Un safari in Africa è l’esperienza da sogno di molti viaggiatori da fare almeno una volta nella vita.
Immergersi nella natura selvaggia e avvistare non solo i leggendari “big five” (bufali, leoni, leopardi, elefanti e rinoceronti), ma un’esplosione di biodiversità che spazia dalle grandi savane africane, alle impervie foreste del Congo, fino alle coste mozzafiato del Sudafrica.
Solo in Africa puoi ammirare i gorilla di montagna, le mandrie infinite di gnù che migrano alla ricerca di cibo, i leoni che cacciano le loro prede, le zebre che pascolano tranquille, le giraffe che corrono e una miriade incredibile di altri animali che vivono tranquilli nel loro habitat naturale.
Bene, preparati un tè o caffè a seconda dei gusti, mettiti seduto comodo e preparati a leggere una delle guide più complete del web sul safari in Africa.
Questa è una guida scritta a quattro mani da me, Alessandro Nicoletti il fondatore di Keep the Planet, e Lorenzo Langini, giovane, ma esperto viaggiatore che ha deciso di contribuire alla conservazione dell’ambiente condividendo tutta la sua esperienza di viaggio.
L’Africa è un continente meraviglioso e maledetto allo stesso tempo, la sua immensa ricchezza infatti è anche la sua stessa condanna perché questa attira l’attenzione del potere economico capitalistico sempre in cerca di risorse naturali quali oro, diamanti, petrolio, minerali, eccetera.
Noi europei abbiamo una visione sicuramente distorta del continente africano che da solo potrebbe tranquillamente uscire dal vortice di problemi nel quale è avvolto proprio grazie al suo immenso ed unico patrimonio naturalistico.
Ed è proprio questo di cui io e Lorenzo vogliamo parlarvi, di questo immenso tesoro naturale ricco di flora e fauna che da millenni affascina e attira la società degli uomini.
Questa ricchezza che rende possibile una delle attività più belle e interessanti e cioè il safari.
La parola safari deriva dallo swahili, una delle lingue africane più diffuse, e significa lungo viaggio, ma che oggi viene utilizzata per indicare un’escursione naturalistica in parchi o riserve con l’obiettivo di avvistare fauna selvatica.
Esistono diversi tipi di safari che sono caratterizzati dall’attività che si andrà a svolgere:
- Safari classico: detto anche game drive, consiste in lunghi tour generalmente in fuoristrada 4×4 o pulmini che si svolge generalmente o all’alba o al tramonto, momenti della giornata migliori per l’avvistamento degli animali.
- Fotosafari: safari dedicato agli amanti della fotografia naturalistica.
- Safari notturno: simile al safari classico, solo che si svolge di notte per avvistare gli animali notturni che sono molto numerosi in Africa.
- Safari in barca: in alcuni parchi africani l’utilizzo della barca è il mezzo migliore per spostarsi e avvistare la fauna locale.
- Safari a piedi: a differenza della savana aperta, alcuni parchi sono visitabili solamente a piedi come ad esempio il trekking con i gorilla in Uganda.
- Safari di caccia: che ovviamente non significa bracconaggio di specie selvatiche in via d’estinzione, ma delle riserve più o meno grandi spesso di proprietà privata dove al suo interno è permessa la caccia di specie spesso allevate. Purtroppo vengono concessi permessi anche per specie protette quali rinoceronti ed elefanti.
In questo ambito ci occuperemo di tutti i tipi di safari eccetto quello di caccia che come associazione non sopportiamo e non consigliamo di effettuare.
Nonostante il safari di caccia sia quello più cruento e quindi condannabile, non dimentichiamoci che anche lo stesso safari fotografico ha un notevole impatto sull’ambiente in quanto la presenza umana ha sempre un riscontro negli animali che possono abituarsi alla nostra presenza danneggiando la loro etologia.
Ecco perché, quando si prende parte ad un safari in Africa si devono tenere determinati comportamenti che riducono il nostro impatto sull’ambiente.
Norme di comportamento per un safari in Africa responsabile
Visto che paga, il turista cafone si sente spesso in diritto di comportarsi come meglio crede, come se fosse a casa sua.
