Una guida scritta da Alessandro Nicoletti, fondatore di Keep the Planet, per tutti gli amanti della natura africana. Se hai il sogno di fare un viaggio naturalistico in Kenya, questa guida ti aiuterà a partire al meglio.
Se avete in programma un viaggio in Kenya qui trovate tutte le informazioni pratiche sull’ingresso nel paese, i visti e tanto altro.
Noi di Keep the Planet come associazione ecologista incentiviamo l’ecoturismo perché è grazie al turismo sostenibile che si può difendere ampie aree e dedicarle ai parchi naturali.
Il Kenya fortunatamente è riuscito meglio di altri a proteggere il suo patrimonio naturalistico e faunistico.
Quando pensi all”Africa non puoi non pensare al Kenya: etnie tribali, infinite savane, epiche migrazioni animali, leoni contro gazzelle, tutto questo è il Kenya. Preparati ad un’avventura unica, un viaggio straordinario nel continente nero rivolto alla conservazione.
Il Kenya rappresenta la quintessenza dell’Africa, la terra da cui è nato il genere umano, con uno dei più grandi patrimoni faunistici al mondo.
Qui ci sono le immense savane del Masai Mara che rappresentano al meglio l’anima della natura africana, dove è ovviamente possibile vedere da vicino i grandi felini amati in tutto il mondo e dove avviene la mitica grande migrazione degli gnu, uno degli spettacoli più belli al mondo.
In Kenya troverai inoltre anche la terra di popoli fieri delle proprie tradizioni come i Masai.
Viaggio naturalistico in Kenya: informazioni generali
Il Kenya è uno Stato situato in Africa orientale, confinante a nord con Etiopia e Sudan del Sud, a sud con la Tanzania, a ovest con l’Uganda, a nord-est con la Somalia e bagnato ad est dall’oceano Indiano. Nairobi ne è la capitale e la città più grande.
Pieno di numerose bellezze naturali, il suo territorio, in particolare, è ricco di foreste, monti, zone lacustri, ed è il luogo in cui è situata la rinomata Rift Valley.
Oltre alla natura incontaminata il Kenya è uno Stato con un tasso di biodiversità tra i più alti dell’intero pianeta. Si possono trovare nelle sue terre animali selvaggi simbolo come i leoni, gli elefanti o i rinoceronti.
Il Kenya è un paese sicuro per viaggiare?
Come per tutti i paesi del mondo, la risposta alla domanda è dipende, dipende infatti da dove viaggi e soprattutto come.
Il Kenya è considerato un paese tranquillo, sia dal punto di vista politico che sociale, tuttavia in alcune aree operano dei gruppi terroristici.
Ci sono delle zone tranquille per il viaggiatore come le zone confinanti con la Tanzania, e altre da evitare come quelle al confine con la Somalia.
Nelle popolose città come Nairobi e Mombasa è consigliato un comportamento prudente, soprattutto di notte, come succede nelle nostre città italiane.
Come spostarsi in Kenya?
Spostarsi in Kenya non è troppo difficile e lo si può fare tranquillamente anche con i mezzi pubblici. I mezzi principali e più economici per fare i lunghi spostamenti sono i matatu, che non sono altro che pulmini che vengono caricati fino a che non sono completamente pieni.
Per spostarsi in Kenya esistono anche gli autobus normali, che forse sono una valida alternativa se dovete percorrere tratte più lunghe dove è richiesta un po’ di comodità in più.
Per gli spostamenti brevi invece ci sono i moto-taxi (chiamati anche bajaj nelle zone costiere o piki-piki nelle zone interne) e i tuc-tuc.
Visto e denaro in Kenya
Chiunque intenda visitare il Kenya ha bisogno di un visto d’ingresso, sia per motivi di turismo che di transito o di lavoro. Esiste la possibilità di scegliere se effettuare la procedura di eVisa prima della partenza o richiedere il visto direttamente all’arrivo in Kenya.
Al momento non è quindi obbligatorio ottenere il visto elettronico prima della partenza, anche se è altamente consigliato soprattutto per risparmiare tempo e per non rischiare eventuali rifiuti o sorprese spiacevoli.
Il costo del visto turistico all’arrivo è di 50 dollari.
La valuta del Kenya è lo scellino keniota (Ksh o Kes), un euro vale circa 113 Kes.
È possibile cambiare i soldi prima di partire o in qualsiasi sportello di cambio, però conviene prelevarli direttamente sul posto dagli sportelli ATM che troverete sia in aeroporto sia in città in modo da avere il tasso di cambio corretto.
Generalmente gli euro e i dollari americani vengono accettati ovunque, mentre le carte di credito dei principali circuiti, quali MasterCard e VISA, vengono accettate solo nei centri turistici. I dollari americani devono essere emessi dopo il 2000.
