Un articolo di Alessandro Nicoletti, fondatore di Keep the Planet, sul rinoceronte di Sumatra, una delle specie selvatiche più minacciate al mondo.
Il rinoceronte di Sumatra rappresenta in pieno la folle direzione che l’umanità ha deciso di percorrere.
Con meno di 100 esemplari confermati ancora in vita, il rinoceronte di Sumatra è uno degli animali più minacciati del pianeta. Questo è un articolo veramente difficile da scrivere, più cerco informazioni e più mi sale lo sconforto.
Devo resistere, lo so, ma non è facile scrivere sopra una meraviglia terrestre che sta sparendo proprio sotto i nostri occhi.
In soli 30 anni il bracconaggio ha ridotto del 90% la popolazione selvatica, notizia recente della morte di 1 dei 3 rimasti in Malesia, un piccolo e imprecisato numero di esemplari presenti nell’intero Borneo e circa 50 sull’isola di Sumatra, mentre non è confermata la presenza in Birmania.
E’ ovviamente inserito nelle lista delle specie in pericolo critico di estinzione.
Un tempo erano diffusi in tutto il sud est asiatico, oggi sono per lo più protetti in piccolissime aree controllate a vista dai ranger per non perdere anche questi ultimi esemplari.
Per anni si è provato anche la riproduzione in cattività, ma con scarsi risultati. Ora la situazione è disperata e il risultato non è certo.
Come rappresentante di un’associazione ambientalista non posso far altro che scrivere sul rinoceronte di Sumatra e informare quante più persone possibili circa i rischi che le specie in pericolo di estinzione devono affrontare.
Uno dei mammiferi più rari del pianeta che rischia purtroppo di allungare la lista delle specie estinte per colpa dell’essere umano.
Non si può proteggere quello che non si ama, e non si può amare quello che non si conosce, è con questo in mente che continuo nella scrittura di uno degli articoli più tristi della mia vita.
Rinoceronte di Sumatra: cenni generali
Il Rinoceronte di Sumatra (Dicerorhinus sumatrensis) è una delle 5 specie di rinoceronti esistenti. Appartenente alla famiglia dei Rhinocerotidae, è la sola specie rimasta del genere Dicerorhinus.
Tra le specie di rinoceronti ancora in vita, il Rinoceronte di Sumatra è quello che raggiunge le dimensioni più piccole con “soli” 500-800 chilogrammi di peso, un’altezza di 1,2 metri e 2,5 metri di lunghezza.
Ha il corpo ricoperto da una peluria che lo avvicina agli antenati del Miocene. La famiglia dei rinocerotidi infatti comparve proprio in questa era geologica, dai 16 ai 23 milioni di anni fa. La specie infatti è considerata come la più arcaica tra le specie ancora in vita.
Come per le specie africane, il Rinoceronte di Sumatra ha due corni, l’anteriore molto più grande del posteriore e composti interamente da cheratina. Non è presente dimorfismo sessuale, tranne che per le dimensioni del corno anteriore nettamente più grande negli esemplari maschi.
Sono presenti 3 sottospecie:
- Rinoceronte del Sumatra occidentale: con soli 50 esemplari ancora in vita, è tuttavia la sottospecie più abbondante presente prevalentemente nei parchi nazionali di Bukit Barisan Selatan e Gunung Leuser sull’isola indonesiana di Sumatra;
- Rinoceronte del Borneo: un tempo diffuso su tutta l’isola del Borneo, ad oggi ne esistono pochissimi esemplari, prevalentemente nella regione del Sabah, nel Borneo malesiano;
- Rinoceronte del Sumatra orientale: in passato diffuso in India e Bangladesh, oggi è probabilmente estinto.
Biologia ed ecologia del Rinoceronte di Sumatra
Il Rinoceronte di Sumatra è un animale solitario e si raggruppa solo nei periodi della riproduzione e cura della prole. L’areale di un maschio è più ampio rispetto ad una femmina, e può raggiungere anche i 50 km2.
La ricerca scientifica non ha dimostrato una forte territorialità, ed infatti non ci sono prove della lotta tra individui per la difesa e il dominio del proprio areale.
