Possiamo vivere senza squali nel mare?
Cosa succederebbe se gli squali scomparissero dai nostri mari?
Ciao a tutti ragazzi, io sono Alessandro Nicoletti, biologo marino e fondatore dell’associazione Keep the Planet e oggi volevo parlarvi degli squali, i temibili predatori, che stiamo ammazzando.
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400 milioni di anni , questo è il tempo stimato dell’esistenza degli squali, 200 milioni di anni prima dell’arrivo dei dinosauri, e ora molte specie sono in pericolo di estinzione.
Mentre lo studio dei fossili stima circa 3000 specie esistite, oggi sparsi nei vari mari del mondo contiamo oltre 400 specie di squalo che formano un super ordine di pesci cartilaginei predatori strettamente imparentati con razze e chimere.
Nonostante nell’immaginario comune squalo è sinonimo di grande e pericoloso squalo bianco, alcune specie sono piccole e calme, mentre le specie più grandi sono spesso docili e tranquille come lo squalo balena e lo squalo elefante.
L’anno zero per la reputazione dello squalo è il 1975, l’anno del famoso film Lo squalo di Steven Spilberg.
Dipinto come un serial killer infallibile, tutti gli squali nell’immaginario comune sono diventati animali pericolosi da distruggere.
Come sempre, la realtà è leggermente diversa.
Se proprio vogliamo trovare un serial killer nella storia, ecco, quelli siamo noi.
Di fronte ad un media di circa 70 attacchi l’anno da parte degli squali, di sui solamente una decina circa mortali, noi ne uccidiamo ben 100 milioni di esemplari.
E tutto questo, per una stupida zuppa.
Perché gli squali sono importanti?
Se circa il 30% degli squali uccisi ogni anno dipende dalla degradazione degli habitat naturali e per la cattura accidentale dagli attrezzi di pesca, oltre il 70% delle catture è direttamente legata all’ormai nota zuppa di pinne di squalo, un piatto considerato prelibato in molte culture asiatiche e non.
I terrorizzati dal film di Spielberg ora potrebbero anche sentirsi felici di avere un mare con meno squali, ma cosa succederebbe se dovessero scomparire per sempre.
E’ possibile vivere senza squali nei mari?
La risposta è NO.
Se gli squali dovessero estinguersi, andremmo incontro ad un collasso ecologico senza precedenti perché gli squali sono delle componenti fondamentali degli ecosistemi marini.
Una delle regole del mondo animale è che gli animali carnivori grandi, mangiano quelli più piccoli.
Lo squalo è infatti un predatore apicale situato al vertice della catena alimentare che nelle varie fasi del suo sviluppo mangia sia pesci, sia mammiferi marini.
Le prede degli squali sono pesci di medie e piccole dimensioni che a loro volta mangiano organismi sia vegetali che animali via via più piccoli.
Se eliminiamo il vertice della catena, cioè lo squalo, questi pesci di medie dimensioni si moltiplicheranno senza controllo esaurendo la base della catena alimentare portando al collasso ecologico l’intero ecosistema.
Una delle prime lezioni che si apprendono in qualsiasi libro di ecologia è la relazione tra i vari anelli della catena alimentare.
Se in un prato dove vivono lupi e conigli, eliminiamo i lupi, i conigli si moltiplicherebbero fino ad esaurire tutta l’erba con la conseguente morte dell’habitat.
Sotto la superficie marina, le leggi della natura sono identiche.
Senza squali i pesci si moltiplicherebbero mangiando quindi tutto quello che trovano con la conseguente morte della catena alimentare e dell’ecosistema.
Nonostante noi umani ci comportiamo come se vivessimo al di sopra delle leggi immutabili della natura, ne siamo parte integrante ed è giunto il momento di agire di conseguenza.
In natura oltre all’uomo, il solo nemico sono le orche che, come dimostrato da alcune scoperte scientifiche, sono in grado di uccidere anche i grandi squali bianchi, tuttavia, questo fatto non toglie agli squali il loro ruolo ecologico di predatori apicali.
Facciamo l’esempio delle mante che sono delle grandi mangiatrici di capesante, senza gli squali le mante aumenterebbero a dismisura esaurendo le capesante e trasformando il fondale in un deserto.
Questo caso è purtroppo accaduto in North carolina dove la pesca eccessiva di squali ha fatto sparire non solo gli squali, ma anche le mante e le capesante.
