Una guida di Alessandro Nicoletti, fondatore di Keep the Planet, circa lo status di conservazione del leone, l’animale simbolo del continente africano. Per proteggere bisogna prima amare, per amare bisogna prima conoscere.
Forte e coraggioso come un leone, questo è l’immaginario comune del re degli animali, del dominatore delle savane africane.
Questo suo status symbol è ben immerso nella nostra mente sin da bambini perché tutti noi da sempre vediamo il leone come un animale potente e indistruttibile.
Nonostante la sua fama, il leone è purtroppo in pericolo di estinzione e noi umani siamo ovviamente i colpevoli.
La continua riduzione del suo habitat naturale e il bracconaggio stanno infatti mettendo alla dura prova anche il re della savana.
Fino a 10.000 anni fa, il leone era il secondo grande mammifero più abbondante del pianeta dopo l’uomo.
Uomo che purtroppo ha intrapreso una strada senza ritorno che sta portando al collasso ecologico l’intero ecosistema naturale.
Dove una volta il leone dominava, oggi non resta che un lontano ricordo del tempo che fu.
Poco più di un secolo fa, c’erano più di 200.000 leoni selvatici che vivevano liberi nel continente africano.
Oggi, questa cifra è ben più bassa: ci sono solo circa 20.000 leoni rimasti.
Questa specie simbolo dell’Africa è scomparsa da ben 26 stati, ha perso oltre il 94 percento del suo areale storico che un tempo includeva quasi l’intero continente africano, ma che ora è limitato a meno di 660.000 miglia quadrate.
I leoni sono elencati come specie vulnerabile all’estinzione dall’Unione internazionale per la conservazione della natura, l’ente internazionale che determina lo stato di conservazione delle specie selvatiche.
Impotenti davanti a questi numeri drammatici, come conservazionisti non dobbiamo mai gettare la spugna e continuare a condividere e informare ed è questo che noi di Keep the Planet facciamo.
Il ruggito del leone è tra i suoni più famosi in natura, e quando un leone ruggisce viene udito fino a 8 Km km di distanza.
Non facciamolo sparire per sempre.
Qui un mio video dove analizzo la situazione delle popolazioni selvatiche del leone:
Leone: informazioni generali
Il leone (Panthera leo Linnaeus, 1758) è un mammifero carnivoro della famiglia dei felidi.
Insieme alla tigre, al giaguaro, al leopardo e al leopardo delle nevi, il leone è una delle cinque specie ancora viventi del genere Panthera.
Il leone è a sua volta suddiviso in varie sottospecie:
- Panthera leo leo – Leone dell’Atlante o leone berbero;
- Panthera leo senegalensis – Leone dell’Africa occidentale o leone senegalese;
- Panthera leo azandica – Leone del Congo nord-orientale;
- Panthera leo nubica – Leone dell’Africa orientale o leone nubiano;
- Panthera leo bleyenberghi – Leone del Katanga o leone dell’Angola;
- Panthera leo krugeri – Leone del Transvaal o leone sudafricano;
- Panthera leo massaicus – Leone masai;
- Panthera leo persica – leone asiatico.
In natura un leone vive generalmente dai dieci ai quindici anni, mentre in cattività può arrivare anche a venti in quanto non deve procurarsi il cibo.
I maschi muoiono prima rispetto alle femmine in quanto sono più soggetti ad infortuni e ferite in seguito alle lotte con i rivali per il dominio sul branco.
Rispetto ad altri felini, il leone è la specie più sociale in quanto vive in grandi branchi formati generalmente da un maschio alfa dominante e da un gruppo di femmine imparentate tra loro, con cui questo si accoppia, e i conseguenti cuccioli.
A volte il maschio alfa può essere affiancato da altri maschi imparentati con lui.
I cuccioli maschi restano all’interno del branco fino alla loro maturazione sessuale, momento in cui vengono scacciati dal branco: una volta allontanati dal maschio alfa, i giovani leoni formano un piccolo branco di soli maschi che iniziano a cercare un branco di femmine scacciando quindi il relativo maschio alfa prendendo così il controllo del suo branco.
Le femmine sono deputate alla caccia, mentre i maschi una volta impadronitisi di un branco si nutrono delle prede uccise dalle femmine e solo di rado cacciano essi stessi. Nonostante non cacciano, i maschi sono capaci di farlo in determinate circostanze. sebbene siano perfettamente in grado di farlo.
In natura, sulla terraferma, il leone non ha rivali se non l’uomo.
E’ in costante competizione con un altro carnivoro tipico della savana, cioè la iena. In acqua il leone può cadere vittima del coccodrillo del Nilo, l’unico che può minacciare un leone.
Il maschio di leone ha una criniera caratteristica che lo caratterizza rispetto alle femmine e che usa durante i combattimenti per apparire più grande.
I tipici ruggiti che caratterizzano la specie iniziano dopo il crepuscolo, durano dai 30 ai 40 secondi ad intervalli regolari, per tutta la notte.
