Un articolo di Alessandro Nicoletti, fondatore di Keep the Planet, sul giaguaro, uno dei felini più grandi al mondo, ma che purtroppo è in pericolo di estinzione per colpa dell’uomo.
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Un vero e proprio colosso tra i felidi, terzo solo dopo la tigre e il leone, il giaguaro è il più grande mammifero carnivoro presente nel Centro America e nel Sud America.
Chiamato dai nativi americani Yaguar, ossia letteralmente “colui che uccide con un balzo”, questo enorme felino ha il morso più potente tra i suoi simili con una pressione che raggiunge anche i 350 kg di forza.
Ma nonostante la sua maestosità, oggi il giaguaro è a rischio estinzione e, ancora una volta, è l’uomo il responsabile di questo disastro.
Noi di Keep the Planet siamo attivi per la protezione del felino e per farlo abbiamo selezionato una lista di associazioni impegnate nella conservazione del giaguaro che offrono anche delle opportunità di volontariato.
Qui la lista di alcuni paesi che sono attivi nella conservazione del giaguaro:
Noi di Keep the Planet possiamo aiutarti a lavorare nella conservazione ambientale in due modi:
- Accedi al database: abbiamo selezionato oltre 200 tra enti pubblici e privati, istituti di ricerca, rifugi di animali selvatici, centri di recupero, associazioni di volontariato, progetti di ricerca, tirocini e internship in ambito ambientale che accettano volontari internazionali e che offrono opportunità di inserimento lavorativo.
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Giaguaro: informazioni generali
Il giaguaro (Panthera onca Linnaeus, 1758) è un mammifero carnivoro della famiglia dei felidi. È il più grosso felide americano e il terzo più grande del mondo dopo la tigre e il leone.
Una delle particolarità del giaguaro che lo distinguono dagli altri felini è il suo mantello: macchie scure a forma di rosette di varia grandezza – ma comunque più grandi di quelle del leopardo -ricoprono tutto il corpo e, al loro interno, presentano una colorazione rossastra con al centro una macchiolina tonda.
Esistono poi i cosiddetti giaguari “neri” che però davvero neri non sono, si tratta di esemplari aventi un mantello color marrone scuro con rosette distinguibili solo da certe angolazioni e con una certa luce: è questo il fenomeno del melanismo, un fattore ereditario che probabilmente deriva dalla necessità dell’animale di mimetizzarsi nelle zone ombrose del suo habitat.
Quanto è grande un giaguaro?
Con un peso corporeo che oscilla tra i 60 e i 100 kg, gli esemplari maschi di questo maestoso felino possono arrivare a pesare fino 155 kg (mentre la femmina più piccola si calcola arrivi ai 36 kg).
Simile al suo cugino Re della savana, il giaguaro ha però le zampe più corte e tozze, anche se estremamente potenti; e anche la coda, la più piccola tra i felidi, raggiunge appena i 1,85 metri nei casi migliori.
L’animale è alto dai 65 ai 75 cm e il suo busto misura all’incirca 1,55 m, ha la testa piuttosto grossa e una corporatura robusta, compatta e muscolosa che lo costringe a un passo più lento: tutte caratteristiche che lo differenziano dal cugino leopardo, con cui spesso viene confuso.
Dove vive il giaguaro?
Come illustrato nell’immagine qui di lato, il giaguaro occupava un’ampia area che si estendeva dal sud degli Stati Uniti, fino al centro dell’Argentina, compresa la Patagonia.
Tuttavia, oggi di questa specie sopravvive quasi solo nella zona centrale del continente americano, quasi esclusivamente nel bacino amazzonico.
La riduzione dell’habitat è il principale pericolo di questo meraviglioso felino che necessita di programmi di conservazione specifici per la sua salvaguardia.
Cosa mangia il giaguaro?
Abile cacciatore, una volta individuata una preda il giaguaro la segue furtivamente utilizzando l’ambiente ombroso e sferra poi un attacco veloce e ravvicinato: il felino è infatti abile nelle brevi distanze, mentre pecca di resistenza e talvolta tende ad abbandonare gli inseguimenti.
Come il cugino leopardo, anche il giaguaro riesce ad arrampicarsi sugli alberi, anche se in modo meno agile a causa della stazza, ma, in ogni caso, trascorre molte ore della sua giornata sui tronchi in attesa di scorgere alcune sue potenziali “vittime”: scimmie, uccelli, capibara, aguti, pecari, ma anche pesci, cervi e bradipi.
La sua alimentazione è estremamente variegata e lo porta sovente a cacciare, proprio come le tigri, anche sulle rive dei fiumi, sperando di avere la meglio su anaconde o caimani. Il giaguaro ha una certa familiarità con l’acqua.
