Quali sono le principali tipologie di foreste

Noi di Keep the Planet pensiamo che prima di poter proteggere qualcosa bisogna prima amarla, e per amarla bisogna prima conoscerla.

Ecco perché il primo passo verso la deforestazione zero è la conoscenza e lo studio delle foreste. Foreste che non sono tutte uguali, ma anzi hanno una chiara e netta distinzione.

Lo straordinario polmone verde denominato foresta e riconoscibile per le distese impreziosite da alberi ad alto fusto e fitta vegetazione, nonché dal copioso numero di specie che la abitano, prevede al suo interno un ventaglio di tipologie che variano per area geografica e suddivisione botanica.

Pensare alla foresta come a quel luogo universale,  senza distinzione di origine e specie, è uno degli errori più frequenti nei quali chiunque di noi corre il rischio di cadere.

Innanzitutto bisogna distinguere la foresta, che secondo il FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, prevede che abbia una superficie minima di 0,5 ettari, e il bosco che, secondo la precedente organizzazione, rientra invece nella superficie inferiore ai 0,5 ettari.

Ne consegue che di foresta si può parlare solo da un determinato numero di aree in poi.

Oltre a questa suddivisione, bisogna poi distinguere le foreste primarie, quelle cioè ancora allo stato originale, e foreste secondarie, quei luoghi che, dopo danni di varia natura, hanno richiesto l’intervento o la modifica dell’uomo.

Tipologie di foresta

Le foreste nascono e si sviluppano in quei luoghi in cui la combinazione di clima e suolo crea le condizioni migliori per permettere agli alberi di crescere con continuità sul terreno.

É la variabile del clima e dell’area geografica a decretare il tipo di foresta. Si è già anticipato quanto incida in maniera consistente anche la suddivisione botanica e quella geografica.

Nella prima troviamo specie che dominano la foresta in base alle condizioni ambientali del luogo: igrofile, cioè un clima umido che contraddistingue foreste tropicali umide, foreste ripariali o planiziali temperate; mesofile, cioè con un clima mediamente umido che contraddistingue invece le foreste submediterranee e temperate; xenofile, con clima asciutto previsto in foreste mediterranee, africane a palme e acacia.

Anche le specie arboree contribuiscono al carattere della foresta: in quelle conifere troviamo abeti e pini e sono tipiche delle zone fredde; a latifoglie decidue, nelle quali vi è un gran numero di faggi, querce e aceri, troviamo le foreste delle zone temperate; a latifoglie sempreverdi, con mangrovie e ebano, le foreste tropicali.

La suddivisione geografica, come si evince dal nome stesso, decreta invece la tipologia della foresta a seconda della loro latitudine. È per questo che oggi possiamo distinguere la foresta equatoriale, tropicale, mediterranea, boreale.

Le foreste pluviali tropicali ed equatoriali

Entriamo adesso nello specifico di ciascuna tipologia, partendo dalle foreste tropicali, quelle cioè che ricoprono il 50% della superficie terrestre.

Le foreste pluviali tropicali, sono aree verdi localizzate nella fascia equatoriale ed è tipico trovarle in Africa, Asia, Australia, America Centrale, Messico e Sud America.

Queste foreste si caratterizzano per il numero massimo di biodiversità al loro interno, da sole ospitano infatti metà delle specie animali e vegetali dell’intera Terra.

Il clima all’interno di questo bioma è equatoriale e si caratterizza per la stabilità annuale e la totale assenza di variazioni stagionale. Essa si contraddistingue per l’elevata umidità e le consistenti precipitazioni che consentono alla folta vegetazione di non cessare il proprio sviluppo.

La foresta pluviale tropicale comprendono un così elevato numero di specie vegetali, insetti e microorganismi da non essere ancora stati scoperti dagli scienziati.

Nelle zone tropicali sono tipici i pipistrelli e uccelli grandi e piccoli come pappagalli, colibrì e uccello del Paradiso.

Frequenti sono anche i serpenti, i rettili, i gechi, le varie specie di scimmie come gli scimpanzè e i gorilla e grossi carnivori come il giaguaro, il leopardo, la tigre e mammiferi erbivori come il tapiro.

Le foreste subtropicali

Molto simili alle foreste tropicali sono quelle subtropicali, quelle che hanno delle temperature calde ma non eccessive e una grande quantità di biodiversità al loro interno.

Nonostante siano considerate ambiente caldo, queste vivono una stagione fredda di notevole intensità e si caratterizzano per specie animali e vegetali che non hanno alcuna vulnerabilità ai rigidi climi invernali.

Queste si collocano nel mezzo tra le foreste tropicali e quelle temperate e svolgono il ruolo di dimora invernale per la fauna migratoria selvatica.

Le foreste temperate

Le foreste temperate hanno una loro suddivisione interna a seconda dell’area geografica nella quale sorgono ma in generale si possono racchiudere sotto quel bioma caratterizzato da clima temperato senza stravolgimento stagionali.

La maggior parte di queste è situata negli Stati Uniti e quelle Europee sono quasi del tutto scomparse sotto il disboscamento da parte dell’uomo.

La loro varietà prevede anche una serie di diverse tipologie arboree; possono essere a conifere e ricche di alberi sempreverdi o a latifoglie e con alberi che si spogliano di anno in anno.

Il clima delle stagioni invernali compromette il numero di specie animali, costretti ad andare in letargo o a migrare verso aree dai climi più caldi.

La vegetazione tipica è ad alto fusto, generalmente decidue o caducifoglie mentre dal punto di vista animali sono tipici i lupi, gli orsi, le volpi, le linci, i cervi e i cinghiali.

Foresta mediterranea

A sud della foresta temperata, nella zona costiera del Mediterraneo, si erge la foresta mediterranea. Questa abbraccia la California, alcune zone del Cile, l’Africa meridionale e l’Australia occidentale.

Questa foresta si caratterizza per la transizione del clima da mediterraneo a continentale. Nel periodo invernale si distingue per le frequenti precipitazioni, sebbene di durata limitata che comporta un periodo di siccità in estate.

La vegetazione è composta da alberi a foglia larga, da latifoglie caducifoglie, mesofile e termomesofile. Le specie arboree tipiche sono il tasso, l’agrifoglio, l’acero e il castagno.

Foreste boreali

Le foreste boreali sono ricche di alberi decidui e conifere e, come si evince dal nome, coprono vaste aree delle regioni sub-artiche boreali, compreso Canada, Alaska e Russia.

Queste si presentano come foreste ricche di biodiversità e specie animali particolarmente inclini a sopportare climi rigidi tutto l’anno.

Sono presenti al suo interno, infatti, animali come le renne caribù e altre specie animali che hanno la resistenza fisica a lunghi percorsi migratori.

Nella taiga americana e euro – asiatica, sono frequenti le alci, divise in europee, siberiane e americane, il cervo, il capriolo, l’orso grigio, meglio noto come Grizzly, il lupo, la volpe rossa e la tigre siberiana.

Vuoi supportare le nostre azioni? Oppure vuoi diventare parte attiva del cambiamento? Entra nella nostra squadra.

1 commento su “Quali sono le principali tipologie di foreste”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Diventa parte attiva del cambiamento

ISCRIVITI GRATIS ALLA GREEN COMMUNITY

Unisciti gratuitamente alla community di Keep the Planet su Telegram