Situazione sanitaria in Kenya
In generale, la Provincia Centrale e Nairobi si ritiene abbiano le migliori strutture, mentre la provincia nord-orientale si trova ad essere tra le zone più sottosviluppate.
In Kenya esiste il pericolo malaria, rivolgiti al tuo medico per capire quali e quante vaccinazioni fare.
Anche se sei giovane e forte, l’imprevisto può succedere e quando esci dai confini europei non avere un’assicurazione è da incoscienti.
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Il periodo migliore per visitare il Kenya
Chi vuole visitare il Kenya deve innanzi tutto valutare quale è il periodo migliore dell’anno in base alle condizioni climatiche.
Il Kenya è un Paese che può essere idealmente diviso in tre zone: quella dell’altopiano (in cui si trovano Nairobi, Masai Mara, Amboseli, Tsavo, Eldoret e Nakuru), quella costiera e le zone aride. A queste tre zone, corrispondono tre tipi di clima molto diversi tra loro. E così si passa dalla temperatura calda e umida lungo la costa, a quella temperata dell’ovest e del sud-ovest del Paese in cui sono situate le montagne e gli altopiani, per finire al clima torrido e arido del nord e dell’est.
Dunque, premesso che i mesi di marzo, aprile, maggio e settembre rappresentano quelli in cui le piogge si abbattono sul Paese, motivo per cui (nonostante i prezzi si abbassino notevolmente) è sconsigliabile partire per visitarlo, tra i periodi migliori per andare in Kenya c’è senza dubbio quello di gennaio e febbraio.
A gennaio, in particolare, le giornate sono calde e si possono osservare gli animali mentre si abbeverano dai pozzi d’acqua.
Inoltre è il periodo dell’anno in cui gli uccelli migratori si preparano a ripartire, ed è perciò possibile vederli stanziare nei laghi.
Un altro bel periodo per andare in Kenya è poi quello dei mesi di giugno, luglio ed agosto.
Ed infatti giugno è il mese che segna generalmente la fine della stagione delle piogge, ed è caratterizzato dal fatto che la savana rifiorisce e gli gnu migrano. Luglio ed agosto invece, sono mesi in cui è facile osservare i grandi mammiferi come elefanti, rinoceronti e giraffe, che si spostano nei pascoli più interni.
Altri mesi in cui il Kenya è bello da visitare ed il clima consente di svolgere diverse attività, sono quelli di novembre e dicembre. Sono infatti mesi in cui il flusso turistico è più basso ed i prezzi moderati, ma anche in cui è ancora possibile fare safari in quasi tutti i parchi nazionali più importanti del Paese, perché gli animali sono ancora attivi. In particolare, è possibile in questo periodo osservare diverse specie di uccelli migratori che fanno ritorno in Kenya per scappare al freddo inverno.
Problemi ambientali in Kenya
Erosione del terreno, desertificazione e deforestazione sono i principali problemi ambientali che il paese deve purtroppo affrontare.
La natura incontaminata del Kenya è continuamente messa a dura prova dai problemi ambientali, ed in particolare dalle crisi climatiche e dalle conseguenze dell’attività umana.
Ad esempio, un grave problema in Kenya è rappresentato dallo sfruttamento intensivo delle risorse forestali; nonché dal fatto che oltre la metà dei nuclei familiari del Paese impiega la legna come combustibile per uso domestico.
Altri problemi legati all’ambiente riguardano poi la riduzione del regime delle piogge e della portata dei fiumi, con picchi di piena imprevedibili, che causano frequenti alluvioni.
Oppure il bracconaggio che, sebbene contrastato duramente dal governo, ancora oggi affligge il Paese.
Il Kenya, ha un alto tasso di crescita demograficache porta inevitabilmente ad fabbisogno maggiore di legna da ardere e di terra da coltivare. Soltanto l’8,2% del territorio è coltivabile, anche se i sistemi agricoli degli altipiani del Kenya sono fra i più produttivi di tutto il continente.
L’aumento dell’uso di pesticidi e di fertilizzanti in agricoltura ha provocato inoltre un importante inquinamento idrico; soltanto il 46% della popolazione rurale ha disponibilità di acqua potabile e sicura.
Aree protette in Kenya
La necessità di tutelare un così grande numero di specie animali è stata soddisfatta dal governo del Paese mediante la creazione di aree protette, riserve e parchi nazionali.
Il Kenya è dunque uno Stato il cui territorio è occupato da una grande quantità di aree protette.
Ad esempio a Nairobi, la capitale del Kenya, c’è la riserva Maasai Mara, ogni anno invasa dai turisti, e famosa per le annuali migrazioni di gnu; oppure c’è il Parco Nazionale Amboseli, in cui si può ammirare il famoso monte Kilimangiaro.