Sono animali poco attivi, infatti i leoni restano per molto tempo inattivi durante la giornata, stando a riposo per circa 20 ore su 24.
Quanto è grande un leone?
E’ il secondo felino più grande dopo la tigre. Il leone maschio, caratterizzato dalla tipica criniera, pesa dai 150kg ai 225kg, mentre le femmine pesano dai 120 ai 182 kg.
Ogni sottospecie ha caratteristiche diverse, ad esempio la sottospecie massaicus tipica della Tanzania, è leggermente più piccola, con un peso medio che varia dai 145 ai 205 per i maschi e dai 100 ai 165 per le femmine.
La lunghezza del corpo, esclusa la coda, varia da 170 a 250 cm nei maschi e da 140 a 175 cm nelle femmine; l’altezza media al garrese è intorno ai 120 cm per i maschi e 105-110 cm per le femmine (il massimo è rispettivamente di 126 e 110 cm).
La coda ha una lunghezza considerevole compresa tra 90 e 105 cm per i maschi e tra 70 e 100 cm per le femmine.
Cosa mangia il leone?
I leoni sono animali carnivori, il fabbisogno giornaliero di carne raggiunge i 5 kg tra le femmine adulte e i 7 kg tra i maschi.
Tuttavia, se ci sono delle prede disponibili, possono mangiare grande quantità di carne, fino ad oltre 30 kg al giorno.
I leoni hanno una dieta che prevede un’ampia varietà di prede: impala, giraffe, zebre, gnu, antilopi, bufali, facoceri e gazzelle.
Sono anche in grado di adattarsi facilmente e cambiare le loro abitudini alimentari.
In Tanzania, ad esempio, si cibano di coccodrilli, nel Parco del Virunga di ippopotami, mentre nella zona desertica della Namibia si sono abituati a mangiare i delfini e le balene che si arenano sulla spiaggia o foche.
In caso di necessità non disdegnano anche piccole prede come uccelli, roditori e lepri.
Come si riproduce un leone?
Essendo mammiferi, i leoni hanno riproduzione sessuale. Le leonesse maturano sessualmente a partire dal 4° anno di età, i leoni intorno al secondo anno, ma cominciano a riprodursi al 4°-5° anno di vita poiché prima non sono in grado di conquistare un branco e quindi riprodursi.
Non c’è una vera e propria stagione riproduttiva, ma piuttosto vari periodi ormonali in cui le femmine sono pronte e in calore. Nei branchi con più maschi, le femmine si alternano per evitare scontri e dare la possibilità a tutti i maschi di riprodursi.
Il maschio inizia il corteggiamento che insegue la femmina in calore avvicinandosi a a lei finché lei non dimostra di ricambiare il suo interesse che si dimostra recettiva la femmina si dimostra recettiva distendendosi per terra.
Durante il rapporto, i leoni in amore rimangono insieme, separati dal resto del branco, per giorni trascurando perfino l’alimentazione.
Sia i maschi che le femmine sono molto gelosi e protettivi e allontano con forza chiunque si avvicini.
La gestazione dura in media 110 giorni ed ad ogni parto nascono da 1 a 4 cuccioli per volta. I cuccioli nascono ciechi, e gli occhi si schiudono soltanto una settimana dopo il parto.
Il peso di un nuovo leoncino varia tra gli 1,2 e i 2,1 kg.
In genere la madre rientra nel branco di appartenza solo dopo 6-8 settimane dal parto quando i nuovi leoni sono sufficientemente grandi. I cuccioli possono essere allattati anche da altre femmine aumentando le possibilità di sopravvivenza.
Quando entrano nel branco, i cuccioli sono inizialmente molto timidi e tendono ad avere rapporti solo con le rispettive madri.
Cominciano poi a socializzare tra loro giocando e cercano infine di coinvolgere anche gli adulti nei loro giochi.
Habitat del leone: dove e come vive
In tempi antichi, i leoni erano abbondanti non solo in Africa, ma anche in Asia e Europa. Addirittura attacchi di leoni sono riportati dagli antichi greci.
Si narra infatti che i leoni attaccarono i cammelli utilizzati dall’esercito di Serse per la conquista della Grecia.
Oggi, questa abbondanza è solo un lontano ricordo come possiamo ben vedere dall’immagine qui di lato.
I leoni sono ormai presenti in natura esclusivamente in alcune aree dell’Africa, eccezion fatta per una piccola popolazione di leoni asiatici presenti in India nel parco nazionale Sasan Gir.
In Africa, i leoni vivono nella regione sub-sahariana, tranne nella foresta pluviale equatoriale e nelle regioni fortemente popolate lungo la costa meridionale della parte occidentale del continente.
I leoni sono noti per prosperare nelle praterie della savana con alberi di acacia sparsi dove si mimetizzano bene con l’ambiente circostante.
Tuttavia, ci sono dei leoni adattati al deserto nella parte sud-occidentale dell’Africa che si sono evoluti per resistere al duro ambiente del deserto del Namib in Namibia.