Come si riproduce un giaguaro?
Il giaguaro non ha particolari preferenze stagionali per accoppiarsi, tende a farlo tutto l’anno: la femmina porta avanti la gestazione dai 95 ai 105 giorni fino alla nascita di tre o quattro cuccioli a volta.
I genitori giaguaro rimangono accanto ai loro piccoli durante la crescita, alternandosi per andare a caccia o occasionalmente cacciando con cuccioli al seguito.
Perché il giaguaro rischia l’estinzione?
Il pericolo maggiore per il giaguaro è la deforestazione che distrugge il suo habitat, oggi il 50% del suo habitat è già scomparso.
La distruzione delle foreste pluviali inoltre causa la morte delle altre specie viventi, prede del giaguaro. Il grande felino è così spinto a cacciare capi di bestiame delle popolazioni locali, entrando di conseguenza in conflitto con esse.
Altro grande pericolo è costituito dai bracconieri che cacciano il felino per il suo manto maculato, da vendere nei commerci illegali.
Differenze tra giaguaro, leopardo, pantera e ghepardo
Il giaguaro spesso e volentieri viene confuso con i due cugini felini dall’apparenza simile, cioè il leopardo e il ghepardo.
Iniziamo ad elencare le differenze tra queste tre specie dal ghepardo (Acinonyx jubatus), l’animale terrestre più veloce al mondo in grado di raggiungere quasi 120 km/h.
Per raggiungere questa velocità il corpo del ghepardo è slanciato e meno pesante rispetto a leopardo e ghepardo.
Oltre al corpo snello, un suo particolare di identificazione sono le bande nere che “collegano” il lato interno degli occhi con i lati della bocca.
Al contrario, il leopardo (Panthera pardus) ha un corpo lungo, ma più muscoloso e proporzionato rispetto a quello del ghepardo.
Ha una corporatura e un peso maggiore rispetto al ghepardo e nonostante sia un animale molto veloce, non raggiunge quella del ghepardo.
La possenza muscolare del leopardo gli consente invece di sollevare prede molto più grandi di lui, come un cucciolo di giraffa (che pesa già sui 150 Kg di peso).
Il giaguaro è il felino più grande dei tre, con un’altezza al garrese che che può arrivare anche a 1,40 metri.
A differenza del leopardo e del ghepardo, il giaguaro è particolarmente robusto, ha una testa grossa e la coda corta.
Nonostante questo il giaguaro è piuttosto agile e riesce ad arrampicarsi sugli alberi.
Oltre che per la sua stazza, il felino è riconoscibile per le sue macchie, molto più grandi, a rosetta e con un interno di colore rossastro .
I giaguari inoltre si trovano esclusivamente in America, così come i leopardi sono presenti unicamente in Africa e Asia, vederli uno accanto all’altro sarebbe possibile solo in un ambiente “artificiale” come lo zoo, mentre i ghepardi vivono in natura solo in Africa.
La pantera nera invece non è una specie a se stante, ma semplicemente il nome comune con cui vengono indicati gli esemplari neri (varianti melaniche) di alcune specie di felidi.
Habitat del giaguaro
I giaguari prediligono zone di foreste fitte, in cui potersi riparare, con vicini corsi d’acqua o fiumi dove abbandonano le prede.
Nonostante ciò, questo grandioso felino riesce a sopravvivere anche in habitat più aridi, nascondendosi in agglomerati di arbusti o tra le canne, oppure anche, in rari casi, in aspre zone di montagna coperte da foreste.
La necessità per il giaguaro di vivere in foresta rende la specie vulnerabile rispetto al disboscamento in atto in Amazzonia.
Purtroppo le politiche ambientali di paesi chiave per la conservazione del giaguaro come il Brasile stanno rapidamente peggiorando lo status di conservazione.
Status di conservazione del giaguaro
I gruppi di conservazione stimano che sono rimasti solo 15.000 giaguari selvatici, principalmente a causa del bracconaggio e della deforestazione.
La deforestazione rappresenta il pericolo maggiore per il giaguaro: agricoltura industriale e di sussistenza coltivano soia e olio di palma per i paesi sviluppati distruggendo il suo habitat già ridotta oltre il 50% rispetto all’areale storico e causando la morte di alcune delle prede tipiche del felino.
Tutto questo lo costringe a frammentarsi in popolazioni sempre più piccole e isolate e a spingersi oltre le foreste pluviali per raggiungere città e villaggi locali per nutrirsi di bestiame, causando così profondi conflitti con l’uomo.