Trascorre una buona parte della giornata immerso in profonde pozze di fango, questa strategia lo aiuta a difendersi dai parassiti. Negli esemplari tenuti in cattività si è notato che la mancanza di pozze di fango provocavano infezioni ed eventualmente morte.
Visto che nelle ore centrali della giornata preferisce il riposo nel fango, il Rinoceronte di Sumatra è particolarmente attivo nelle prime e nelle ultime ore della giornata.
Proprio in questi intervalli di tempo, i rinoceronti vanno alla ricerca del proprio cibo che è caratterizzato da una ricca e varia dieta composta prevalentemente da piccoli alberi, arbusti, foglie e germogli. Dalle analisi delle feci, si è visto che sono più di 100 le specie vegetali a creare la sua dieta. L’animale infatti riesce a modificare la sua dieta a seconda dell’habitat in cui si trova.
Comunica con i suoi simili attraverso dei suoni e dei comportamenti specifici come la rottura di piccoli arbusti e con colpi nel suolo. Emette dei suoni particolari per comunicare con altri esemplari della sua specie.
In natura non ha predatori, le tigri infatti sono capaci di attaccare solo i cuccioli, mentre si è visto capace di condividere l’areale con altre specie dalla dieta simile come ad esempio gli elefanti asiatici. Il solo e vero pericolo è ovviamente l’essere umano.
Sono animali importanti per l’ecosistema in quanto, insieme agli elefanti, creano i sentieri nel mezzo della foresta che vengono poi utilizzati da altri animali. Sono capaci di attraversare fiumi anche profondi essendo degli ottimi nuotatori.
Le femmine maturano sessualmente verso i 6-7 anni d’età, mentre i maschi intorno ai 10 anni. Il rituale di accoppiamento è stato ampiamente studiato negli animali in cattività, il maschio è piuttosto aggressivo in questo periodo e può addirittura provocare la morte della femmina.
Il solo cucciolo che nasce deriva da una lunga gestazione di 15 mesi, dopo la nascita rimarrà con la madre per altri 3 anni prima di diventare un esemplare indipendente. L’intervallo di riproduzione è di circa 4-5 anni. La bassa riproduttività dell’animale è una delle cause della difficoltà nei progetti di ripopolamento.
Dove vive e quanti esemplari sono rimasti
Vedere la mappa dell’areale storico e la situazione odierna è un pugno nello stomaco per tutti gli amanti delle specie selvatiche.
E’ difficile accettare quanto devastante possa essere la nostra presenza, ma soprattutto la nostra avidità nel depredare e distruggere quanto di bello ci sia in questo pianeta sofferente.
Ad inizio secolo infatti, l’areale del Rinoceronte di Sumatra era molto ampio, dall’India alla Cina, passando per Malesia, Birmania, Thailandia, Borneo e Sumatra, le popolazioni selvatiche contavano decine di migliaia di esemplari.
Tuttavia, l’avidità umana è capace di distruggere tutto.
La maledizione di tutte le specie di rinoceronte infatti è il corno, ritenuto dalle colture asiatiche come un elisir di benessere e fortuna.
La verità e l’assurdità del tutto è rappresentata dalla composizione del corno, e cioè della semplice e banale cheratina.
La stessa sostanza che forma le nostre unghie, sì, hai capito bene, l’umanità ha sterminato i rinoceronti per l’equivalente delle unghie dei piedi e delle mani.
Oltre al danno, la beffa.
Ad oggi, le popolazioni certe e confermate sono confinate maggiormente in tre parchi nazionali situati sull’Isola di Sumatra:
- Gunung Leuser National Park: situato nel nord dell’isola, il parco ospita circa 20-30 esemplari;
- Way Kambas National Park: nella parte sud ovest di Sumatra, si stima una popolazione di circa 20 esemplari. Nel parco è stato istituito un santuario dedicato ai rinoceronti con lo scopo di aiutare gli sforzi della conservazione.
- Bukit Barisan Selatan National Park: situato nella parte sud est dell’isola, si stima una popolazione di circa 30 esemplari.
Altri 2 individui sono presenti nel Sabah, mentre un recente avvistamento nel Borneo indonesiano fa sperare nella presenza di alcuni individui selvatici.
