Nel precedente articolo avevamo visto che tra le 5 azioni utili per la conservazione dei gorilla c’è anche quella di partecipare ai viaggi naturalistici per l’osservazione di questi fantastici primati allo stato selvatico.
Così facendo si contribuisce alla creazione di quell’economia virtuosa che dimostra che un gorilla vivo porta più ricchezza di un gorilla morto.
Ciao a tutti ragazzi io sono Alessandro Nicoletti, biologo marino e fondatore dell’associazione ecologista Keep the planet e in questo video vediamo in quali luoghi possiamo vedere i gorilla nel loro ambiente naturale, e cioè le foreste dell’Africa centrale.
Puoi leggere l’articolo o vedere il video:
In totale sono 8 le nazioni africane ad ospitare almeno una delle 4 sottospecie esistenti: il gorilla di pianura orientale e occidentale, il gorilla di montagna e il gorilla di Cross River.
Purtroppo la situazione geopolitica del continente africano è alquanto turbolenta ed infatti non tutti i paesi che hanno il privilegio di ospitare i gorilla sono facilmente accessibili al turismo internazionale.
Un esempio su tutti la Repubblica Democratica del Congo, la nazione che ospita più gorilla al mondo, ma che per colpa della sua instabilità politica e sociale, al momento è meglio evitare.
Negli ultimi anni sono avvenuti alcuni rapimenti di turisti stranieri proprio nella zona migliore per vedere i gorilla di montagna, quella del Virunga National Park.
Questa notizia è drammatica perché di fatto ha bloccato l’economia virtuosa legata al turismo che paga gli stipendi alle guardie del parco, gli unici in grado di proteggere i gorilla.
Un altro aspetto da tenere in mente quando si decide la destinazione è la presenza di famiglie di gorilla abituate al contatto ravvicinato agli esseri umani.
Non tutti i gorilla infatti possono essere avvicinati dai piccoli gruppi di turisti, ma solamente quelle famiglie che accettano la nostra presenza.
Il processo di abitudine dura circa 2 anni, periodo durante il quale i gorilla continuano indisturbati le loro attività.
E’ un procedimento lento e graduale, non va mai forzata la mano e comunque limitata solamente ad una parte della popolazione di gorilla presenti.
Quando parliamo di conservazione infatti bisogna trovare il giusto compromesso tra le esigenze della natura e le nostre.
Proteggere la natura è una difficile arte in cui trovare il sottile equilibrio tra le varie componenti in gioco: se i turisti servono per pagare gli stipendi e i mezzi alle guardie del parco, dall’altra bisogna evitare il turismo di massa che potrebbe compromettere la salute degli animali.
Dove vedere i gorilla
Paesi come l’Uganda e il Ruanda che hanno puntato molto sul gorilla trekking si stanno muovendo nella giusta direzione.
Qui infatti vengono rilasciati limitati permessi al giorno che permettono solamente ad un massimo di 8 persone per gruppo di avvicinare, per un’ora soltanto, una delle famiglie di gorilla abituate alla presenza degli umani.
Ci sono delle regole di comportamento severe da seguire come ad esempio il divieto di partecipare se si è malati.
Questo è dovuto alla nostra vicinanza evolutiva con i gorilla, un nostro semplice raffreddore, potrebbe sterminare intere famiglie.
Altre regole è quella di non parlare a voce alta, di mantenere una distanza minima di 7 metri, non usare flash e di non avere cibo che possa attirare l’attenzione.
Praticamente l’esatto contrario di quello che abbiamo appena visto.
Un’ultima regola, ma quella più che per il gorilla è per il turista è quella di non guardare mai dritto negli occhi il silverback, il maschio dominante. Potrebbe vederlo come un segnale di sfida.
Tra le varie opportunità, il paese che offre sicurezza per i turisti, politiche di conservazione rigorose, strutture adeguate per l’ecoturismo e prezzi accessibili, l’Uganda al momento è la meta ideale.
Dei circa 1100 gorilla di montagna, circa 420 individui si trovano in Uganda nel Bwindi Impenetrable Park, un’area naturale protetta situato nell’Uganda sudoccidentale dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1994.