Ma proprio l’uomo è un’altra delle minacce più preoccupanti per il giaguaro: i bracconieri vanno a caccia del maestoso felino per il suo prezioso mantello maculato, cercando di venderlo sul mercato nero per tessili e articoli di moda.
Il giaguaro viene considerato dagli scienziati “specie ombrello”, in quanto la sua conservazione crea benefici non solo alla sua specie ma permette la salvaguardia indiretta anche di altri animali che condividono il suo stesso habitat, garantendo così la diversità e l’equilibrio dell’ecosistema.
Per questo sono importanti le iniziative e le organizzazioni che si impegnano alla conservazione del felino, come quelle che promuovono un “corridoio naturale” attraverso la regione amazzonica (comprendente Colombia, Perù ed Ecuador) in cui i giaguari possano muoversi liberamente e con più facilità.
La sua importanza è evidente se si pensa che, nel novembre 2018, la Conferenza delle Parti (COP14) sulla diversità biologica ha inserito la protezione del giaguaro tra i suoi argomenti principali di discussione sul tema investire nella biodiversità per le persone e il pianeta.
Così, 14 dei 18 stati in cui vive il felino si sono mobiliati per creare un piano d’azione per la sua conservazione: 30 aree sono state catalogate come “a conservazione prioritaria” creando un vero e proprio network che assicuri la sopravvivenza a lungo termine del giaguaro.
Come aiutare il giaguaro
I grandi felini una volta vivevano su quasi nove milioni di chilometri quadrati, dalle montagne meridionali dell’Argentina al Grand Canyon in Arizona.
Ma decenni di deforestazione selvaggia e caccia illegale hanno drasticamente ridotto il suo habitat ed eliminato il 40 percento della popolazione storica.
L’Unione internazionale per la conservazione della natura elenca il giaguaro come quasi minacciato di estinzione; la specie è già sparita dall’Uruguay e dall’Ecuador.
Quando l’habitat scompare, i rimanenti giaguari sono costretti a cacciare il bestiame, un fenomeno che spesso porta gli agricoltori e i proprietari terrieri a sparare o avvelenare i giaguari, una pratica che riduce ulteriormente il numero dei felini.
Da una parte la riduzione degli habitat, dall’altra il conflitto con le popolazioni, stanno portando il giaguaro sull’orlo dell’estinzione.
Per aiutare il giaguaro, gruppi di conservazionisti stanno provando a far sì che l’animale sia amato dalle popolazioni. Per farlo, si cerca di sponsorizzare attività legate alla presenza del giaguaro come i viaggi naturalistici.
Noi semplici cittadini individualmente non possiamo fare molto, ma tutti insieme possiamo creare un cambiamento positivo.
Possiamo partecipare a viaggi naturalistici all’insegna dell’osservazione del giaguaro in natura così da contribuire alla creazione di un’economia alternativa.
Un’altra possibilità è partecipare a campi di volontariato per la conservazione del felino gestita attraverso una rete di associazioni impegnate sul territorio.
In ultimo, ma certamente non meno importante, è evitare di consumare le carni provenienti da Brasile e Argentina perché l’industria della carne è il primo responsabile della deforestazione dell’Amazzonia.
Fare volontariato per la conservazione dei giaguaro
Il volontariato con i giaguari è disponibile tutto l’anno.
I programmi in genere vanno da 2 settimane o più, tuttavia, alcuni dei nostri partner potrebbero avere una certa flessibilità.
A seconda del paese che si desidera visitare, il tempo può variare.
Se viaggi in Costa Rica o Panama, da dicembre ad aprile è in genere la stagione più secca, anche se, nella parte caraibica del paese, è possibile che si verifichino piogge.
Se stai visitando l’Amazzonia, in particolare il Brasile, avrai meno precipitazioni da luglio a dicembre e più precipitazioni da gennaio a giugno. Ad ogni modo, è probabile che si verifichino delle precipitazioni, poiché è una foresta pluviale!
È importante sapere che quando fai volontariato con la conservazione del giaguaro, è del tutto possibile che tu non possa vederli.
I giaguari sono estremamente intraprendenti e hanno trovato il modo di proteggersi essendo molto sfuggenti.
I tuoi contributi saranno principalmente attraverso la raccolta di dati, la conservazione ambientale, la ricerca e l’assistenza ai ricercatori.
Queste informazioni sono molto importanti per la protezione dei giaguari, nonché per lo sviluppo degli sforzi di conservazione e il tuo sostegno a questi programmi è necessario per continuare questa ricerca.
Noi di Keep the Planet possiamo aiutarti a lavorare nella conservazione ambientale in due modi:
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