Bene, i parchi nazionali non sono casa di nessuno, sono anzi un patrimonio di tutti e come tale vanno rispettate certe norme e comportamenti da minimizzare l’impatto della propria visita.
L’impatto zero ovviamente non esiste, il solo modo per non infastidire gli animali sarebbe quello di non andare affatto, ma l’ecoturismo è spesso e volentieri la sola forma per impedire la devastazione ambientale.
Alcune aree infatti si sono preservate solamente grazie alle attività legate al turismo che hanno creato una economica alternativa che da sostentamento ai locali che si sono quindi trasformati nei primi guardiani della fauna selvatica.
Fare ad un safari in Africa è un’esperienza unica e indimenticabile, ma non dimenticatevi di portare rispetto al paese che visitate e agli animali che si lasceranno ammirare da voi:
- Attenetevi strettamente alle indicazioni fornite dalla guida;
- Rispettate gli orari concordati;
- Non portare con sé armi, esplosivi, materiale infiammabile;
- Fumare solo nelle aree dedicate;
- Non gettare rifiuti come lattine, bottiglie, buste di plastica, mozziconi ecc. a terra;
- Tenete la spazzatura con voi e riporla negli appositi spazi fuori dai parchi;
- Non scendere mai dal veicolo senza il permesso della guida;
- Non raccogliere nulla all’interno dei Parchi, compresi sassi, fiori, eccetera;
- Essere più silenziosi possibili;
- Non gridare, non fischiare, non molestare gli animali;
- Non partecipare al safari se non si è in grado di controllare il comportamento del proprio figlio;
- Non dare da mangiare agli animali;
- Non tentare di toccare nessun animale;
- Rimanere seduti mentre il veicolo è in movimento;
- Non sporgersi dai finestrini;
- Non utilizzare il flash fotografico;
- Rinunciare al tour in caso di malattia.
Queste sono solo alcune delle norme di comportamento per partecipare ad un safari, affidatevi sempre ai consigli e alle regole della guida responsabile del safari.
Il periodo migliore per partecipare ad un safari
Il continente africano è gigantesco e ovviamente offre l’opportunità di un viaggio safari durante tutto l’anno.
Ogni parco e nazione ha il suo periodo ideale per essere visitato specialmente se consideriamo che in certi periodi dell’anno alcuni animali sono più facili da avvistare.
Per quanto riguarda il Sudafrica, marzo, aprile e maggio sono il periodo migliore per visitare il Sudafrica, non solo per la mitezza del clima, ma per la diminuzione delle piogge. Per visitare il Parco Kruger si consiglia di andare nel periodo compreso tra maggio ad ottobre.
Stesso periodo per la Namibia cioè i mesi tra maggio e ottobre che coincide con la stagione invernale e secca così da evitare il caldo torrido dell’estate che va da novembre ad aprile.
Il periodo migliore per una visita del Botswana va da aprile a settembre, quando il caldo non è eccessivo ed il clima è secco e la scarsa vegetazione permette la ricerca degli animali selvatici con più facilità.
Stesso periodo per il Mozambico famoso per le sue spiagge incontaminate.
Salendo verso nord, troviamo paesi famosi per il safari come il Kenya, la Tanzania, il Ruanda e l’Uganda.
Il periodo migliore per visitare la Tanzania coincide con i mesi di Luglio, Agosto e Settembre (stagione secca lunga), che sono i più freschi, i più soleggiati e i meno piovosi.
Anche i mesi di fine Dicembre, Gennaio e Febbraio (stagione secca breve) sono ottimi per viaggiare, soprattutto verso le località di mare date le temperature leggermente più alte.
Per quanto riguarda il Kenya, il periodo migliore per andarci è nei mesi di febbraio e marzo durante la stagione secca o tra giugno e settembre.
Da non perdere la Grande Migrazione tra Kenya e Tanzania.
La Grande Migrazione è quel fenomeno naturale per cui milioni di gnù, antilopi, impala, zebre e gazzelle si muovono in massa tra Kenya e Tanzania attirando ovviamente le attenzioni dei grandi predatori. Il fenomeno avviene durante tutto l’anno, ma per vederla bisogna seguire attentamente gli spostamenti durante i vari periodi dell’anno.
