Elezioni politiche 2022, le ennesime in Italia che vedono un grande assente: la tutela dell’ambiente.
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Dal dopoguerra in poi, il popolo italiano è stato chiamato alle urne per ben 19 volte, questa del 25 Settembre 2022 è la ventesima elezione della giovane repubblica italiana.
Generalmente si dovrebbe votare ogni 5 anni, ma le crisi di governo tipiche del nostro paese, spesso e volentieri obbligano ad elezioni anticipate. In queste ennesime elezioni, così come le precedenti, non si parla dei grandi temi ambientali che riguarda tutti.
Keep the Planet è un canale che parla di natura, animali e conservazione ambientale, perché dovrei fare un video sulle elezioni italiane?
Sarò sincero, questa è una domanda che mi sono posto pure io, perché dovrei parlare di politica e partiti?
La politica e tutte le sue dinamiche non sono certo in cima ai miei interessi, tuttavia, c’è una cosa che proprio non mi va giù del già triste panorama politico italiano.
La politica sembra essersi completamente dimenticata dei grandi temi ambientali che in un paese normale dovrebbero ricoprire le prime righe di ogni singolo giornale.
Pensiamo alla grande siccità che ha colpito e sta colpendo specialmente il nord Italia, con interi ecosistemi completamente morti, con la produzione agricola alimentare in piena crisi, l’inquinamento, la cementificazione, i cambiamenti climatici, il collasso ecologico e la crisi energetica che incombe.
I politici italiani di affrontare i temi importanti non ne hanno nessuna voglia, preferiscono nascondersi dietro ad un dito ed evitare questo genere di argomenti diciamo scottanti.
In questo video non voglio parlare dello squallore dei politici italiani, non mi va di farmi il sangue amaro, ma piuttosto voglio concentrarmi su una problematica particolarmente sentita dagli ambientalisti italiani.
Perché in Italia non c’è un partito ambientalista che viaggia a doppia cifra di consensi?
Fondato il 9 Dicembre del 1990, la federazione dei verdi ha storicamente rappresentato l’anima ambientalista italiana. Il partito dei Verdi termina ufficialmente la sua storia trentennale il 10 Luglio del 2021, confluendo nel nuovo soggetto politico ecologista Europa Verde.
In questi 30 anni di storia politica, i Verdi non hanno mai superato il 5% di consensi elettorali.
Perché questi risultati scadenti?
Come è possibile che un partito che mette in cima alla sue priorità la difesa dell’ambiente, raggiunga risultati scandalosi come il 2/3%?
Io qualche idea ce l’ho.
Il primo grande problema è il legame, secondo me mortale, con la sinistra italiana.
Storicamente il partito dei Verdi si è sempre posto a sinistra dello scacchiere politico. Prima alleandosi con l’Alleanza dei Progressisti insieme al Partito Comunista, poi con l’Ulivo di Romano Prodi e Francesco Rutelli, per poi unirsi a Sinistra Italiana in queste elezioni.
Tra tutti i leader che si sono succeduti, sicuramente quello più incisivo e carismatico è stato Alfonso Pecoraro Scanio che, dopo l’ennesimo flop elettorale ha spinto per un ritorno ad una politica più fortemente legata alla difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini.
Chi non ha cuore la propria salute? Chi non è consapevole che senza un ambiente sano non si può vivere dignitosamente?
Chi non è preoccupato della qualità del cibo che mangia? Chi vuole vivere in un ambiente contaminato e tossico?
Questi sono temi importanti che riguardano tutti, e che secondo il mio modesto devono essere staccati immediatamente dalla logica destra/sinistra.
Se io dovessi fondare un partito ecologista, la prima cosa che farei è slegarmi completamente dalla sinistra italiana.
Nonostante alcuni temi ambientali sono anche visioni di sinistra, pensiamo ad esempio alla lotta al capitalismo predatorio, questo allontana una larga fetta di elettorato che non si riconosce nella sinistra.
