Un articolo di Alessandro Nicoletti sui rinoceronti, la loro classificazione, lo stato di conservazione e come fare per contribuire alla loro conservazione.
Il rinoceronte è un animale in pericolo di estinzione presente in Africa e in Asia.
Le 5 specie ancora esistenti sono infatti vittime di una spietata caccia illegale che sta compromettendo il futuro prossimo di questo magnifico animale.
Come associazione ambientalista, abbiamo il dovere di parlare dei pericoli che le specie stanno affrontando, dobbiamo portare a conoscenza il grande pubblico dello sterminio in atto e fare tutto quello in nostro potere per poterlo fermare.
La conoscenza è necessaria per la conservazione, senza l’interesse dell’opinione pubblica, i rinoceronti rischiano di sparire per sempre e questo non ce lo possiamo permettere.
I rinoceronti sono animali senza nessuna colpa se non quella di essere vittima inconsapevole dell’ignoranza e dell’avidità umana.
Il problema nasce dal loro corno, parte fondamentale del rinoceronte strappato con inaudita violenza dai bracconieri e rivenduto sul mercato nero orientale. Il corno viene strappato mentre l’animale è ancora in vita, lasciandolo agonizzante fino alla morte.
Pratica barbara senza nessuna utilità.
Il morboso interesse deriva dalle false credenze che lo trasforma in un prodotto miracoloso contro il cancro e l’impotenza senza nessuna evidenza medica-scientifica.
Il corno del rinoceronte in realtà è formato da semplice cheratina, proteina filamentosa presente anche in unghie e capelli umani.
Nessuna sostanza miracolosa quindi, ma solo e semplice cheratina dal nullo valore terapeutico.
Giusto per quantificare quanto questo mercato sia folle, ultime ricerche hanno evidenziato che il prezzo al Kg per il corno di rinoceronte è addirittura superiore al prezzo della cocaina.
Della semplice cheratina venduta a prezzi esorbitanti solo per soddisfare un’umanità irrispettosa della sopravvivenza delle specie animali.
Noi di Keep the Planet facciamo informazione per fermare il massacro insensato in atto.
Rinoceronte: cenni generali
Il rinoceronte è un mammifero dell’ordine dei Perissodattili e della famiglia dei Rhinocerotidae. La famiglia comprende 5 specie differenti che analizzeremo successivamente.
Tutte le specie sono caratterizzate da un corpo grande e da una struttura poderosa che lo rende un animale fisicamente molto forte.
Nonostante la stazza, il rinoceronte è un animale generalmente pacifico che attacca solo per difesa e mai per offesa. Tuttavia, il comportamento tra le varie specie è assai variabile.
La sua pelle, di colore variabile tra le specie, è molto spessa e dura.
E’ un animale erbivoro che si alimenta prevalentemente di foglie.
Il rinoceronte è caratterizzato da una testa relativamente piccola in relazione al corpo e una vista poco sviluppata. La caratteristica principale rimane comunque il suo corno frontale, doppio o singolo a seconda della specie.
Leggi anche: la tigre, un felino da proteggere
Specie di rinoceronte
La storia evolutiva dei rinoceronti parte da molto lontano, si stima infatti che l’ordine dei perissodattili si originarono circa 58 milioni di anni fa, durante il Paleocene superiore.
Il gruppo di mammiferi era piuttosto eterogeneo, formato da antichi erbivori dalle dimensioni simili ad una pecora.
Nel corso dei millenni, la famiglia dei rinoceronti si diversificò a partire dall’Eocene medio, cioè quel periodo compreso tra i 55 e i 33 milioni di anni fa.
I cambiamenti climatici portarono all’estinzione alle forme meno evolute, mentre le specie moderne iniziarono a differenziarsi.
Delle circa 30 specie, ad oggi ne sopravvivono 5, di cui 2 nel continente africano, le altre 3 nel continente asiatico.