Per quanto riguarda Uganda e Ruanda per l’avvistamento dei gorilla di montagna, a causa del clima piuttosto umido che caratterizza i parchi nazionali in cui questi gorilla vivono, i periodi migliori per visitare i parchi sono da giugno a settembre, oppure da dicembre a febbraio.
I 10 parchi africani più belli dove effettuare un safari fotografico
Questa lista scritta insieme a Lorenzo ci indica i 10 tra i parchi nazionali africani più belli da visitare almeno una volta nella vita perché non solo avrete la possibilità di vedere i grandi felini e tutti gli altri animali tipici delle savane, ma contribuirete in modo sensibile e concreto alla conservazione di questo fragile ecosistema.
10) PARCO NAZIONALE di KAKUM in GHANA
È uno tra i parchi più attrezzati del paese, ricoperto da foreste pluviali in cui la biodiversità della flora è tale da contare oltre 200 specie di vegetali per ettaro.
Si trova presso Kakum, a circa 20 km da Cape Coast, nella Regione Centrale. L’area del parco è di oltre 350 km², principalmente coperta da foresta pluviale.
Il Kakum ospita circa 40 specie di grandi mammiferi (inclusi facoceri, elefanti, bongo, scoiattoli volanti, leopardi e scimmie), oltre 275 specie di uccelli, e numerosi rettili, anfibi e invertebrati (tra cui circa 250 specie di farfalle).
9) QUEEN ELIZABETH NATIONAL PARK UGANDA
Fondato nel 1954 con il nome dalla regina Elisabetta II del Regno Unito, questo parco è considerato la perla dei parchi ugandesi, si trova al confine con la Repubblica democratica del Congo tra i laghi Edoardo e Giorgio.
Il parco include al proprio interno la foresta di Maramagambo e parte del lago Edward e confina con altre aree naturali protette: le riserve faunistiche di Kigezi e Kyambura.
Permette di tuffarsi nella savana africana composta da prati sconfinati alberi di Acacia e maestose Euphorbia a candelabro.
Fra gli animali presenti nel parco ci sono i coccodrilli del Nilo e gli ippopotami, di cui nel canale di Kazinga si registra una delle massime concentrazioni al mondo. Altre specie animali di cui si assiste al ripopolamento sono l’elefante, il leopardo, il leone, lo scimpanzé, l’ilochero, il facocero, il bufalo e l’antilope kob.
8) PARCO NAZIONALE TSINGY DI BEMARAHA MADAGASCAR
Questa riserva naturale composta da foreste di mangrovie è popolata da uccelli selvatici e lemuri la riserva é caratterizzata da formazioni di roccia calcarea gli”Tsingy” dall’aspetto a guglia.
Il parco, istituito nel 1997, si trova a nord est della città di Morondava è unico nel suo genere e classificato dall’Unesco “Patrimonio dell’Umanità”. All’interno del Parco ci sono vari circuiti, quello più significativo è quello dei Grand Tsingy a cui è possibile abbinare una estensione nella immensa grotta di Broadway.
7) ZAMBIA SOUTH LUANGWA
Il parco nazionale di South Luangwa è il più noto santuario della fauna selvatica dello Zambia e la principale attrazione turistica del paese.
Questo parco è tra le riserve con la più alta concentrazione di animali. Il fiume Luangwa che lo attraversa permette il prosperare di una fauna abbondante compresa quella volatile. La vegetazione del parco spazia dalle praterie aperte alle macchie di foresta lungo le rive del fiume.
Il parco è famoso per le mandrie di bufali, i numerosi elefanti, leoni e leopardi; tra le specie endemiche della zona figurano lo gnu di Cookson, la giraffa di Thornicroft e la zebra di Crawshay.
6) DELTA DELL’OKAVANGO BOTSWANA
Il Delta dell’Okavango, in Botswana, è il secondo più grande delta fluviale interno del mondo, dopo il delta interno del Niger, e rappresenta uno degli ecosistemi più insoliti del pianeta.
