Il pangolino sarebbe uno dei tanti animali sconosciuti dal grande pubblico se non fosse oggetto di una caccia indiscriminata che lo sta portando sull’orlo dell’estinzione.
Questa specie infatti è molto ricercata dai bracconieri sempre più affamati di animali rari richiesti soprattutto dal mercato asiatico.
Ogni anno sono circa 200 mila i pangolini che vengono consumati in Asia, sia per le scaglie che ricoprono il corpo dell’animale sia per carne considerata una prelibatezza sui mercati asiatici.
I pangolini sono tra i mammiferi più inconfondibili, grazie al loro mantello di squame simili ai rettili e alla straordinaria capacità di arrotolarsi in una palla inespugnabile.
Classificazione dei pangolini
Per alcune caratteristiche anatomiche e per lo stile di vita ricordano gli armadilli, i formichieri e i bradipi.
Nonostante in passato siano stati classificati insieme a quest’ultimi, alcuni recenti studi hanno modificato la classificazione inserendoli in un ordine separato, noto come Pholidota.
Le somiglianze sono dovute al fatto che durante il corso dell’evoluzione si sono tutti adattati in modo molto simile al loro ambiente. I pangolini poi sarebbero imparentati anche con i Carnivori, di cui sarebbero una specializzazione alimentare più recente.
Arboricoli e terricoli
Ci sono sette specie di pangolini e si trovano tutte in Africa e nell’Asia meridionale. Alcuni si arrampicano sugli alberi mentre altri vivono sul terreno.
Quelli arboricoli, come il pangolino degli alberi e il pangolino dalla coda lunga, sono di piccola taglia, con unghie corazzate e arcuate con cui riescono a scalare i tronchi, e una coda prensile che permette loro di aggrapparsi ai rami e alle liane mentre sono occupati a scavare nei nidi delle termiti arboricole di cui sono ghiotti.
Quelli terricoli invece non si arrampicano sugli alberi ma scavano gallerie nel sullo. Sono generalmente più grandi degli arboricoli, con unghie più robuste e una coda non prensile. Sono specie notturne che possono arrivare anche oltre i 140 cm di lunghezza e i 30 kg di peso, come il pangolino gigante e il pangolino di terra.
Nessuno di essi ha denti. Raccolgono il loro cibo, principalmente formiche e termiti, con la lingua flessibile, appiccicosa ed estremamente lunga di cui sono dotati, con cui esplorano le strette gallerie dei formicai e termitai, intrappolano le prede che ne rimangono invischiate, inghiottendole per intero e decomponendole nello stomaco.
La caratteristica più notevole dei pangolini sono le loro squame cornee dai margini affilati, che coprono gran parte delle parti esterne del corpo, della testa e della coda.
Le squame, elastiche e resistenti, offrono protezione e mimetizzazione; vengono inclinate grazie ai muscoli posti alla loro base nella pelle e vengono rimpiazzate periodicamente. Questo rivestimento è reso ancora più funzionale dalla capacità che hanno di appallottolarsi, formando una sfera corazzata.
Quando si sentono in pericolo, possono anche usare le lunghe unghie di cui sono muniti, che normalmente utilizzano per scavare gallerie nel sottosuolo o per rompere i nidi degli insetti di cui si nutrono.
Pangolino Tricuspide o arboreo
È un pangolino diffuso nelle foreste del Senegal, del Kenya occidentale e dello Zambia meridionale. Il nome lo si deve al fatto che le scaglie terminano con una forma a tre punte. Molto piccolo, ha zampe corte, testa minuta e muso allungato, arrivando nel complesso a non superare il metro di lunghezza. È munito di coda prensile, che usa per aggrapparsi quando con gli artigli è impegnato a scavare nei formicai. Come le altre specie di pangolini è molto territoriale ed emana delle secrezioni, da apposite ghiandole anali, per marcare il territorio. Marcatura che fanno tanto gli esemplari maschi quanto le femmine, anche se i primi tendono ad avere territori molto più grandi che comprendono anche quelli marcati dalle femmine.
Pangolino dalla coda lunga
Con una lunghezza che a stento supera il metro è uno dei pangolini più piccoli. Spicca la coda prensile che è lunga più del doppio del suo corpo. Particolarità di questa specie è la presenza di bene 47 vertebre caudali, più di qualsiasi altro mammifero terrestre. Ha zampe tozze dotate di lunghi artigli ricurvi, con cui si arrampica sugli alberi e caccia formiche e occasionalmente termiti. Scende raramente al suolo, essendo una specie del tutto arboricola. A differenza di molti esemplari di pangolino è diurno ed un abile nuotatore. La specie è fortemente presente nelle foreste della costa atlantica della Guinea e dell’Angola, così come nelle foreste del Sudan, Congo e Uganda.
Pangolino cinese
Vive sugli alberi e sul terreno. Con delle zampe anteriori potenti e una coda prensile muscolosa, è un esperto scavatore e arrampicatore. Quando si sente minacciato, si appallottola con il corpo protetto dalla copertura fornita dalle squame. Si ciba di formiche e termiti, che scova dai loro nidi con la lingua lunga di cui è fornito. È tipico delle zone dell’Asia orientale e sudorientale; il suo habitat è costituito da praterie e foreste.
Pangolino di Temminck
Il corpo affusolato e coperto di squame sovrapposte di colore marrone o giallo-marrone, lo fanno assomigliare al pangolino cinese, sebbene sia di taglia più piccola. Usa i grandi unghioni per sfondare i formicai e i termitai, così come per cercare cibo sia sugli alberi che a terra. Lo si può trovare generalmente nelle praterie e nelle foreste temperate dell’Africa meridionale e orientale.
Pangolino gigante
È la specie africana più grande, con una lunghezza comprensiva di testa e corpo che si aggira intorno al metro e con una coda che può arrivare anche a 70 cm, mentre il peso si aggira intorno ai 35 kg. Principalmente diffuso nelle foreste e savane dell’africa sub-sahariana, che comprende l’Uganda, la Tanzania, il Senegal, il Gabon e alcuni territori dello Zaire e del nord della Kenya.
Ha la particolarità di avere una pelle biancastra mentre le squame hanno un colorito giallo-bruno nei giovani esemplari ed assumono un deciso colore marrone, con sfumature gialle, negli adulti. Ha le zampe anteriori munite di cinque artigli, che usa per scavare gallerie che arrivano a profondità anche di 5 metri, in cui riposa durante il giorno essendo un animale notturno.
A volte può arrampicarsi anche sugli alberi.
Quando non si muove scavando può assumere un’andatura bipede grazie ad uno straordinario gioco di equilibrio con la coda. Come per le altre specie il muso è molto allungato. È dotato di un naso sviluppatissimo con cui fiuta le prede, e una lingua molto lunga e appiccicosa con cui caccia.
Anche se più frequentemente utilizza la sua grossa mole per spaccare i termitai e i formicai. Questa specie è purtroppo a rischio di estinzione per le ingenti deforestazioni, a cui è sottoposto il suo habitat naturale, e per la caccia a cui è soggetto tanto per il consumo di carne quanto per alcune credenze terapeutiche legate all’uso delle scaglie.