Continua la raccolta di informazioni qui sul sito di Keep the Planet circa animali poco conosciuti che purtroppo rischiano l’estinzione a causa dei nostri scellerati comportamenti.
Oggi parliamo dei lamantini, un genere di mammiferi acquatici appartenente alla famiglia dei Trichechidi, che comprende tre specie: il lamantino africano, il lamantino delle Indie Occidentali dei Caraibi e il lamantino amazzonico.
Specie che purtroppo soffrono enormemente la pressione antropica nei loro confronti che inevitabilmente toglie spazio vitale alla loro sopravvivenza.
Così come le tartarughe marine, i lamantini sono animali fondamentali per la salute degli ecosistemi acquatici, una loro protezione e tutela è ormai diventata fondamentale e urgente.
Ordine dei Sirenia
Le tre specie di lamantini e il dugongo costituiscono l’ordine Sirenia, chiamati anche “vacche di mare”, a causa dei loro corpi tozzi e cilindrici, dei movimenti lenti e dell’abitudine di pascolare le erbe marine e altre piante acquatiche.
Nonostante la somiglianza superficiale con le foche, i sirenii sono gli unici veri mammiferi erbivori marini (vivono anche nei fiumi e nelle lagune). Hanno la pelle molto spessa gli arti anteriori simili a pagaie e la coda appiattita, gli occhi piccoli e il muso arrotondato, con il labbro superiore mobile per raccogliere il cibo.
Le tre specie di lamantini sono presenti nelle indie occidentali, in Amazzonia e nell’Africa occidentale, mentre il dugongo vive nell’oceano Indiano. Lo stile di vita non aggressivo dei sirenii, che cercano il cibo nelle acque basse costiere, li ha resi vulnerabili nei confronti dell’uomo. Con una popolazione di 130.000 individui, questo è l’ordine meno numeroso.
Lamantino africano
Specie dell’Africa occidentale, nella zona compresa tra il fiume Senegal e il fiume Cuanza dell’Angola, si adatta ad acque dolci e saltate con estrema facilità. Ha una testa molto piccola, il labbro superiore diviso in due parti mobili indipendenti, gli occhi molto piccoli e le orecchie mancanti del padiglione esterno. Si nutre principalmente di piante acquatiche il raramente di piccoli pesci intrappolati nelle reti. Tendenzialmente ha una natura solitaria, ma può riunirsi anche in gruppi, che non sono mai troppo numerosi, i cui membri arrivano ad un numero massimo di sei individui. È un animale diurno, ma alcune attività sono parzialmente notturne. Ha una discreta longevità, che si aggira in media intorno ai trent’anni.
Lamantino delle Indie Occidentali dei Caraibi (o Lamantino comune)
Probabilmente il più famoso tra i manati, ha la pelle grigio-bruna, più chiara nella parte sottostante, che può ospitare la crescita di alghe. Come gli altri sirenii, ha occhi piccoli e non a padiglioni auricolari esterni. I gruppi di 2-20 individui possono ingrossarsi fino a 100 esemplari quando si trovano in acque calde, durante l’inverno, o nelle aree dove il cibo è abbondante.
Gli individui di un gruppo vanno e vengono, spostandosi ampiamente lungo le linee costiere dove l’acqua è poco profonda e passando dall’acqua dolce a quella salata. Gran parte della comunicazione è tattile e comprende tocchi, strofinamenti della testa e sfregamenti.
I manati producono strilli e fischi di tonalità molto acute sott’acqua, normalmente durante la creazione dei legami madre-figlio o per avvertire gli altri di un pericolo. I segnali sonori e tattili vengono usati anche durante il corteggiamento, quando diversi maschi possono competere per una singola femmina.
Solo la madre si prende cura del cucciolo, ma probabilmente con l’aiuto dei figli più grandi e dei parenti della femmina. Per nutrirsi tende ad immergersi non oltre i 4 m di profondità. Trattiene il cibo con le pinne e lo dirige nella bocca con le labbra.
Assume ogni giorno una quantità di cibo pari a un quarto del suo peso corporeo. Può raggiungere una lunghezza di 4,5 m ed un peso massimo di 600 kg. Sebbene sia protetto dalla legge, continua ad essere minacciato dalla caccia, dal degrado dell’habitat e dall’inquinamento.
È tipico dei territori dell’America sudorientale e nordorientale, principalmente stanziato lungo le coste tropicali con acque poco profonde, nei fiumi costieri, negli estuari e nelle sorgenti di acqua dolce.
Lamantino amazzonico
Anche noto come lamantino delle amazzoni è originario del bacino idrografico del Rio delle Amazzoni, comprendente territori del Brasile, Perù, Bolivia, Colombia, Venezuela ed Ecuador. Dalla pelle rugosa, sottile e di colore brunastro, con macchie bianco-rosate e peli molto sottili distribuiti sul corpo è il più piccolo tra le specie di lamantini.
Le sue dimensioni raggiungono una lunghezza massima di 2,5 m ed un peso massimo di 7,5 kg; i maschi sono generalmente più piccoli delle femmine. Hanno una forma cilindrica, con un muso dritto che punta quasi completamente al ventre e che permette loro di alimentarsi sulla superficie dell’acqua, dove si trova gran parte del cibo facente parte della loro dieta. Sono muniti di pinne anteriori flessibili che, a differenza delle altre specie, sono prive di unghie, ma lo stesso essenziali per muoversi sul fondale, scavare e avvicinarsi il cibo alla bocca.
Nella parte inferiore sono muniti di una coda dalla forma di pagaia piatta e arrotondata. Come per le altre specie di lamantini hanno una conformazione dei denti simile a quella degli elefanti, in cui la porzione inferiore dei denti viene costantemente sostituita: sono i cosiddetti denti polifodonti, che portano ad un consumo graduale ma definitivo dello smalto, fino alla perdita completa del dente. La popolazione di lamantino delle amazzoni sembra essere attualmente in diminuzione perché minacciata dal degrado del suo habitat e dall’inquinamento ambientale.
Dugongo
Con un corpo a forma di siluro grigio o bruno- grigio e una coda a forma di mezza luna, è adattato alla vita acquatica in diversi modi: i “piedi” si sono evoluti in pinne e la coda si è modificata per la propulsione. Le ossa pesanti gli conferiscono il peso ideale per poter rimanere immerso a lungo e per una locomozione subacquea più facile. Normalmente diurno, si sposta tra le isole vicine e lontane dalla costa a seconda delle maree e della disponibilità di cibo.
In certe aree compie delle migrazioni stagionali più lunghe, perseguire la crescita delle erbe marine e delle alghe e per evitare le correnti di acqua fredda. Cacciati da orche, squali e coccodrilli marini, i membri di un gruppo possono aggregarsi per intimidire e scacciare i grandi predatori. Viene cacciato anche dall’uomo per la carne, il grasso, la pelle, i denti e le ossa.
Gli esemplari più anziani possono raggiungere una lunghezza totale di 4 m, mentre il peso può oscillare dai 250 kg ai 900 kg. La sua distribuzione è maggiore nelle acque dell’Africa orientale, dell’Asia occidentale, meridionale e sudorientale, dell’Australia e nelle isole del Pacifico.
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