Rinoceronte Bianco (Ceratotherium simum)
Il rinoceronte bianco è il più grande e il più diffuso dei rinoceronti esistenti. Dopo l’elefante, è il mammifero terrestre più grande al mondo.
Caratterizzata dalla presenza di due corni, uno anteriore più grande rispetto al secondo più vicino al cranio, tra le specie è quella dal carattere più docile. Le femmine raggiungono la maturità sessuale introno ai 6-7 anni d’età, i maschi intorno ai 10-12 anni.
L’aggettivo bianco non è indicativo del colore della pelle, infatti ha una colorazione grigiastra, ma deriva da un errore di traduzione del termine olandese “weit” con “white”, mentre in realtà significava “wide” (ampio) riferito alle dimensioni della bocca.
Esistono 2 sottospecie, il rinoceronte bianco meridionale e settentrionale.
La sottospecie meridionale è la specie più diffusa con una popolazione di circa 20.000 esemplari, mentre la variante settentrionale è sull’orlo dell’estinzione con solo 3 esemplari rimasti in cattività.
Entrambe sono esclusive del continente africano.
I paesi che ospitano la maggior parte dei rinoceronti sono Sudafrica, Botswana, Namibia, Zimbabwe, Uganda e Kenya.
I 3 esemplari rimasti della sottospecie del nord non sono capaci di riprodursi, ma un’ultima speranza di salvezza potrebbe arrivare dalla scienza.
Un team di ricercatori hanno in progetto di prelevare le uova dalle femmine e fecondarle in laboratorio con complesse tecnologie utilizzando anche le cellule staminali.
Una tecnica mai usata prima, se funzionerà sarà uno dei successi più importanti al mondo per la conservazione delle specie in via d’estinzione.
Ovviamente la scienza da sola non vincerà senza la protezione degli esemplari in libertà, nel 1960 esistevano circa 2000 esemplari, ma il bracconaggio illegale ha portato la specie nelle condizioni attuali.
La sottospecie del sud, al contrario del cugino del nord, rappresenta una storia di successo. Ridotto a meno di 100 esemplari alla fine del 19° secolo, ad oggi è la specie di rinoceronte più diffusa con circa 20.000 esemplari.
La quasi totalità degli esemplari vivono all’interno di aree protette in Sudafrica, paese che ha fatto della conservazione del rinoceronte una missione di vita, impegno istituzionale che ora sta portando risultati concreti.
Rinoceronte Nero (Diceros bicornis)
Il rinoceronte nero è il cugino più piccolo ed occupa grosso modo lo stesso areale di distribuzione del rinoceronte bianco.
Anch’esso caratterizzato dalla presenza di due corna, il rinoceronte nero è chiamato così per differenziarlo, ma in realtà la sua colorazione è grigiastra e molto simile al rinoceronte bianco.
Le due specie infatti non vengono riconosciute dal colore della pelle, molto variabile a seconda del habitat, ma piuttosto dalle differenti dimensioni e dalla forma della bocca.
Il rinoceronte nero ha un lungo labbro appuntito, mentre il bianco ha il muso molto più squadrato.
La specie è assai aggressiva, attacca per difesa e panico, sono molto frequenti cariche alle jeep di safari . La vista poco sviluppata potrebbe essere una delle cause degli attacchi frequenti.
Sono animali solitari, si raggruppano quasi esclusivamente per la riproduzione che può avvenire durante tutto l’anno. La gestazione dell’unico piccolo dura 15 mesi, rimarrà insieme alla madre per circa 3 anni.
A differenza del bianco, il rinoceronte nero rischia seriamente di sparire perché è presente in numero nettamente inferiore.
In passato esistevano 4 sottospecie, la sottospecie occidentale è stata dichiarata estinta nel Novembre del 2011. Le altre sottospecie rimaste sono tutte dichiarate in serio pericolo di estinzione, con circa 5000 esemplari in totale.