La grande foce interna invece di fluire nel mare, l’acqua dolce sovrabbondante entra direttamente nel deserto del Kalahari estendendosi per migliaia di chilometri quadrati diversificandovi in lagune e canali creando così un ecosistema che funge da habitat ideale per leoni, elefanti e uccelli acquatici.
Sulle isole del delta abbondano le palme “mokolani”, acacie, mopani, alberi delle salsicce, ficus, marule e salici. Nei canali si trovano bambù e papiro e nelle acque aperte ninfee e loto.
Nell’acqua nuotano i coccodrilli del Nilo, diverse specie di pesci e le coloratissime “ranocchie campanello. Le isole ospitano numerosi mammiferi tra cui antilopi, gazzelle, elefanti, bufali, rinoceronti e ippopotami.
5) PARCO NAZIONALE KRUGER
Uno dei parchi più facilmente accessibili del continente africano e probabilmente anche uno dei più economici.
È la più grande riserva naturale in Sudafrica: a ovest e a sud del parco si trovano le due provincie di Mpumalanga e Limpopo, a nord lo Zimbawe e ad est il Mozambico.
Sono presenti tutti i Big Five e c’è la possibilità di girare il parco guidando il proprio mezzo di trasporto.
Il Kruger Park è suddiviso in 6 ecosistemi con diversi tipi di vegetazione, dai fitti boschi di acacie e sicomori del sudovest alla savana della regione centrale.
Complessivamente, il parco ospita circa 1.900 specie di piante.
4) PARCO DELLA FORESTA IMPENETRABILE DI BWINDI
A causa della sua eccezionale biodiversità e della presenza di importanti popolazioni di specie a rischio (in particolare gorilla di montagna), il parco è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1994.
Si trova nella parte Sud occidentale dell’Uganda ed è appunto famoso in quanto è uno degli ultimi rifugi del noto gorilla di montagna, specie purtroppo sottoposta a rischio di estinzione.
Il parco fa parte della foresta impenetrabile di Bwindi e si estende per un totale di 331 km2, in un’area caratterizzata da foresta tropicale o giungla e zone montuose.
Complessivamente, quello di Bwindi è uno degli ecosistemi più ricchi d’Africa, e fornisce l’habitat per oltre 120 specie di mammiferi, 346 specie di uccelli, 202 specie di farfalle, 163 specie di alberi, 100 specie di felci, 27 specie di rane, camaleonti, gechi ed altre specie a rischio
3) PARCO NAZIONALE ETOSHA NAMIBIA
Il parco nazionale d’Etosha (Etosha National Park) è un parco nazionale del nord della Namibia, con un’estensione complessiva di 22.900 km².
Il nome di questo parco “Etosha” significa Grande luogo bianco dovuto al colore del suolo composto da deserto salino.
La parte centrale del parco è composta dall’ Etosha Pan, una grande depressione salina che durante la stagione delle piogge si trasforma in un lago tornando nella forma desertica in stagione secca.
Il parco Etosha ospita 114 specie di mammiferi, 340 di uccelli, 110 di rettili, 16 di anfibi e persino una specie di pesci.
L’area del Pan, che copre circa il 25% del territorio del Parco, è quasi completamente priva di vegetazione, fatta eccezione per alcune specie erbacee adatte alla salinità.
2) PARCO NAZIONALE AMBOSELI KENYA
È una grande riserva che si estende per ettari al confine meridionale del Kenya all’ombra del Kilimanjaro. Il Parco Nazionale Amboseli fu fondato nel 1968 come una Riserva Naturale e dichiarato nel 1974 Parco Nazionale.
E’ caratterizzato da pianure sconfinate e molto polverose, formazioni rocciose laviche ricoperte da arbusti spinosi, foreste di acacia, palmeti, laghi e paludi.
La sua scarsa vegetazione a causa di lunghi mesi di siccità favorisce la visione degli animali, tra cui i “Big Five” e tanti altri animali selvatici come giraffe, iene, zebre, gnu,ghepardi, ippopotami e gazzelle.