Senza i bivalvi filtratori, che a loro volta mangiano alghe, avvengono i tanto temuti bloom algali che portano ad eventi anossici di mancanza di ossigeno che sono deleteri per la salute degli ecosistemi creando le cosiddette zone morte.
Gli squali inoltre ripuliscono gli stock ittici mangiando gli esemplari malati o infortunati garantendo la riproduzione dei pesci più forti che rinforzeranno le future generazioni.
La presenza degli squali inoltre influenza il comportamento dei mammiferi marini quali foche, elefanti marini e lamantini che senza squali si moltiplicherebbero troppo esaurendo quindi a loro volta le proprie risorse alimentari.
Un esempio ci arriva da Shark Bay in Australia dove la presenza di squali limita la presenza di dudonghi che altrimenti altererebbero in maniera irreversibile la struttura dell’ecosistema a piante marine che sono alla base della produzione di ossigeno.
La struttura della natura è sempre più complessa e articolata come una rete con tanti legami che non sempre siamo ancora in grado di competere.
Quello che è ormai noto è che quando si elimina una componente di questa struttura, tutto l’ecosistema ne subisce i danni a volte in maniera irreversibile.
Avere squali nelle proprie acque è inoltre fonte di ricchezza per il paese perché la loro presenza è una forte attrattiva per l’ecoturismo che in molti paesi è la sola fonte economica alternativa alla pesca e alla distruzione degli habitat.
Se è vero che il turismo di massa danneggia l’ambiente, il turismo legato alla presenza di fauna selvatica quando ben gestito e organizzato, è spesso la strategia migliore per la conservazione ambientale.
Alcuni governi hanno già capito che un animale vivo vale più che un animale morto.
Gli squali sono delle specie chiave che mantengono l’equilibrio ecologico di ecosistemi marini che si sono sviluppati in milioni di anni, ora noi umani con le nostre follie stiamo alterando questo delicato equilibrio millenario.
Le conseguenze le sappiamo, senza squali il sistema mare collasserebbe e con esso la sua capacità di fornire lavoro e cibo a milioni di esseri umani.
E’ sempre grazie alla presenza di squali che le barriere coralline possono continuare a formarsi, gli squali infatti regolano il tipo di pesci presenti nella barriera.
Gli squali predano pesci che a loro volta mangiano pesci erbivori, senza il controllo apicale, i pesci erbivori diminuirebbero dando quindi il vantaggio competitivo alle alghe sui coralli.
Pochi sanno che buona parte dell’ossigeno che noi respiriamo viene prodotto dall’oceano che lo produce ossigeno attraverso le piante (fitoplancton, alghe e plancton algale) che vivono in esso. Queste piante producono ossigeno come sottoprodotto della fotosintesi, un processo che converte l’anidride carbonica e la luce solare in zuccheri che l’organismo può utilizzare per produrre energia.
Gli oceani in salute sono inoltre fondamentali per l’attenuazione dell cambiamento climatico assorbendo grandi quantità di anidride carbonica.
Senza squali, umanità puff.
Proteggiamo gli squali
Secondo te, la nostra e la loro fine vale una zuppa?
Gli squali sono specie vulnerabili perché hanno tassi di crescita e riproduzione piuttosto lenti.
Vanno protetti con leggi internazionali che possano garantire loro la sopravvivenza e il benessere.
Per farlo, la strategia migliore è l’implementazione sempre maggiore di aree marine protette individuate specialmente nei siti di riproduzione e crescita.
Delle oltre 400 specie di squalo esistenti, solamente 3 godono di piena tutela da parte delle autorità contro la caccia e lo sfruttamento eccessivo, mentre le altre non sono viste come prioritarie ai fini della conservazione.
Un numero esiguo che non rispecchia assolutamente l’importanza ecologica di questo gruppo di specie.
Oltre a questo, andrebbe vietata a livello mondiale il consumo di zuppa di pinne di squalo che come abbiamo visto rappresenta la prima causa di cattura di squali.
La cosa odiosa inoltre è che spesso la carcassa privata di pinne viene rigettata in mare per il poco valore economico.
Se desideri diventare parte attiva del cambianento, qui sotto trovi il link per effettuare esperienze di volontariato ambientale con gli squali.
In attesa di una sempre maggiore tutela degli squali, condividi il video, iscriviti al canale e diffondi il messaggio.
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