Rinoceronte Indiano (Rhinoceros unicornis)
La prima delle tre specie asiatiche, il rinoceronte indiano è la specie più numerosa che troviamo in Asia.
Ha le stesse dimensioni del rinoceronte bianco, i maschi sono più grandi delle femmine e raggiungono tranquillamente le due tonnellate.
A differenza dei cugini africani, ha un solo corno sempre formato da cheratina pura di circa 25 centimetri. Il colore della pelle è più scuro rispetto al rinoceronte africano, acquisendo delle note bruno-argento. Ha molte pieghe cutanee, specialmente intorno al collo, che lo fa sembrare ricoperto da un’armatura.
Sono animali solitari, specialmente gli esemplari adulti, mentre i giovani formano a volte dei gruppi di 2-3 esemplari, soprattutto i maschi.
Un tempo, i rinoceronti indiani occupavano una vasta area che comprendeva il Pakistan, l’India, la Birmania e la Cina.
A seguito della crescita demografica e della caccia spietata, l’habitat si è notevolmente ridotto e oggi sono presenti solamente in Nepal e Assam, l’India settentrionale.
Vivono sulle colline dell’Himalaya, brucando le foreste di erba alta.
Nel 1910 rimanevano solamente 100 esemplari, fortunatamente i governi dell’epoca capirono in tempo i rischi della specie e ne proibirono immediatamente la caccia e il commercio.
Le azioni di conservazione hanno aiutato la specie a risollevarsi, ad oggi contiamo circa 3000 esemplari facendolo uscire dal rischio critico di estinzione.
Rinoceronte di Giava (Rhinoceros sondaicus)
E’ la specie più vicina dal punto di vista evolutivo al rinoceronte indiano, infatti entrambi fanno parte dello stesso genere.
Il rinoceronte di Giava è più piccolo e infatti ha dimensioni simili al rinoceronte nero africano. Come per il suo cugino indiano, il rinoceronte di Giava ha un solo corno, ed è la sola specie dove le femmine ne sono sprovviste totalmente.
A differenza delle altre specie, dove con alti e bassi le pratiche di conservazione hanno aiutato le popolazioni a ritornare a crescere, la situazione del rinoceronte di Giava è drammatica.
Una volta presente sia in Cina e in India, oggi esiste solamente una popolazione confinata nel Parco Nazionale di Ujung Kulon nell’isola indonesiana di Giava.. Una seconda popolazione era presente in Vietnam, ma dal 2011 si è purtroppo estinta.
Nel parco si stima una popolazione di circa 50 esemplari, ma la specie è molto schiva e le conoscenze sulla specie sono limitate.
Vista la limitatissima presenza in un solo posto, mette il rinoceronte di Giava in gravissimo pericolo e le sorti future molto incerte.
Rinoceronte di Sumatra (Dicerorhinus sumatrensis)
La specie più piccola di quelle esistenti, il rinoceronte di Sumatra è un animale in grave pericolo di estinzione.
In passato, la specie abitava nelle foreste e paludi di India, Nepal, Bhutan, Cina, Laos, Myanmar, Indonesia, Thailandia, Malesia e Bangladesh.
Oggi è confinato in 4 popolazioni nell’Isola di Sumatra, una popolazione in Borneo e una in Malesia. Con circa 100 esemplari ancora in vita (una stima approssimativa per via della sua natura sfuggente), il rinoceronte di Sumatra rischia di sparire per sempre.
Da una parte la continua perdita di habitat, dall’altra la caccia spietata per il suo corno, hanno ridotto drasticamente le popolazioni selvatiche.
Come i suoi cugini africani, il rinoceronte di Sumatra possiede due corni, ma, oltre alle dimensioni più piccole, l’aspetto caratterizzante della specie è la presenza di peluria assente nelle altre specie.
Esistono tre sottospecie, la sottospecie del Borneo, quella di Sumatra settentrionale più una terza ormai dichiarata estinta.
