La neve non è solamente il simbolo del Natale, delle cene in famiglia e dei regali, ma anche una componente fondamentale del nostro pianeta.
Ciao a tutti ragazzi, io sono Alessandro Nicoletti, biologo marino e fondatore dell’associazione ecologista Keep the Planet e oggi parliamo dell’importanza ecologica della neve.
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Se dobbiamo rispondere nel modo più semplice possibile alla domanda cos’è la neve, non ci resta che dire, acqua allo stato solido che cade dal cielo.
Ma in realtà è molto di più.
Cos’è e come si forma la neve
Ricercatori giapponesi hanno individuato ben 3000 forme diverse di neve, forme di incredibile e misteriosa bellezza.
Il vapore acqueo contenuto nelle nuvole, quando incontra una massa d’aria con temperature inferiori a zero gradi, si cristallizza dando vita al processo di creazione della neve.
L’acqua passando dallo stato gassoso direttamente allo stato solido, tende a configurarsi in cristalli di ghiaccio.
Questi cristalli aggregandosi insieme formano il fiocco di neve che tutti noi conosciamo.
Quando i fiocchi diventano abbastanza pesanti, cadono al suolo con forme molto variabili, dipendenti dalla temperatura e umidità della massa d’aria circostante.
Le condizioni ideali per abbondanti nevicate si hanno con temperature vicine o inferiori allo 0, questo perché l’aria contiene più umidità favorendo quindi l’aggregazione dei cristalli di ghiaccio.
Perché la neve è importante
La neve è una componente fondamentale del sistema climatico locale e globale e una sua alterazione comporta tutta una serie di problematiche.
La copertura nevosa infatti influenza l’irraggiamento solare, l’approvvigionamento idrico, la protezione del suolo e molto altro ancora.
Purtroppo, negli ultimi anni a causa dell’impatto delle attività umane sul clima, gli scienziati hanno evidenziato una chiara diminuzione della caduta di neve.
Questo comporta chiaramente degli squilibri climatici a livello locale e globale che influenzano tantissimi aspetti degli habitat naturali.
La formazione di neve ha bisogno di particolari condizioni climatiche, chiaramente con l’incremento delle temperature medie causate dalle emissioni di gas serra, queste condizioni vengono meno.
Rispetto a soli 40 anni fa, la copertura nevosa dell’emisfero settentrionale si è ridotta di circa un mese all’anno.
Questo comporta una diminuzione dell’albedo, cioè la frazione di luce solare respinta della superficie terrestre che di fatto riduce sensibilmente l’effetto-serra.
La neve essendo bianca infatti riflette una maggiore quantità di energia solare contribuendo alla regolazione del clima.
Inverni con sempre meno neve giocano un effetto dominio accelerando i tanto temuti cambiamenti climatici.
La minore presenza di neve nell’emisfero nord a sua volta condiziona i monsoni estivi asiatici, dimostrando come il clima è connesso e influenzato a livello planetario.
Se a livello globale il manto nevoso gioca un ruolo fondamentale nella regolazione del clima, questo accade anche a livello locale.
La neve essendo formata da cristalli di ghiaccio disposti in forme particolari, al suo interno racchiude anche una discreta quantità di aria che crea un importante isolamento termico al suolo proteggendo piante e semi dalle temperature gelide dell’inverno.
Se si assiste ad un inverno freddo e secco con la mancanza quasi totale di precipitazioni sia piovose che nevose, la parte superficiale del terreno spesso congela e si indurisce notevolmente.
Con l’arrivo della primavera, normalmente, la piovosità tende ad aumentare e vi possono essere rovesci piuttosto intensi.
Se la pioggia viene accolta da un terreno eccessivamente indurito e magari la precipitazione è intensa, la massa d’acqua invece di penetrare al suo interno, tende a scivolare a valle determinando una maggiore erosione dei versanti.
Se le ondate di gelo si presentano invece su un terreno precedentemente innevato, la presenza della coltre nevosa si comporta come una coperta e non consente alla temperatura del terreno di scendere al di sotto dello zero.
In seguito, con l’aumento delle temperature, lo scioglimento della neve determinerà una penetrazione dell’acqua anche in profondità, idratando il terreno in maniera quasi perfetta.
In questo caso, con l’avvento delle piogge primaverili, il terreno avrà maggiori capacità assorbenti per merito di un’ elasticità degli interstizi nettamente più elevata.
Migliore idratazione significa anche migliore fertilità terreno, in quanto le sostanze utili alla crescita della piante possono penetrare meglio in profondità.
Questo si traduce in un notevole beneficio per tutte le forme vegetali presenti in quel determinato luogo.
Se la base della catena trofica composta dalle piante viene danneggiata, anche gli anelli superiori composti dagli animali erbivori e carnivori verranno modificati e influenzati a sua volta.
La neve è inoltre un importante riserva idrica che penetra lentamente nelle falde sotterranee così da garantire l’approvvigionamento idrico durante i mesi estivi.
Questo non è importante solamente per noi umani, ma anche per le piante che dal terreno devono ricavare l’acqua sufficiente per il loro sostentamento durante tutto l’anno.
Non dimentichiamo inoltre il ruolo della neve nel sequestro di inquinanti dall’atmosfera, che vengono intrappolati dai fiocchi.
Ovviamente la neve rappresenta anche una fondamentale risorsa economica per tutte le persone che vivono grazie alla sua presenza come nelle baite di montagna e negli impianti sciistici.
Un antico proverbio della tradizione contadina recita “Sotto la neve pane, sotto l’acqua fame”.
Questo a significare che quando la neve cade e rimane per un po’ di tempo sul terreno porta benefici e fertilità.
Spesso, nel caos quotidiano, ci dimentichiamo, a torto, che tutti i danni che stiamo apportando a madre natura, un giorno ci si rivolteranno contro.