In cattività, ci sono due esemplari nel Sabah, mentre gli esemplari che vivevano negli Usa sono stati inviati in Indonesia per partecipare al programma di conservazione.
I pericoli per il Rinoceronte di Sumatra
I pericoli della specie sono comuni a tutte le altre specie selvatiche ancora in vita, e cioè tutte le attività umane, dal bracconaggio alla perdita di habitat per colpa delle coltivazione e delle miniere, in questo mondo sempre più abitato da umani, sembrerebbe che il posto per le altre specie non sia disponibile.
In passato, la caccia al corno è stata sicuramente la prima causa di sterminio, basti pensare che sul mercato un corno di rinoceronte può essere valutato addirittura 30.000 $ al chilo.
Oggi però, il rischio principale per il Rinoceronte di Sumatra è il numero ridotto di esemplari rimasti in vita.
Quando una popolazione selvatica raggiunge dei numeri critici, per motivi ecologici la specie non è più capace di sopravvivere.
Il motivo dipende essenzialmente dalla ridottissima variabilità genetica che decrementa le possibilità di riproduzione. Ovviamente questo si va ad aggiungere al sempre presente pericolo di uccisioni volontarie per il maledetto corno.
La perdita di habitat naturale ha ovviamente contribuito alla diminuzione delle specie selvatiche.
Come aiutare il Rinoceronte di Sumatra
La criticità della situazione ha obbligato gli scienziati di tutto il mondo ha pensare ad una possibile soluzione per salvate la specie dall’estinzione.
Purtroppo, ad oggi, questi tentativi sono miseramente falliti.
Nei primi anni 80, un ambizioso programma internazionale ha provato la riproduzione in cattività del Rinoceronte di Sumatra.
Tra il 1984 e il 1996, 40 esemplari vennero spostati dal loro habitat naturale e inseriti in zoo e riserve naturali di altri paesi per iniziare il difficile percorso di riproduzione artificiale con lo scopo di aumentare le popolazioni selvatiche.
Le speranze del programma erano elevate, ma la realtà dei fatti è stata molto più crudele.
Dei 40 esemplari prelevati, tra epidemie e problemi vari, solo 8 esemplari sono sopravvissuti ai tentativi di riproduzione, ma il risultato peggiore è stato il fatto che solo tre cuccioli sono nati dal programma.
Dopo 112 anni di rinoceronti in cattività, Andala è il primo esemplare nato in cattività nel 1997 presso lo zoo di Cincinnati, seguito dopo pochi anni da Suci e Harapan.
Ora, tutti gli animali sono stati trasferiti dagli zoo occidentali al Sumatran Rhino Sanctuary nel Way Kambas National Park di Lampung in Indonesia.
Ora la speranza è quasi tutta concentrata in questo centro che viene costantemente controllato e monitorato, mentre nel frattempo va avanti la lotta contro il bracconaggio e la perdita di habitat nelle altre aree.
Rinoceronte di Sumatra: considerazioni finali
Se da una parte l’ignoranza e l’avidità umana ha distrutto uno degli animali più belli e significativi al mondo, dall’altra la passione e la scienza stanno cercando di contrastare questo fenomeno e salvare il salvabile.
La situazione è critica, è inutile negare l’evidenza, la sopravvivenza della specie è sul filo del rasoio e molto dipende dalla scienza e dalla ricerca.
Quando le popolazioni arrivano al punto di non ritorno, solo la tecnologia e la sperimentazione possono salvare il poco che resta.
Nel caso della riproduzione in cattività, è stata molto importante l’esperienza acquisita in anni di fallimento. Gli esemplari nati in cattività infatti sono frutto della ricerca e dell’impegno, i primi fallimenti hanno fatto sviluppare una tecnica che prevede gli ormoni come aggiunta necessaria per lo sviluppo corretto della riproduzione.
Noi come semplici cittadini possiamo solo aspettare e sperare, tuttavia, come spesso consiglio, il miglior modo per partecipare alla conservazione è visitare i parchi nazionali di tutto il mondo per incentivare lo sviluppo dell’ecoturismo, il solo motore capace di contrastare il bracconaggio.
Speriamo che non sia troppo tardi.
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Grazie, Alessandro Nicoletti di Keep the Planet