I pericoli per il rinoceronte
Ad esclusione del rinoceronte bianco meridionale, tutte le specie sono raggruppate nella posizione peggiore sulla lista rossa dell’IUCN.
I numeri ufficiali, rilasciati dall’organizzazione ambientalista Save the Rhino, evidenziano uno stato drammatico per le specie di rinoceronti.
Questi i numeri:
- Rinoceronte bianco (da 19.682 a 21.077 esemplari);
- Rinoceronte nero (da 5.042 a 5.455 esemplari);
- Rinoceronte indiano (circa 3.500);
- Rinoceronte di Sumatra (meno di 100);
- Rinoceronte di Giava (da 58 a 61);
La situazione è dovuta principalmente dal bracconaggio illegale per la caccia al corno, erroneamente considerato un prodotto miracoloso dalla medicina tradizionale cinese.
Il paese che più di tutti è in prima linea nella difesa è il Sudafrica, paese che contiene la maggior parte della popolazione di rinoceronti bianchi africani.
La stabilità del governo permette una certa protezione, anche se esiste una vera e propria guerra tra autorità e bracconieri.
Nonostante gli sforzi, nel 2015 1175 rinoceronti sono stati uccisi illegalmente in Sudafrica.
Dall’altro fonte, circa 500 bracconieri sono stati uccisi dai ranger deputati alla conservazione nel solo 2015.
Una vera e propria guerra di cui pochi parlano che si combatte con armi militari da entrambi i fronti.
Se questo succede in un paese evoluto e stabile come il Sudafrica, immaginiamo cosa succede nei paesi più poveri dove le risorse destinate alla conservazione sono nettamente inferiori.
La seconda causa di riduzione delle popolazioni di rinoceronte è la continua perdita di habitat naturale.
Se tagliamo le foreste, se distruggiamo le savane e in ambio costruiamo città, è normale che le popolazioni selvatiche spariscano sotto il peso della crescita demografica umana.
Cosa fare per aiutare i rinoceronti
Esistono diverse azioni che possiamo compiere per proteggere il rinoceronte.
La prima, la più importante, è quella di condividere contenuti come questo per sensibilizzare quante più persone possibili ai problemi della specie.
Solo grazie al grande pubblico possiamo fare la differenza. Se la gente è sensibile ai temi ambientali, i governi devono attuare tutte le azioni necessarie per salvaguardare le specie in pericolo di estinzione.
Secondo, puoi aiutare le associazioni ambientaliste che lavorano sul campo con donazioni dirette senza le quali non è possibile portare avanti il nobile scopo di salvaguardare la natura.
Altra azione importantissima è quella di partecipare direttamente visitando le aree protette in paesi dove sono presenti gli animali.
Questo per un semplice motivo, visitando le aree protette andiamo a finanziare quelle attività legate alla natura come ad esempio l’eco turismo che hanno interesse a proteggere la natura.
Grazie alla creazione di nuovi posti di lavoro, saranno le popolazioni locali a difendere gli animali, capiranno che un animale vale più da vivo che da morto.
Finché sussisteranno le condizioni di povertà e mancanza di alternative, il bracconaggio non sparirà mai.
Considerazioni finali di Keep the Planet
Noi facciamo il nostro meglio per condividere la conoscenza, ora tocca a te, condividi l’articolo, metti mi piace sulla nostra pagina, suggerisci i contenuti con i tuoi amici, aiutaci a crescere sempre di più.
Ma questo da solo non basta, organizza la tua prossima vacanza visitando i parchi nazionali, contribuisci alla creazione di un’economia alternativa sostenibile, gli animali da soli non possono difendersi, dobbiamo aiutarli.
La sensibilizzazione sui temi ambientali è una missione di vita, la nostra missione, ma abbiamo bisogno del tuo aiuto per dare efficacia al messaggio.
Più siamo, più siamo forti e maggiori saranno le possibilità per il rinoceronte di sopravvivere.
Alessandro di Keep the Planet.