Chi è il lupo se non il miglior testimone del nostro passato, il simbolo di un’Italia smarrita nella sua identità, una terra ricca di storia e natura che sta attraversando un periodo di difficile transizione.
Il lupo sta lì da secoli, ci osserva dall’alto delle sue montagne in tutta la nostra frenetica vita di città.
Il lupo, un simbolo storico dell’Italia che cambia.
E non sempre in meglio.
Tuttavia, nonostante faccia parte del patrimonio del paese, è notizia recente che il lupo sta correndo un pericolo molto grande.
Ha fatto grande scalpore nel nostro paese infatti l’ultima proposta di legge sulle misure da adottare per limitare i danni provocati dal lupo sugli allevamenti.
Storicamente la convivenza tra uomo e lupo non è stata mai facile, dipinto come un animale pericoloso e aggressivo, il lupo è da sempre oggetto di persecuzione da parte dell’uomo.
Un tempo infatti era un animale selvatico presente in grandi aree, ma sin dal Medioevo si intraprese una campagna di sterminio che portò alla quasi scomparsa totale del lupo in quasi tutta Europa, Italia compresa.
Quasi in extremis, prima che la scomparsa fosse definitiva e irrimediabile, nel 1976 si vietò finalmente la caccia che permise il parziale recupero della specie.
Le stime più recenti indicano una popolazione di circa 2000 esemplari sparsi tra Alpi e Appennini.
L’incremento del numero di lupi ha inevitabilmente portato al riacutizzarsi dello storico conflitto tra uomo e lupo.
Ogni anno infatti circa 300 lupi vengono uccisi illegalmente in Italia.
La ragione del conflitto è da ricercare dagli attacchi dei lupi sul bestiame degli allevatori che a loro volta si difendono alla loro maniera, cioè uccidendo i lupi.
Visti i conflitti, per ragioni meramente politiche, il governo italiano sta varando una proposta di legge fatta di 22 punti per contrastare gli attacchi di lupo sul bestiame.
Il 22° punto prevede il tanto discusso abbattimento controllato del 5% della popolazione.
Keep the Planet non è un’associazione animalista nel senso stretto, preferiamo definirci ecologisti, ma in questo caso ci associamo alle associazioni animaliste che si sono subito attivate contro questa legge che secondo il nostro parere è totalmente sbagliata.
Abbattere il lupo è una scelta politica senza nessun fondamento scientifico, gli abbattimenti non possono essere controllati in quanto non si conoscono con esattezza le popolazioni, in alcuni paesi la caccia al lupo ha aumentato addirittura gli attacchi al bestiame.
Le ragioni dell’inefficacia si devono ricercare nella complessa interazione sociale dei branchi, uccidere un maschio alpha infatti potrebbe trasformare un branco innocuo in un gruppo di lupi ben più pericoloso.
In Canada hanno adottato da decenni delle pratiche ben più efficaci grazie all’utilizzo di cani da bestiame e recinti elettrificati che hanno eliminato il problema, in Italia si sta facendo una scelta sbagliata conseguenza di interessi politici e non scientifici.
Lo scopo di questo articolo è informare tutti circa il lupo in Italia così da sensibilizzare le persone e smuovere le coscienze per continuare l’opera di conservazione avviata 46 anni fa.
La conoscenza infatti è la base per la conservazione.
Specie di lupo
Il lupo grigio (Canis Lupus Linneo 1758) è un mammifero placentato facente parte della famiglia dei canidi appartenente all’ordine dei carnivori.
Il lupo grigio euroasiatico (Canis Lupus Lupus) è la sottospecie più diffusa e che viene quindi riconosciuto anche con il nome semplice di Lupo o Lupo comune.
Il genere Canis di cui fa parte è composto da 7 specie, tra cui oltre al lupo troviamo gli sciacalli, i coyote e diverse specie estinte.
Il lupo africano (Canis anthus) e il lupo rosso (Canis Rufus) sono considerate specie a sé, mentre il cane domestico e i dingo sono delle sottospecie del lupo grigio.