Il parco è caratterizzato da una fitta foresta tropicale o giungla e zone montuose.
Qui, circa il 40% dei gorilla suddivisi in 13 famiglie sono avvistabili dai turisti che devono ottenere in anticipo il permesso rilasciato dal governo ugandese.
Il costo del permesso si aggira sui 700$ a cui vanno aggiunti ovviamente le altre spese di viaggio.
Sebbene sia possibile ottenere il permesso direttamente dal governo, è consigliabile in questo caso affidarsi ad un tour specializzato in grado di organizzare le varie pratiche.
Il tutto va organizzato in largo anticipo perché i permessi sono pochi e la richiesta tanta.
Per vedere i gorilla bisogna essere in una forma fisica discreta perché il trekking prevede un minimo di 5 ore di camminata impegnativa in foreste tropicali fitte e montuose.
Vedere i gorilla di montagna non è un’attività per tutte le tasche, questo è vero, ma è anche un’esperienza unica e irripetibile.
L’organizzazione del Ruanda, il secondo paese dove vedere i gorilla di montagna in completa sicurezza è addirittura più costoso, il permesso costa ben 1500$ a cui vanno ovviamente aggiunte tutte le altre spese.
Prima del rapimento dei turisti inglesi, anche la Repubblica Democratica del Congo era un’ottima meta per l’avvistamento dei gorilla, ma al momento è tutto fermo.
Questo che abbiamo visto fino ad ora riguarda l’avvistamento della sottospecie più famosa, il gorilla di montagna, mentre se ci accontentiamo delle altre, possiamo forse abbassare leggermente il nostro budget.
Una possibilità ci arriva dalla Nigeria che negli ultimi anni ha investito ingenti somme per l’accoglienza turistica.
Qui puoi dirigerti al Cross River National Park, nel sudest del paese. Attenzione però, qui non esistono famiglie abituate e gorilla trekking organizzati, ma la tua presenza sarà di vitale importanza per la conservazione dell’unico habitat al mondo che protegge il gorilla di cross river.
Il parco è situato al confine con il Cameroon, un’altra nazione africana che ospita i gorilla.
Nel Campo-Ma’an National Park è possibile avvistare il gorilla di pianura occidentale, mentre nel Mefou National Park è presente un centro di recupero dove è possibile vedere alcuni esemplari salvati dai bracconieri.
Altri paesi dove sono avvistabili gorilla di pianura occidentale è l’Angola, la Guinea Equatoriale, il Congo e la Repubblica Centrafricana, ma in tutti i paesi l’ecoturismo è ancora agli albori e non ci sono famiglie di gorilla abituate alla presenza umana.
Un caso particolare è rappresentato dal Gabon, qui grazie alla relativa stabilità politica e sociale è stato sviluppato un piano di accoglienza per i turisti internazionali.
Il Gabon ha effettuato un coraggioso tentativo di diversificazione dell’economia creando 13 parchi nazionali nel 2002, la maggior parte dei quali contenente l’habitat dei gorilla.
Ai tempi venne anche sviluppato un programma di abitudine dei gorilla di pianura nel Parco nazionale di Lopé, ma che è stato interrotto nel 2010.
Sebbene i visitatori non siano più portati in specifici trekking di avvistamento di gorilla come succede in Uganda e Ruanda, i viaggiatori possono ancora vederli mentre cercano altri animali selvatici.
Altre due destinazioni top in Gabon con alte densità di gorilla è il Parco Nazionale Moukalaba-Doudou e il Loango National Park dove potrai vedere la rara combinazione di foresta pluviale e spiaggia atlantica, dove ippopotami balene e delfini fanno da contorno a gorilla, scimpanzè ed elefanti.
Bene ragazzi, per questo video è tutto, non dimenticare che aiutiamo chi vuole fare volontariato ambientale attraverso un database ricco di contatti e informazioni che trovi qui in descrizione.
Se ti piacciono i temi trattati, per favore condividi il video e iscriviti al canale,
Ciao.