La maggior parte dei leoni selvatici dell’Africa vive in paesi dell’Africa orientale come il Kenya e la Tanzania, nonché in paesi dell’Africa meridionale come il Sudafrica, il Botswana, lo Zimbabwe e lo Zambia.
Perché il leone rischia l’estinzione?
Il re della savana ogni giorno deve far fronte a diverse minacce tutte dovute a noi esseri umani.
Uno dei problemi maggiori della conservazione dei leoni è l’aumento delle superfici convertite ad uso agricolo.
L’espansione dei territori coltivati ha provocato infatti una riduzione drastica degli habitat, relegando i leoni in aree non sufficientemente estese per la loro sopravvivenza.
La riduzione degli habitat ha effetti negativi simili anche sulle altre specie che sono le prede naturali dei leoni.
Il vertiginoso aumento della popolazione del continente africano comporta una riduzione inarrestabile delle aree naturali che devono essere assolutamente protette da leggi nazionali e internazionali.
Meno cibo e meno spazio che ovviamente aumentano le interazioni e i conflitti con l’uomo.
La caccia da parte delle popolazioni locali, il bracconaggio ed il commercio illegale, di coloro che ancora vedono il leone come un trofeo, minacciano quotidianamente la vita dei felini.
Inoltre, la riduzione drastica del numero di esemplari in vita e delle dimensioni degli habitat portano anche all’accoppiamento tra consanguinei, provocando un indebolimento genetico e quindi maggiore vulnerabilità al diffondersi di epidemie.
I cambiamenti climatici sono una minaccia anche per i leoni perché provocano cambiamenti dell’ambiente e di conseguenza anche nelle abitudini degli animali.
Molte aree dell’Africa infatti sono a rischio desertificazione.
Status di conservazione del leone
Dichiarato ufficialmente vulnerabile nel 1996, se il trend in forte declino non inverte la rotta, il leone presto verrà inserito nella lista delle specie animali in pericolo critico di estinzione.
Negli ultimi 20 anni le popolazioni sono calate del 46% con oltre 15 nazioni africane che hanno perso il leone per sempre.
Ogni anno 600 leoni vengono cacciati, specialmente dai cacciatori di trofei che in cambio di ingenti somme di denaro ottengono il diritto di sparare e uccidere.
Al tasso attuale, nel 2050 i leoni saranno estinti in natura per sempre.
Come aiutare il leone
Per salvare l’iconico orgoglio africano, gli ambientalisti stanno lavorando per ridurre i costi legati alla vita accanto a loro e per evidenziare il valore locale che esiste nel proteggerli.
Il primo e più importante atto di conservazione è infatti quello di mitigare i conflitti da popolazioni locali e leoni. Per farlo, le associazioni collaborano con allevatori e agricoltori con il fine di promuovere la coesistenza delle attività agricole con la presenza del felino.
Molti leoni infatti vengono uccisi per ritorsione a seguito di attacchi al bestiame.
I ricercatori studiano metodologie pratiche per ridurre i contrasti attraverso ricerche, monitoraggi e programmi di educazione.
Ovviamente la protezione del territorio attraverso l’istituzione dei parchi nazionali è la forma più efficace per proteggere i leoni e non solo.
Alcune nazioni come la Tanzania hanno ormai da decenni instaurato grandi parchi nazionali per la conservazione della fauna africana, tuttavia un aumento sempre maggiore di leggi sovranazionali è necessario per la conservazione delle specie africane in quanto gli animali hanno bisogno di muoversi tra gli stati per garantire il rinforzo del pool genico.
Fare volontariato per la conservazione dei leoni
Come possono i semplici cittadini contribuire alla conservazione dei leoni?
Noi di Keep the Planet ci siamo specializzati nell’aiutare i volontari italiani desiderosi di partecipare ad un viaggio volontariato in Africa per la conservazione della natura.
Ci sono vari paesi africani che organizzano campi di volontariato con i leoni.
Tra i principali ricordiamo sicuramente il Sudafrica, il Kenya e la Tanzania.
Quando si sceglie un progetto di conservazione bisogna prestare particolarmente attenzione al centro che si sceglie.
Purtroppo infatti le riserve che fingono di tutelare gli animali selvaggi sono centinaia se non migliaia: la truffa consiste nell’ingannare l’aspirante volontariato con foto di animali che verrà poi coinvolto in una meschina attività commerciale che di etico e sostenibile non ha proprio nulla.
Sfruttando l’amore per la natura e la voglia di aiutare, i volontari saranno impiegati per attività del tutto inutili a fini del benessere animale e la conservazione.
Noi di Keep the Planet abbiamo deciso di apportare il nostro contributo scremando le offerte e aiutando il volontario a scegliere tra un gruppo di associazioni etiche che fanno vera conservazione.
Per fare volontariato con i leoni: scarica il database completo riservato ai soci dell’associazione
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