La classificazione delle numerose specie e sottospecie sono tema di dibattito scientifico, storicamente si riconoscevano 23 sottospecie del lupo grigio che vennero poi messe in discussione da altri studiosi che invece ne catalogavano solamente 5.
Attualmente la Mammal Species of the World conteggia addirittura 37 sottospecie.
Tra le principali ricordiamo il Lupo della tundra, il Lupo artico, il Lupo tibetano, il Dingo, il Cane domestico e il Lupo comune appunto.
Il lupo grigio è ritenuto il progenitore selvatico del cane, che attualmente viene quindi considerato una sottospecie polimorfa del lupo.
Lupi e cani sono tra loro interfecondi, sono cioè capaci di incrociarsi generando prole ibrida feconda.
Caratteristiche del lupo grigio
Ad eccezione di alcune razze di cane domestico, il lupo griglio è il canide più grande di tutto il genere.
E’ un animale snello e robusto, instancabile predatore che può camminare per ore nella neve senza fermarsi. Ha un muso robusto, orecchie corte e occhi frontali che gli permettono una vista acuta.
La forte dentatura composta da 42 denti è sostenuta da un’altrettanto forte struttura cranica che lo trasforma in un predatore carnivoro temuto dalla sue prede.
Il peso e la grandezza del lupo variano da regione a regione, seguendo la regola di Bergmann la corporatura aumenta con la latitudine. Troviamo quindi i lupi grigi canadesi superare di circa 3-4 volte il peso dei piccoli lupi dell’Asia medio orientale.
Gli esemplari più grandi in assoluto sono i lupi grigi del Canada, Alaska e Siberia.
Dopo le nordiche, il lupo grigio europeo è tra le sottospecie più grandi, mentre l’ecotipo italiano è leggermente più snello del parente del nord europa. Le femmine pesano generalmente il 10-15% in meno dei maschi.
Il pesante mantello che ricopre il corpo del lupo lo rende capace di vivere anche a basse temperature: la maggior parte della lanugine viene persa in primavera per poi ricrescere in autunno. Anche il colore del mantello è variabile a seconda della regione geografica.
Dove vive il lupo grigio
Anticamente il lupo ha raggiunto uno dei più ampi areali di tutte le specie terrestri.
Essendo una specie molto versatile, si adatta facilmente ai diversi ambienti. Non a caso infatti, il lupo grigio è presente dalle fredde montagne del Canada, fino ai deserti del Medio Oriente.
La presenza del lupo è strettamente collegata alla presenza di prede, essendo un grande camminatore non ha problemi a spostarsi anche di grandi distanze per la ricerca di cibo.
Il rapporto tra uomo e lupo è da sempre il vero limite di espansione della specie.
La caccia al lupo infatti ha radici antiche, basti pensare che in Inghilterra i lupi erano cacciati per legge e e vennero eliminati diversi secoli fa. Le prime cacce documentate infatti iniziano addirittura dal Medioevo.
La grande distribuzione del lupo si è ridotta durante i secoli, raggiungendo cifre spaventose dall’inizio del secolo scorso, conseguenza della simultanea crescita demografica della popolazione umana.
Questo trend di drastica diminuzione degli areali si è fortunatamente fermato dagli anni 70 quando le politiche di conservazione hanno aiutato le popolazioni a ricrescere.
Ad oggi, il lupo grigio vive in areali ben più ristretti che in passato come si può evidenziare dall’immagine qui sotto.
Come possiamo vedere, in passato il lupo occupava tutta la penisola italiana, ma la presenza dell’uomo lo ha poi portato a ridimensionare il suo habitat verso le zone montagnose.
Riproduzione e comportamento del lupo
Il lupo è un mammifero essenzialmente monogamo durante tutta la vita. Se un individuo della coppia muore, viene sostituito velocemente.
Esistono dei lupi cosiddetti casanova che si accoppiano con le femmine di altri branchi.
La cucciolata di circa 5-6 cuccioli è composta da individui piuttosto grandi e relativamente maturi dal peso di 300 grammi circa.
Vengono alimentati esclusivamente dal latte materno per il primo mese di vita.
La maturità sessuale è raggiunta verso i due anni di età, anche se le femmine sono fertili appena dopo 10 mesi.