I temi ambientali devono essere super partes, indipendenti da altre componenti importanti della società come i diritti dei lavoratori o altre battaglie di sinistra, i Verdi o chi per loro devono emanciparsi da queste altre tematiche e parlare esclusivamente di tutela ambientale dal punto di vista scientifico.
Per farlo serve anche una classe dirigente staccata dalle logiche dei partiti.
Ed è qui che arriviamo al secondo punto che impedisce ai Verdi di raggiungere alte quote di consensi.
Per anni la federazione dei verdi ha scelto come portavoce persone provenienti dal mondo politico e non dal mondo accademico scientifico.
Giusto o sbagliato che sia, questa scelta spesso dettata da interessi personali non ha portato ai risultati sperati. Forse è giunto il momento di mettere i curriculum prima di tutto.
Facciamo l’esempio di Sergio Costa, il miglior ministro dell’ambiente che l’Italia ha avuto negli ultimi decenni.
Sergio Costa è laureato in Scienze Agrarie, una facoltà scientifica che insegna i principi e le basi della scienza. L’ex ministro è entrato nel 1987 nel corpo forestale dello stato ricoprendo ruoli importanti e dirigenziali.
Un esperto sul campo che per anni ha lottato come generale dei carabinieri che per anni ha lottato contro i crimini ambientali. Il suo operato come ministro ha portato alla legge salva mare, una legge fondamentale per la tutela dei mari italiani.
Come sempre accade in Italia, quando un ministro lavora bene, viene rimosso.
A nome di tutti gli amanti del mare, volevo pubblicamente ringraziare Sergio Costa per l’importante lavoro svolto. In Italia, per un Sergio Costa abbiamo almeno 50 incompetenti che con nessuna qualifica si ritrovano a ricoprire alte cariche pubbliche.
Ed è proprio dagli incompetenti che voglio agganciarmi alla terza problematica che rende il partito dei verdi poco appetibile.
Recenti ricerche hanno evidenziato come In Italia circa il 28% della popolazione tra i 16 e i 65 anni è analfabeta funzionale.
Questo significa che nonostante queste persone siano capaci di leggere e scrivere, non sono capaci di comprendere a pieno e usare le informazioni quotidiane che abbiamo accesso costantemente attorno. Questo rende le persone vulnerabili alle promesse elettorali mai mantenute dei politici italiani.
Le persone comuni preferiscono credere alle favole piuttosto che alle cose reali, non hanno né tempo né voglia di approfondire le tematiche che lo riguardano. Questo ci rende balia di una classe politica di scarsissima qualità che da al popolo quello che vuole: facili soluzioni a problemi complessi. Soluzioni che poi si rileveranno false e inconcludenti.
Le recenti dichiarazioni di Matteo Salvini che promette centrali nucleari in 7 anni sono il classico esempio di una politica slegata dalla realtà.
Il record mondiale di costruzione di un impianto nucleare di vecchia generazione sono di 8 anni in un paese sotto dittatura. In Italia per costruire un moderno e aggiornato impianto di energia atomica servirebbero come minimo 17 anni.
Ed è da questa considerazione che voglio elencare l’ultimo punto per cui i verdi non hanno e probabilmente non avranno successo in Italia, siamo sicuri che il popolo italiano sia migliore della sua classe politica?
Per salvaguardare l’ambiente dobbiamo essere disposti a fare dei sacrifici. Dobbiamo imporci dei limiti, valutare il nostro stile di vita, ridurre il nostro impatto ambientale, essere pronti a rinunciare a qualcosa.
Siamo certi che il popolo italiano sia capace di fare questo salto culturale? Siamo certi che vogliamo mettere il bene comune davanti al piacere personale?
Siamo disposti a metterci in discussione?
Fammi sapere che ne pensi qui sotto nei commenti, io sono Alessandro e questo è Keep the Planet.