Termine derivato dal greco delphýs che significa ‘utero’, il delfino è un mammifero che vive principalmente in mare e di cui esistono molte specie e generi differenti.
Così come per il termine balena, il nome delfino viene spesso usato erroneamente indicando solamente alcune specie di cetacei.
Sicuramente le specie più rappresentative sono il tursiope e il delfino comune, due specie molto famose e conosciute in tutto il mondo anche perché sono purtroppo le più utilizzate nei parchi acquatici.
In termini tecnici è meglio parlare di cetacei, divisi in due ordini, i misticeti e gli odontoceti che includono anche i delfini.
Conosciuto sin dall’antichità per “il suo amore nei confronti degli uomini che lo rende caro agli dei, il delfino è infatti il solo animale che è affettuosamente legato all’uomo in quanto tale” per usare le parole del filosofo greco Plutarco.
Il delfino, infatti, è noto per alcune caratteristiche peculiari relative alla sua indole che lo rendono unico nel genere del mondo animale, specialmente per la sua grande intelligenza.
I delfini sono incredibili. Sono creature socialmente abili, intelligenti, agili, gioiose e giocose che condividono molte somiglianze emotive con gli umani. C’è una gamma impressionante di diverse specie di delfini e tutti hanno le loro identità e caratteristiche uniche!
Quante specie di delfini esistono
Attualmente esistono 42 specie di delfini e 7 specie di focene che sono raggruppate in sei famiglie: la famiglia dei delfini oceanici è di gran lunga la più numerosa con 38 membri; la famiglia delle focene ha sette membri; e ci sono quattro famiglie di delfini di fiume, ciascuna contenente una sola specie.
I delfini appartengono all’ordine dei cetacei e al sottordine degli Odontoceti, suddiviso a sua volta in due superfamiglie: la famiglia Delphinidae, dei delfini oceanici e la famiglia Platanistoidea, dei delfini di fiume.
Nella famiglia Delphinidae troviamo i seguenti generi: Delphinus, di cui fanno parte il delfino comune (Delphinus delphis) e il delfino comune a becco lungo (Delphinus capensis); il delfino tursiope (Tursiops); il lissodelfino o delfino – balena franca (Lissodelphis); il genere Sotalia; il genere Sousa, di cui fa parte il delfino bianco della Cina; il genere Stenella, di cui fanno parte la Stenella maculata atlantica (Stenella frontalis), la Stenella maculata Pantropicale (Stenella attenuata), la Stenella da lungo rostro (Stenella longirostris) e la Stenella striata (Stenella coeruleoalba); i generi Cefalonrinchi, Grampus, Lagenodelphis, Lagenorichi, Orcaella, Peponocephalia; l’orca (Orcinus orca) fa parte del genere Orcinus; infine troviamo il genere Feresa, Pseudorca, e il genere dei Globicefali.
Della superfamiglia Platanistoidea fanno parte: la famiglia Iniidae, in cui troviamo il delfino rosa (Inia geoffrensis) e il delfino bianco (Lipotes vexillifer); la famiglia Platanistidae; la famiglia Pontoporiidae; la famiglia Monodontidae, di cui fanno parte il beluga (Delphinapterus leucas) e il narvalo (Monodon monoceros).
Il delfino comune, appartenente alla famiglia Delphinidae e al genere Delphinus delphis, misura dai due a due metri e mezzo di lunghezza per un peso che varia dai cento ai centotrenta chili e presenta un corpo affusolato e slanciato.
Ha una pinna dorsale a forma di triangolo e presenta una colorazione particolare: mentre il dorso è quasi nero, all’altezza dei fianchi, tra il dorso e il ventre, si estendono due macchie una di colore giallo e l’altra di colore grigio la cui forma richiama una clessidra. Il delfino comune vive all’incirca vent’anni, nuota ad una velocità di sessantacinque chilometri l’ora e si nutre di piccoli pesci come sardine, acciughe, polpi e calamari. Vi sono due specie di delfino comune che differiscono per le dimensioni del becco: la specie caratterizzata dal becco lungo si chiama Delphinus capensis, quella con il becco più corto è il Delphinus delphis. Il lissodelfino misura tra i due e i tre metri di lunghezza e pesa meno di cento chili.
I lissodelfini sono sprovvisti di pinna frontale e presentano una colorazione peculiare del corpo, simile a quella delle orche: la parte superiore è di colore nero, compresa la pinna posteriore; la parte inferiore, comprese le pinne laterali e la testa, è di colore bianco.
Anche questa specie è caratterizzata dalla velocità nel nuoto, infatti raggiunge i sessanta chilometri all’ora.
La stenella misura da due ai due metri e sessanta di lunghezza raggiungendo un peso che varia dai novanta ai centocinquanta chili e ha un ciclo vitale di circa sessant’anni. A questo genere, appartengono diverse specie di cui la stenella striata (Stenella coeruleoalba) è fra le più conosciute.
