Chi è il veterinario comportamentalista e come diventarlo

Tra tutte le professioni in ambito scientifico a contatto con natura e animali, probabilmente la più sicura in termini occupazionali è medicina veterinaria.

Non è certo un mistero che molti giovani vogliano diventare veterinari, ma in questo articolo vogliamo concentrarci su una specializzazione meno conosciuta, quella del veterinario comportamentalista.

Se vogliamo utilizzare un termine generico, possiamo definire il veterinario comportamentalista come lo psicologo degli animali che deve indagare i comportamenti e analizzare eventuali distrurbi.

Il principale sbocco occupazionale è ovviamente quello legato agli animali domestici, pensiamo ad esempio ai disturbi comportamentali che alcuni cani possono mostrare, o negli animali utilizzati nelle competizioni come ad esempio i cavalli.

Ma il veterinario comportamentalista non si ferma qui, può anche trovare sbocco negli zoo e nei centri di recupero della fauna selvatica, nei Cras, nei parchi regionali e nazionali.

Il veterinario comportamentalista diventa una figura chiave anche nei progetti di conservazione delle specie in pericolo, pensiamo ad esempio nei casi dove ogni singolo individuo di una specie diventa fondamentale per la sopravvivenza della specie stessa.

La nascita di questa figura professionale

veterinario comportamentalistaIl medico esperto in comportamento animale è una figura professionale relativamente recente.

Questo perché è solamente negli ultimi anni, con l’aumento del numero degli animali domestici, che questa figura professionale ha trovato maggiori opportunità lavorative.

Rispetto al passato infatti, c’è un considerevole aumento nel possesso di animali come cani e gatti. Forse le ragioni sono nel maggior bisogno delle persone di non sentirsi sole, oppure perché le persone hanno sempre più tempo e denaro da dedicare agli animali domestici.

Molti studi hanno dimostrato che avere un animale domestico può essere molto benefico per la salute mentale e fisica delle persone, e questo può essere un altro motivo per cui le persone decidono di prenderne uno.

La maggiore vicinanza tra uomo e animali ha inevitabilmente portato anche alla nascita di questa nuova figura professionale.

Cosa fa un veterinario comportamentalista?

Il veterinario specializzato in comportamento animale ha un ruolo impegnativo e complesso: deve infatti essere in grado di utilizzare tutte le proprie conoscenze mediche per stabilire una diagnosi e un’eventuale cura nell’animale con problemi di comportamento.

Spesso, infatti, i comportamenti anomali possono essere causati anche e sopratutto da malattie organiche, come problemi neurologici o metabolici.

Il dolore nei animali può essere difficile da rilevare, purtroppo non sanno comunicare nella nostra lingua.

Il veterinario deve quindi essere in grado di fare una diagnosi accurata e di escludere o comprendere la presenza di altre malattie che, se non trattate, possono compromettere il successo del trattamento comportamentale.

Fortunatamente, è possibile richiedere l’aiuto di altri specialisti altamente qualificati e lavorare in team che può suggerire e effettuare gli opportuni esami diagnostici e avviare le terapie più appropriate.

Spesso, infatti, per comprendere il motivo per cui il cane ha un determinato comportamento è necessario eseguire esami del sangue, ecografie o risonanze magnetiche. È pertanto il veterinario che può intraprendere la giusta azione, avendo le competenze per unire i vari pezzi di un puzzle molto complesso.

Questo lavoro è fondamentale, pensiamo ad esempio a tutti i casi di sofferenza e maltrattamento animale, individuare la causa per recuperare l’animale è fondamentale per il successo del lavoro stesso.

Come diventare veterinario comportamentalista?

Per diventare un veterinario comportamentalista, è ovviamente necessario seguire dei passi specifici.

Il primo e ovvio passo è quello di laurearsi in veterinaria: per diventare un veterinario comportamentalista, è necessario prima diventare un veterinario. Ciò significa completare un programma di laurea in veterinaria presso un’università accreditata.

Dopo aver conseguito la laurea, è necessario fare pratica sul campo presso una clinica veterinaria per acquisire esperienza se si vuole lavorare con gli animali domestici, oppure fare un’esperienza con gli animali selvatici.

Noi di Keep the Planet siamo specialisti in questo campo, abbiamo infatti realizzato l’unico database esistente sulle oltre 200 strutture che offrono queste opportunità.

Per diventare un veterinario comportamentalista, è necessario inoltre completare un programma di specializzazione in comportamento animale.

Ci sono diverse opzioni per questa specializzazione, come corsi di formazione a distanza o veri e propri programmi di dottorato.

Il successivo passo è quello di iscriversi all’ordine dei veterinari: una volta completata la specializzazione, è necessario infatti iscriversi all’ordine dei veterinari per abilitarsi alla professione.

In questo ambito la formazione non finisce mai, è infatti importante continuare a formarsi continuamente per rimanere aggiornati sugli ultimi sviluppi nel campo. Ciò può includere la frequenza di corsi di aggiornamento o conferenze professionali.

Un punto di riferimento è la Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani FNOVI.

Sbocchi professionali medico specializzato in comportamento animale

Il più ovvio sbocco professionale per il veterinario comportamentalista è certamente quello delle cliniche veterinarie che si occupano della cura degli animali domestici.

Il veterinario comportamentalista può anche offrire consulenze private a proprietari di animali domestici che hanno problemi comportamentali con i loro animali, oppure lavorare in istituti di addestramento per animali, dove può aiutare a addestrare gli animali e a risolvere eventuali problemi comportamentali.

Un’altra opportunità può derivare dalla consulenza per l’industria, ad esempio per il settore alimentare o per il settore dei produttori di integratori per animali da compagnia.

Questi sono certamente il luogo di lavoro prevalente, ma chi ha ambizioni diverse e vuole lavorare con gli animali selvatici, può andare oltre.

Il veterinario comportamentalista può infatti lavorare in ambito accademico o di ricerca, dove può contribuire allo sviluppo di nuove tecniche e metodi per il trattamento dei problemi comportamentali negli animali selvatici e specializzarsi per lavorare nei centri di recupero della fauna selvatica.

Un medico specializzato in comportamento animale che si occupa di fauna selvatica può lavorare in diversi ambiti come ad esempio all’interno dei rifugi per animali selvatici. Qui il veterinario può occuparsi della cura degli animali e dei loro problemi comportamentali.

Oppure nei parchi naturali dove può aiutare a monitorare e a prendersi cura degli animali selvatici problematici. Pensiamo ad esempio agli orsi che si avvicinano troppo alle case, o ai lupi che attaccano i greggi.

Il veterinario comportamentalista può anche lavorare in ambito accademico o di ricerca, dove può contribuire allo sviluppo di nuove tecniche e metodi per il trattamento dei problemi comportamentali negli animali selvatici, fornendo anche consulenze sulla gestione degli animali selvatici e su come proteggere le specie in pericolo.

Lo specializzato in animali selvatici può anche alleviare le sofferenze degli animali utilizzati per l’industria, pensiamo agli animali utilizzati dal turismo, o per la realizzazione di film o spettacoli nei circhi. ad esempio per il settore della produzione di animali da zoo o per il settore dei film o della televisione che utilizzano animali selvatici.

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