1) PARCO NAZIONALE DEL SERENGETI E PARCO NAZIONALE DEL MASAI MARA KENYA
Quando pensiamo all’Africa pensiamo al Serengeti e al Masai Mara.
Al confine con il Kenya e la Tanzania, i due parchi formano un unico ecosistema tra i più importanti e spettacolari al mondo grazie alla famosissima migrazione annuale di erbivori che a seconda della stagione si spostano da una parte all’altra.
Masai Mara e Serengeti costituiscono l’Africa del nostro immaginario sterminate distese che si perdono all’orizzonte, alberi di Acacia e una concentrazione di fauna tra le più alte d’Africa qui è possibile con facilità l’avvistamento di tutti i Big five.
È l’Africa per eccellenza, tutto quello che si può desiderare da un safari in Africa.
Come prepararsi ad un safari in Africa
Cari amici di Keep the Planet, in questo piccolo, ma essenziale vademecum vedremo alcune delle principali norme per limitare i problemi durante il safari in Africa.
- Portate con voi uno zaino dove all’interno avrete del cibo e dell’acqua per ricaricarvi delle energie che consumerete nel corso della giornata, un piccolo kit di pronto soccorso, dei vestiti di ricambio asciutti meglio se tessuti tecnici impermeabili che asciugano in fretta e una pila frontale per eventuali safari o uscite notturne;
- Munitevi di un cappello ed una buona mantella grande a sufficienza per coprire voi e lo zaino menzionato precedentemente;
- Indossate degli abiti tecnici leggeri traspiranti per il giorno, ma portate sempre un pile o una manica lunga per le eventuali escursioni mattutine e notturne, gli abiti meglio se con colori scuri o tendenti al verde militare, beige in modo da non spaventare gli animali e non dare troppo nell’occhio, questa è infatti la prima regola che il buon safarista esploratore deve sapere;
- Usate calzature con suola con tacchetti in gomma antiscivolo o degli scarponcini con calzature che coprano al di fuori i vostri pantaloni in modo da impedire l’entrata di insetti e sanguisughe;
- Spruzzatevi prima di intraprendere il vostro trekking con repellenti anti-mosquito e zanzare meglio una lozione roll-on apposita acquistabile in una qualsiasi armeria in modo da non essere troppo unti mettetene anche sui vestiti che avete indosso fidatevi o verrete mangiati vivi;
- Non dimenticate acqua abbondante e crema solare altrimenti vi brucerete facilmente;
- Capitolo attrezzatura importante e fondamentale avere con se una buona macchina fotografica dotata se possibile di cavalletto ed almeno uno zoom da 70/300mm per fotografare animali lontani o scattare i primi piani. Infine anche un buon binocolo per ammirare da vicino la flora e la fauna che troverete quando non scatterete;
- Siate i più silenziosi possibile e il meno invasivi che potete con l’habitat circostante perché ricordate la prima regola SIETE DEGLI OSPITI in questo mondo che non è casa vostra! Porterete così il dovuto rispetto a tutti gli animali gli insetti e le piante che vi vivono ed in cambio verrete con molta probabilità ripagati con avvistamenti emozionanti, bellissimi scatti fotografici e ricordi che porterete sempre con voi!
Conclusioni e nota bene per un buon safari in Africa
- Cercate di godere e vivere il momento non limitatevi a scattare fotografie riempite gli occhi ed il cuore!
- Non fotografate solo l’animale o il primo piano dell’animale, ma anche il contesto e l’habitat in cui si trova.
- Affidatevi SEMPRE a guide locali (obbligatorie) e competenti che conoscano il territorio nei dettagli, avrete così più possibilità di avvistamenti unici e prestate attenzione a dove camminate poiché per scovare alcuni animali o altro potrà capitarvi di uscire dai sentieri battuti e addentrarvi nel fitto della foresta, assicuratevi di essere in buona forma fisica e non avere problemi di deambulazione.
- Prima di partire documentatevi tramite gli enti preposti come ASL delle vaccinazioni richieste per il paese in questione illustrando l’esatta esperienza che andrete a fare è molto importante non ammalarsi o prendere alcun tipo di malattia o parassita.