La stenella striata, come suggerisce il nome stesso, presenta numerose striature di colore scuro lungo il corpo affusolato, precisamente sui fianchi.
Hanno piccole pinne pettorali e il caratteristico muso con il rostro del delfino comune. Considerata il predatore per eccellenza poiché si nutre di diversi animali (squali, tartarughe, uccelli marini, foche, lontre, leoni di mare e delfini), l’orca (Orcinus orca)può raggiungere i nove metri di lunghezza per un peso di quasi otto chili e la durata della sua vita si aggira intorno ai cinquant’anni.
Quando raggiungono l’età adulta, il loro copro si presenta di colore nero sul dorso e hanno la tipica macchia bianca al di sopra dell’occhio mentre quella dietro la pinna dorsale è di colore grigio. Sono provviste di una lunga coda che viene usata per nuotare a velocità molto intense.
Il delfino rosa (Inia geoffrensis) arriva a pesare i centocinquanta chili per una lunghezza di circa due metri. Gli esemplari giovani di delfino rosa, hanno il carpo di colore grigio scuro e, durante la crescita, cominciano ad assumere il colore che li definisce, vale a dire sempre più rosato e soprattutto negli esemplari di genere maschile.
Il colore rosa dipende, a quanto pare, dalla temperatura, dalla zona geografica in cui vivono e dalla limpidezza dell’acqua.
Il delfino rosa ha la caratteristica di poter girare la testa in tutte le direzioni poiché è sprovvisto di vertebre cervicali; ha un rostro molto pronunciato rispetto al delfino comune e possiede una piccola pinna dorsale di forma triangolare.
Anche se alla nascita si presenta di colore nero o marrone scuro, il beluga (Delphinapterus leucas) è l’unico tra i delfini ad essere totalmente bianco. La lunghezza del suo corpo varia dai tre ai sette metri per un peso di circa millecinquecento chili e ha una durata della vita, in media, pari a quarant’anni.
Al posto della pinna dorsale di cui è sprovvisto, il beluga presenta una piccola cresta lungo la schiena che gli permette di nuotare anche in presenza di ghiacci. Non avendo una dentatura particolarmente sviluppata, questa specie si nutre di prede di dimensioni contenute (polpi, calamari, vongole, salmoni, merluzzi).
I delfini sono noti per alcune caratteristiche.
Ad esempio, i delfini comuni sono famosi per essere chiassosi, molto giocherelloni e per cavalcare le onde create dalla prue delle navi per molte ore di seguito (pratica nota con il nome di bow-riding). Sono animali molto socievoli e comunicano attraverso una gamma di suoni, cioè vari tipi di vocalizzazioni e di fischi che vengono impiegati a seconda delle circostanze.
Anche le orche emettono vari tipi di suoni distintitivi per comunicare tra di loro e la loro grande coda è usata non soltanto per aumentare la velocità, ma anche per spaventare i pesci poiché è in grado di produrre rumori assordanti.
L’orca più popolare della storia è stata Keiko, la protagonista del film “Free Willy”, deceduta a ventisette anni mentre tentava di inserirsi nuovamente nel suo habitat naturale in seguito ad una polmonite rivelatasi letale.
Il beluga è conosciuto anche come “canarino di mare”, così chiamato poiché emette una serie di versi simili a quelli di un uccello ed è un animale estremamente curioso. I delfini rosa sono estremamente solitari anche se si lasciano avvicinare volentieri dagli esseri umani. Sono conosciuti inoltre per essere molto attivi, sia nelle ore diurne che notturne.
Le stenelle adorano praticare sia il bow – riding che il roto – tailing, ovvero dei salti che raggiungono i sette metri al di fuori dell’acqua caratterizzati da movimenti rotatori della coda. Anche le stenelle comunicano tra di loro attraverso l’emissione di vari suoni, tra cui spiccano quelli relativi all’ecolocalizzazione, vale a dire un sistema che sfrutta la riflessione delle onde sonore per capire la topografia di un luogo e individuare le prede da cacciare. I lissodelfini sono animali molto timidi, motivo per cui raramente si avvicinano alle coste.
Caratteristiche dei delfini
Ha abitudini alimentari carnivore e, durante la caccia, per individuare le sue prede è solito usare l’ecolocalizzazione, chiamata anche biosonar, una tecnica e meccanismo naturale basato sulla produzione di suoni che consentono a questo animale di capire la topografia del luogo in cui si trovano e dunque di orientarsi nonché di catturare facilmente le loro prede.
Questi suoni si propagano fino a duecento metri di distanza e in questo modo, i delfini, sono in grado di capire se nell’acqua sono presenti ostacoli di vario genere.
Presentano un corpo lungo e affusolato il cui colore può variare a seconda delle zone geografiche in cui nascono, della limpidezza dell’acqua e della temperatura.