Un’altra area protetta molto bella da visitare è poi la riserva naturale Soysambu, situata nella provincia della Great Rift Valley, che ospita diverse specie di uccelli e mammiferi, come bufali. zebre, leoni, antilopi, gazzelle, iene, leopardi, ippopotami, nonché la famosa giraffa Rothschild.
Oltretutto, a pochi chilometri di distanza dalla riserva si trovano il lago Naivasha, il lago Nakuru e l’Hell’s Gate National Park.
Imprescindibile una visita al mitico Parco nazionale dello Tsavo, il più grande del Kenya, dove l’abbondanza di animali selvatici è davvero impressionante: bufali, gnu, giraffe, elefanti, impala, antilopi, gazzelle, zebre, struzzi, rinoceronti e facoceri, ma anche predatori quali leoni, ghepardi, leopardi, iene, sciacalli e avvoltoi, senza dimenticare i coccodrilli e gli ippopotami, solitamente visibili nella frescura dei fiumi e dei laghi.
Flora e fauna del Kenya
Il Kenya possiede una straordinaria biodiversità, che rispecchia la varietà delle differenti condizioni climatiche e morfologiche del suo territorio. Il Kenya è uno dei Paesi al mondo con il più alto numero di specie animali.
L’antica foresta equatoriale sopravvive in alcuni lembi della fascia costiera e lungo i fiumi, dove prende l’aspetto della foresta a galleria; in molti punti essa ha lasciato il posto a una foresta secondaria formata da cespugli, eriche, felci arboree, ficus, bambù, liane ed epifite.
Lungo il litorale sono presenti foreste di palme, mangrovie, teak e sandalo, mentre le zone palustri del lago Vittoria sono il regno di canneti, papiri e grandi acacie.
Le montagne presentano verso l’alto una successione spettacolare di fasce vegetali: alla quota di 2500 m la foresta umida ed estremamente vigorosa via via dirada, passando in savana e poi in praterie grasse dove s’impongono seneci, lobelie giganti ecc.; più in alto si giunge alla prateria di tipo alpino e infine si ha il passaggio verso l’ambiente nivale.
Lungo le coste crescono foreste di palme, mangrovie, teak e sandalo, mentre le aree pianeggianti sono caratterizzate da estesi tratti di savana alborata con baobab, euforbie e acacie.
Dove le piogge si fanno più abbondanti cresce la savana-parco, mentre nelle zone meno piovose si ha la steppa dal manto erboso.
Nelle sue terre vivono i famosi big five (l’Elefante, il Rinoceronte, il Leone, il Bufalo ed il Leopardo), ma anche molte altre specie. Ci sono ghepardi, ippopotami, giraffe, scimmie, zebre e temibili predatori come le iene ad esempio.
Il Kenya è poi una meta gettonatissima per gli ornitologi e gli amanti del birdwatching. Infatti nel Paese si contano circa 1100 di specie di uccelli diversi, si stima che ogni anno circa 6 milioni di uccelli diversi emigrano verso l’Africa.
Tra le specie migratorie ci sono ad esempio il piovanello tridattilo, il chiurlo piccolo, il voltapietre o la Beccaccia di mare, che emigrano soprattutto per riprodursi.
Ma ci sono anche razze che stanziano in Kenya tutto l’anno, come l’airone, il martin pescatore, le cicogne, le aquile.
Ci sono poi anche alcuni uccelli lacustri, come il pellicano ed i fenicotteri rosa.
Viaggiare alternativo in Kenya: volontariato ambientale
Chi vuole andare a visitare il Kenya può farlo seguendo un itinerario tradizionale, o anche viaggiando come ecoturista o volontario ad esempio.
Infatti, considerata la risorsa che l’habitat naturale rappresenta per questo Paese, il tema della tutela ambientale ha da sempre indirizzato le scelte politiche del governo kenyano, ed inoltre ha comportato la costituzione di numerose associazioni, che hanno l’obiettivo di tutelare l’ambiente.
In genere, chi prende parte ad un’esperienza di volontariato in Kenya ad esempio, oltre a godere delle bellezze del paese, ha anche la possibilità di prendere parte ad attività pratiche e di ricerca.
Per esempio, i volontari possono essere coinvolti in studi sulle popolazioni di mammiferi, uccelli e piante; nella rimozione delle specie di piante aliene o troppo invasive; in studi sulla biodiversità o nelle osservazioni della fauna selvatica; in alcuni casi, possono anche essere chiamati a prendere parte alle pattuglie anti-bracconaggio.
Scopri la natura kenyana vivendo a contatto con le popolazioni e gli attivisti locali che hanno dato vita ad una meravigliosa rete di associazioni ambientaliste.
Aiutaci a proteggere la fauna africana, partecipa ai nostri progetti di conservazione che ricoprono molte tipologie: avrai la possibilità di lavorare nelle ONG, nei centri di riabilitazione per animali e progetti scientifici.
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