna da zucchero, pianta molto coltivata in questa zona.
In Thailandia l’elefante è un animale sacro, ma allo stesso tempo si attesta che sarebbero oltre 4000 gli animali cresciuti in cattività o sfruttati dall’uomo per attività turistiche o peggio circensi.
Spesso lo sfruttamento di questi grandi mammiferi non è dovuto solamente all’ignoranza o alla cattiveria dei loro proprietari, bensì alla povertà: molte famiglie ottengono il loro sostentamento solo grazie alla proprietà di uno di questi animali.
Purtroppo la forte domanda di turismo di massa che chiede il “selfie con gli animali selvatici” comporta l’organizzazione di attività come nutrire gli animali o fare loro il bagno che in realtà non è piacevole per gli animali perché sono selvatici e come tale non apprezzano il contatto con l’uomo.
Vista l’altissima richiesta di questo tipo di esperienze, bisogna prestare particolare attenzione al centro a cui ci rivolgiamo per non incorrere in falsi santuari dove non viene garantito il benessere animale.