Sono provvisti di denti numerosi e appuntiti e, i muscoli della coda consentono loro di fare dei salti fuori dall’acqua che raggiungono i sette metri.
I delfini sono caratterizzati dall’avere un’intelligenza molto vivace e raggiungono la maturità sessuale in età diverse che dipende principalmente dal sesso di appartenenza.
I maschi la raggiungono intorno ai dieci anni circa mentre le femmine intorno ai cinque. I cuccioli nascono dopo un periodo di gestazione di dodici mesi, sono in grado di nuotare sin da subito poiché partoriti già provvisti di coda ma cominciano a nutrirsi da soli, vale a dire a cacciare, soltanto dopo i due anni di età, momento in cui non vengono più alimentati dal latte materno.
Pericoli per i delfini
Ogni anno sono circa duecento i delfini morti per malattie ed incidenti, motivo per cui i progetti per la salvaguardia di questa specie sono molteplici.
Life Delfi, ad esempio, è un progetto cofinanziato dalla Commissione europea attraverso il programma LIFE, coordinato dal Cnr-Irbim e a cui collaborano Legambiente Onlus, Università di Padova e di Siena, quattro Aree marine protette (Punta Campanella, Isole Egadi, Tavolara – Punta Coda Cavallo, Torre del Cerrano), Filicudi Wildlife Conservation e il Blue World Institute (Croazia) e ha come finalità la riduzione della mortalità dei delfini correlata alle interazioni con la pesca professionale con diverse attività lungo le coste interessate.
I campi di volontariato con i delfini sono un ottimo strumento nella tutela di questa specie.
In Italia, ad esempio, uno di questi si svolge alle Isole Eolie, precisamente sull’Isola di Filicudi.
Un altro progetto di volontariato per la tutela dei delfini si svolge in Grecia nella città di Vonitsa e altri sono attivi a Tenerife, la più grande isola delle Canarie con il più alto tasso di biodiversità, nonché una delle principali destinazioni estive da parte dei delfini. Traffico navale, dighe di sbarramento, inquinamento e la caccia, restano le principali cause di morte di questi nobili animali.
Il nemico principale delle orche è rappresentato dall’uomo poiché la loro caccia è finalizzata al commercio della carne sia per il consumo umano che come esca e inoltre per il pregiato olio che se ne ricava. Sebbene non siano state inserite nelle specie a rischio, le orche sono tutelate dalla CITES, ovvero la “Convenzione sul commercio di specie di fauna e flora minacciate d’estinzione”, per controllarne il commercio.
Anche le stenelle sono considerate a basso rischio di estinzione, ma le principali minacce restano la pesca (soprattutto nei mari giapponesi) e l’inquinamento.
Grazie alle varie leggende amazzoniche di cui sono protagoniste e secondo cui avrebbero dei poteri magici, i delfini rosa non sono cacciati dalle popolazioni locali in quanto aiuterebbero i pescatori a cacciare gli altri pesci. Se trovati già morti, il grasso dei delfini rosa viene usato per l’illuminazione.
Il beluga, invece, è una specie in via di estinzione ma questo non dipenderebbe dalla caccia, minaccia ormai debellata per questi animali, ma da motivi che gli specialisti non riescono ancora ad individuare.
Dove vivono le varie specie di delfini
I delfini vivono in ogni mare del mondo, ovvero: nell’Oceano Pacifico, nell’Oceano Atlantico, nell’Oceano Indiano, nel Mar Rosso, nel Mar Nero e nel Mar Mediterraneo.
L’habitat naturale del delfino è, sostanzialmente, ovunque, in ogni mare del mondo, ovvero: nell’Oceano Pacifico, nell’Oceano Atlantico, nell’Oceano Indiano, nel Mar Rosso, nel Mar Nero e nel Mar Mediterraneo. Nello specifico il delfino comune (Delphinus delphis) vive nelle acque di tutto il mondo, ad eccezione di quelle artiche.
Dunque, è possibile vederlo: nell’Oceano Atlantico, nell’Oceano Pacifico, nell’Oceano Indiano, nel Mar Rosso, nel Mar Mediterraneo e nel Mar Nero. Il lissodelfino vive nelle acque dell’Antartide, nell’emisfero sud del pianeta.
Le stenelle vivono in tutte le acque temperate e tropicali del mondo: dall’Oceano Pacifico all’Oceano Atlantico, dall’Oceano Indiano al Mar Mediterraneo. L’orca, invece preferisce le acque fredde anche se è diffusa in tutti gli oceani e mari del pianeta. I delfini rosa vivono nelle acque dolci della Bolivia, del Brasile, della Colombia, dell’Ecuador, del Perù e del Venezuela, precisamente nel Rio delle Amazzoni e dei bacini dell’Orinoco e dei loro affluenti.
Il beluga è presente nelle acque subartiche ed è possibile osservarlo lungo il Canada, la Groenlandia, la Norvegia e l’Alaska ma anche alla foce del fiume San Lorenzo in Québec.