Il lupo è un animale sociale che vive in branco. La composizione del gruppo è variabile a seconda della zona, si notano gruppi più numerosi nelle zone dove le prede sono di maggiori dimensioni.
La composizione del gruppo segue una gerarchia prestabilita dominata dalla coppia alpha, i leader del branco.
Il lupo è uno degli animali più studiati dal punto di vista ecologico. Gli animali comunicano tra loro attraverso una complessa serie di comportamenti.
I lupi grigi ululano per radunare il branco, avvertirlo di un pericolo e per comunicare a lunga distanza. In certe condizioni i loro ululati possono essere sentiti entro un territorio di 130 chilometri quadrati. Il senso dell’olfatto e dell’udito sono sensi sviluppati utilizzati anch’essi nella comunicazione.
Cosa mangia il lupo
Il lupo è un carnivoro opportunista dalla dieta molto variabile a seconda dell’habitat in cui vive.
E’ specializzato nella caccia di grossi erbivori selvatici quali cinghiali, alci, cervi, daini, renne, mufloni, bisonti e stambecchi.
Tuttavia, in caso di necessità, cattura anche piccole prede come roditori e conigli, capi di bestiame e purtroppo anche rifiuti dove la presenza dell’uomo è abbondante.
Casi di antropofagia e cannibalismo sono molto rari, sono comportamenti rari e ritenuti aberranti per la specie. L’immaginario comune del lupo mangiatore di uomini è solo frutto della cattiva reputazione che ha nella società umana.
Nonostante siano animali che vivono in grandi gruppi sociali dalla gerarchia accentuata, i lupi hanno maggiore probabilità di successo quando cacciano da soli o in coppia. Il metodo di caccia dipende dalla varietà e dalla disponibilità di prede.
Oltre all’uomo, il suo più grande nemico, il lupo subisce la presenza di altri grossi carnivori come ad esempio la tigre.
Il lupo grigio in Italia
Il lupo che troviamo nel nostro paese fa parte della sottospecie comune euroasiatica Canis lupus lupus.
Il lupo nostrano presenta delle caratteristiche morfologiche distinguibili rispetto alle popolazioni europee che portarono al medico Giuseppe Altobello, appassionato di natura, a chiamarlo nel 1921 Lupo Appenninico Canis lupus italicus), considerandolo così una sottospecie a se stante.
Tuttavia, in tempi recenti grazie allo sviluppo della genetica viene semplicemente considerato un ecotipo del Lupo grigio europeo.
Il punto più critico per il lupo in Italia si toccò nel 1973 con soli 100 esemplari rimasti.
Ad oggi, grazie alle politiche di conservazione oggi in pericolo, le popolazioni sono aumentate fino ad alcune migliaia.
Le aree con le presenze più numerose di lupo in Italia sono confinate all’interno del Parco Nazionale di Abruzzo e sulle Alpi Occidentali.
Il ritorno del lupo sulla nostra penisola non è una notizia positiva per tutti, ed infatti proprio in questi giorni il problema è ritornato al centro della discussione politica.
Pericoli per il lupo grigio
Il lupo grigio è una specie forte e flessibile.
A differenza di altri animali, in assenza di predatori le popolazioni selvatiche crescono piuttosto rapidamente.
L’equilibrio del numero di lupi in una determinata aree viene raggiunto a seconda della presenza di prede. In condizioni ideali, quando le popolazioni crescono eccessivamente, gli individui che non riescono a formare un branco stanziale si spostano in cerca di zone libere.
Tuttavia, la presenza del l’uomo non permette le condizioni di crescita e sviluppo che avvenivano in passato.
Il pericolo più grande per il lupo, e con lui di tutte le specie selvatiche della terra, siamo noi umani e la nostra crescita incontrollata.
L’esponenziale crescita demografica dell’umanità ha raggiunto ormai cifre preoccupanti non solo per la sopravvivenza delle specie selvatiche, ma anche e soprattutto per lo stesso ecosistema terrestre.
Lo sviluppo economico attuale non rispetta le leggi dell’ecologia, lo sviluppo tecnologico della società deve al più presto variare verso una via più sostenibile dal punto di vista ambientale.
