I rinoceronti sono possenti animali erbivori caratterizzati dalla presenza di un (o due in alcune specie) corno posto sul grosso capo, sopra il muso.
Attualmente si contano cinque specie di rinoceronti viventi: due africane e tre asiatiche.
In particolare, le due specie africane sono il rinoceronte nero e il rinoceronte bianco (che è il più grosso animale terrestre dopo gli elefanti e insieme all’ippopotamo); mentre le tre specie di rinoceronti asiatici sono meno conosciute, e sono il rinoceronte indiano, il rinoceronte di Giava e il rinoceronte di Sumatra.
Le diverse specie differiscono fra loro per alcuni tratti somatici, per il carattere, ecc., tuttavia hanno alcune caratteristiche comuni che le rendono immediatamente distinguibili dagli altri animali.
I paesi principali dove fare volontariato con i rinoceronti
All’inizio degli anni 70’ la popolazione di rinoceronti viventi sul pianeta era stimata intorno a un numero che superava i 150.000 esemplari. Ai giorni nostri, tuttavia, la popolazione di questi animali è stata decimata e oggi si contano circa 10.000 esemplari.
Purtroppo le cause di questo drastico calo del numero di rinoceronti, vanno ricercate nella caccia da parte dell’uomo.
Infatti, in primo luogo, fino a qualche decennio fa si cacciavano i rinoceronti soprattutto per scopo di intrattenimento nei safari; successivamente, è prevalso invece il bracconaggio per motivi economici.
In particolare lo scopo principale dei bracconieri è divenuto impadronirsi del corno dei rinoceronti, utilizzato in alcune culture per fare impugnature di pugnali pregiati o per la preparazione di ricette per la creazione di medicinali tradizionali (in Cina si dice che il corno di rinoceronte abbia un potere afrodisiaco per esempio).
La strage di questi animali ha portato alla nascita negli anni di aree protette, istituti e centri dedicati alla cura e alla salvaguardia dei rinoceronti, ed in cui è anche possibile anche prestare la propria opera di volontariato.
La maggior parte delle attività di salvaguardia di questi animali si è concentrata in Sudafrica, e questo è il motivo per cui il numero dei rinoceronti bianchi è attualmente di gran lunga superiore rispetto a quello degli altri esemplari della specie.
Ed infatti, ad oggi il rinoceronte nero africano è sulla via dell’estinzione, come d’altra parte il rinoceronte asiatico: restano al mondo poco più di 2000 rinoceronti Indiani, circa 350 rinoceronti di Sumatra, e una cinquantina di rinoceronti di Giava.
Ad ogni modo chi ha voglia di rimboccarsi le maniche e aiutare a salvare la popolazione di rinoceronti, unendosi a un’unità anti-bracconaggio, osservando i rinoceronti e altre grandi animali in natura, o lavorando in un orfanotrofio o in un santuario per rinoceronti, può fare questa esperienza in uno dei numerosi centri che si trovano in Sudafrica, Namibia o Tanzania.
In particolare, come anticipato, ci sono tanti posti in Africa in cui sono richiesti volontari per la salvaguardia dei rinoceronti. In questo Paese d’altra parte il rinoceronte è considerato una delle specie più iconiche e perseguitate, e per questa ragione ci sono diversi centri attivi nella salvaguardia di questo animale.
Generalmente l’accesso ai centri non è consentito ai turisti, ma è possibile andare in questi luoghi come volontari, avendo l’opportunità di collaborare nei diversi progetti che ogni anno vengono organizzati dallo staff del santuario per la conservazione della fauna selvatica.
In particolare, questa esperienza dà l’occasione agli amanti degli animali di lavorare direttamente con i rinoceronti, scoprendo la vera natura di queste creature e ottenendo una visione unica del loro comportamento, ma anche avendo la possibilità di lavorare con professionisti nel campo della conservazione ambientale, apprendendo nuove abilità e conoscenze an ambito di zoologia, scienze veterinarie e in altri campi affini.
Tipologia di attività di volontariato con i rinoceronti
Fare volontariato per la salvaguardia e la tutela dei rinoceronti, gioca dunque un ruolo fondamentale nel garantire il futuro di questi animali in via di estinzione.
I volontari che prendono parte e contribuiscono ad un progetto di conservazione ambientale dedicato ai rinoceronti, possono essere coinvolti in una varietà di attività di tutela e salvaguardia, e, in particolare: possono essere chiamati lavorare a stretto contatto con i rinoceronti, prendendosene cura, lavandoli, dandogli da mangiare e, in alcuni casi (e per chi ne ha le competenze), provvedendo alla cura della loro salute; possono essere chiamati a svolgere attività di monitoraggio e raccolta dati; possono prendere parte alle pattuglie anti-bracconaggio; possono prendere parte ad attività (organizzazione di seminari, conferenze, workshop, ecc.) per educare i bambini delle scuole sulla conservazione, la fauna selvatica e l’ambiente (d’altra parte, un obiettivo che spesso perseguono i programmi di salvaguardia ambientale, riguarda il fatto che le attività di conservazione della fauna selvatica devono andare di pari passo con l’educazione e l’impegno della comunità, per avere un reale effetto positivo).
Inoltre, il volontariato è un’opportunità unica anche per immergersi completamente in un nuovo paese e in una nuova cultura, perciò in queste esperienze è possibile che i volontari sperimentano in prima persona la vita quotidiana del luogo in cui prestano la propria opera.
Non sono richiesti requisiti particolari per prendere parte ai diversi progetti con i rinoceronti (tranne nel caso di quelli che prevedono mansioni particolarmente tecniche ovviamente). Dunque, i requisiti generalmente richiesti per partecipare, sono: l’età minima di 18 anni (anche se ci possono essere delle esenzioni per chi ad esempio fornisce l’autorizzazione del proprio tutore legale, o se si è accompagnati dai genitori); la conoscenza della lingua inglese (livello base); la passione per la conservazione della fauna selvatica. Inoltre, i volontari devono essere sia mentalmente che fisicamente idonei a lavorare in climi estremi, e capaci di vivere in un ambiente isolato.
Comunque, generalmente, prima dell’inizio dei progetti i membri dello staff del centro ospitante forniscono formazione per la corretta partecipazione al progetto, e, comunque, provvedono alla supervisione dei volontari durante tutta l’esperienza di volontariato.
Gli studenti che studiano biologia della conservazione, conservazione della fauna selvatica, scienze ambientali, zoologia, educazione, scienze veterinarie, o che hanno un titolo correlato a queste materie, possono prendere parte ai progetti di volontariato, chiedendo anche che l’esperienza sia valida come tirocinio.
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