La crescita dell’umanità sta infatti consumando tutte le risorse naturali sottraendo spazi vitali agli ambienti naturali, e con essi la fauna contenuta all’interno.
Il caso italiano è esemplare delle problematiche tra uomo e fauna, le attività economiche quali allevamento infatti entrano in contatto con la presenza del lupo che si vede costretto ad attaccare il bestiame per via della diminuzione delle prede naturali e della riduzione degli habitat.
Come aiutare il lupo grigio
Gli interventi per aiutare il lupo grigio sono gli stessi che servono per aiutare tutte le specie del mondo, la nostra compresa.
Il piano di sviluppo è complesso e va ad attaccare alcuni dei tabù più forti della nostra società.
In primis, dobbiamo seriamente prendere atto che lo sviluppo sostenibile della società umana è una prerogativa essenziale per noi e per il pianeta.
Non è più possibile pensare che lo sviluppo passi per i combustibili fossili, per l’inquinamento marino e terrestre e dalla deforestazione.
Continuando nella sottrazione di aree naturali per le attività economiche e lo sviluppo urbano molto presto ci ritroveremo a pagare le pesanti conseguenze.
Ma il passaggio non è facile, ancora troppe persone non sono consapevoli dell’importanza di virare la nostra economia verso una direzione rispettosa per l’ambiente.
La consapevolezza inizia dall’informazione, ma basta guardarsi intorno per vedere quanto l’ignoranza sia diffusa a tutti i livelli.
Se non verrà presto riconsiderato il nostro modello di sviluppo, ci ritroveremo ad affrontare un nuovo medioevo, e questa volta sarà colpa dei cambiamenti ambientali.
Tutto inizia dalla corretta gestione del territorio e dalla rivoluzione tecnologica.
Ecco quindi la necessità di continuare a proteggere le aree naturali dove il lupo e le altre specie vivono, e considerare inoltre l’aumento di tali aree.
Importante è il controllo delle leggi sulla conservazione.
Nel caso specifico del lupo, come detto in precedenza, piuttosto che prevedere gli abbattimenti dobbiamo concentrarci sulle misure alternative quali utilizzo di recinti elettrificati per il bestiame e i cani da gregge.
La crescita delle popolazione di lupo ci hanno dimostrato le capacità di recupero della natura, dobbiamo solo continuare.
Lupo grigio: considerazioni finali
Se non riusciamo a proteggere una specie simbolo come il lupo, difficilmente potremmo vincere le grandi sfide del futuro.
Sono un biologo marino, non sono specializzato in ecologia dei lupi, tuttavia alcune misure specifiche per il lupo in Italia mi arrivano dal buon senso e dalla mia formazione scientifica.
Ho un suggerimento, perché non incentivare attività legate alla presenza del lupo piuttosto che abbatterlo e dal ricavato creare un fondo per i rimborsi agli allevatori?
Perché non aumentare i finanziamenti ai parchi nazionali e incrementare la presenza di personale specializzato in grado di studiare e quindi gestire i territori dal punto di vista scientifico?
Come fondatore dell’associazione Keep the Planet, suggerisco alle autorità italiane di riflettere attentamente prima di dare l’ordine di abbattimento, questa potrebbe essere la miccia per una vero e proprio sterminio di massa.
Se ad oggi circa 300 lupi vengono uccisi legalmente, eliminando il divieto questo numero potrebbe crescere fino a portarci alla completa sparizione del lupo.
So che la legge considera legale un abbattimento del solo 5% degli individui, ma siamo sicuri che lo stato ha le risorse per controllare questi numeri?
Io non ci credo, non credo che il lupo sia un’emergenza nazionale, penso che il nostro paese abbia priorità ben più importanti come la rivoluzione energetica e il passaggio dalle fonti fossili a quelle rinnovabili.
Se condividi l’approccio di Keep the Planet nei confronti dei problemi ambientali, diventa un amico dell’associazione iscrivendoti al gruppo Facebook.
Grazie, Alessandro Nicoletti di Keep the Planet
P.s non dimenticare di firmare la petizione 🙂