Un articolo di Alessandro Nicoletti su come salvare le tartarughe marine, un gruppo di specie molto amate dal grande pubblico, ma allo stesso tempo molto minacciate dalle nostre stesse attività.
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Nel precedente articolo della rubrica “domanda e risposta” abbiamo visto i motivi per cui dovremmo salvare le tartarughe marine. Non solo motivi etici di rispetto animale, ma anche motivi ecologici importanti perché senza la presenza delle tartarughe marine è tutto l’ecosistema marino a soffrire.
Capita l’importanza della conservazione delle tartarughe marine, in questa sede vedremo come salvare le tartarughe marine, quali azioni e precauzioni devono essere prese per garantire la massima conservazione delle specie.
Come già accennato nel precedente articolo, le tartarughe di mare (Chelonioidea Baur, 1893) sono una superfamiglia di Testudines adattate alla vita marina.
Sono tra i più antichi tetrapodi della Terra.
Sono rettili perfettamente adattati alla vita marina, grazie alla forma allungata del corpo, ricoperto da un robusto guscio o carapace, ed alla presenza di “zampe” trasformate in pinne.
All’interno della superfamiglia delle tartarughe marine troviamo ben 7 specie differenti presenti in tutti i mari del mondo: purtroppo però tutte e 7 le specie sono tutte in pericolo di estinzione.
La situazione ci obbliga ad intervenire al più presto e nonostante qualche passo in avanti sia stato già compiuto per la conservazione delle tartarughe, siamo solo agli inizi del processo e non possiamo certo sentirci soddisfatti.
Le 12 azioni per salvare le tartarughe marine
Iniziamo questa rassegna delle azioni che noi semplici cittadini possiamo fare per contribuire alla conservazione delle tartarughe marine, per poi concludere con le azioni che invece ricadono nelle competenze delle istituzioni.
- Non comprare oggetti fatti con il carapace delle tartarughe: purtroppo c’è, specialmente nei paesi esotici, un commercio illegale di oggetti fatti con il carapace delle tartarughe, un commercio che ovviamente incrementa la pressione sulle popolazioni selvatiche di tartarughe marine.
- Acquista pesce pescato in maniera sostenibile: la pesca industriale è una delle prime cause di morte delle tartarughe marine. Durante le attività di pesca infatti, le tartarughe vengono catturate accidentalmente e non sempre queste vengono recuperate e rilasciate in maniera consapevole per evitare incidenti all’animale. La pesca industriale inoltre è la prima causa di inquinamento marino perché reti e lenze perse dalle barche vagano per anni alla deriva intrappolando non solo tartarughe, ma anche squali, delfini e tante altre specie. Se la risposta ottimale sarebbe quella di non mangiare pesce, nel frattempo si può comprare esclusivamente prodotti pescati in maniera sostenibile. Per riconoscerli devi verificare la presenza di certificazioni terze sull’etichetta del prodotto. Le più famose sono la Marine Stewardship Council (MSC), l’Aquaculture Stewardship Council (ASC), Friend of the Sea, Whole Foods Sustainable Seafood e SeaChoice.org. Ci sono altri accorgimenti per verificare la sostenibilità del pescato, a breve una guida dedicata.
- Riduci l’uso di plastica usa e getta: le tartarughe sono delle grandi mangiatrici di meduse, e sai cos’è la cosa che assomiglia di più ad una medusa? Esatto, le buste di plastica. Ogni anno sono migliaia le tartarughe recuperate con al loro interno rifiuti plastici di ogni tipo: buste, involucri, tappi, la lista è ahimè infinita. Noi con le nostre azioni dettate da ignoranza e pigrizia siamo i responsabili diretti di migliaia di tartarughe soffocate dai nostri rifiuti. Forse è giunto il momento di cambiare.
- Usa le creme solari consapevolmente: ci sono ormai diversi studi scientifici che mettono in relazione l’immissione indiscriminata di creme solari in mare e i danni all’ambiente marino. Nelle creme solari infatti ci sono delle sostanze che danneggiano i coralli che formano la barriera corallina, uno degli ambienti preferiti delle tartarughe marine dal quale traggono cibo e protezione. Per diminuire l’impatto della tua crema solare, devi semplicemente applicare la crema con almeno mezz’ora di anticipo dal tuo bagno così da dare tempo sufficiente alla tua pelle di assorbirla. Il beneficio è duplice, da una parte massimizzi l’effetto protettivo della crema, dall’altro non inquini il mare.
- Partecipa alla pulizia delle spiagge: sempre più persone stanno prendendo consapevolezza delle proprie azioni e finalmente le attività all’insegna del rispetto dell’ambiente sono in aumento. Se non hai modo di partecipare attivamente a una delle tante giornate organizzate per la pulizia delle spiagge, puoi sfruttare ogni singolo momento trascorso in spiaggia: la tua tradizionale passeggiata lungo la battigia sarà più gratificante se di volta in volta ti fermi a raccogliere i rifiuti che incontrerai.
- Segnala la presenza di un nido o di un esemplare in difficoltà: negli ultimi anni c’è stato un aumento dei nidi di tartaruga non solo in Italia, ma a livello globale. Questo è forse dovuto o alla maggiore attenzione e quindi allo studio del fenomeno, oppure perché le azioni di conservazione stanno iniziando a dare i suoi frutti. Comunque sia, se avvisti una tartaruga in difficoltà, o la vedi mentre depone le uova, contatta subito la guardia costiera locale che attiverà le procedure adeguate.
- Partecipa ad un campo volontariato: sono molte le associazioni che offrono ai viaggiatori volontari l’opportunità di contribuire alla conservazione delle tartarughe marine attraverso campi di volontariato ambientale. Le attività che si svolgono spaziano dal monitoraggio dei litorali per individuare e quindi proteggere nuovi nidi, alla cura e rilascio di esemplari con problematiche varie. Noi di Keep the Planet abbiamo selezionato centinaia di progetti di volontariato ambientale a cui partecipare in tutti i continenti del mondo.
- Fatti sentire dalle istituzioni: i governi sono i principali responsabili del dramma ambientale a cui siamo sottoposti. I potenti della terra hanno dichiarato guerra alla natura favorendo la globalizzazione e il consumismo sfrenato per il profitto di pochi. Si preferisce guardare al guadagno nel breve, piuttosto che la sostenibilità nel lungo periodo. Per lottare contro queste ingiustizie ci sono vari modi, ma il primo atto rivoluzionario comporta l’attiva scelta di non consumare quello che ha un impatto importante sulla salute dell’ambiente.
- Dona alle associazioni ambientaliste: noi di Keep the Planet lavoriamo per passione rimettendoci economicamente, ma in fondo non possiamo fare diversamente. Non potremmo vivere senza divulgare e informare anche se questo ci comporta sacrifici economici. Abbiamo bisogno del tuo aiuto, per farlo associati e diventa uno di noi.
- Minimizza la presenza in spiaggia: non ti sto dicendo di non frequentare la spiaggia, ci mancherebbe, io stesso sono un frequentatore assiduo perché senza mare non potrei vivere. Quello che ti sto chiedendo è di prestare attenzione alle tue azioni come ad esempio lasciare mozziconi a terra, lasciare ombrelloni incustoditi di notte che potrebbero infastidire le tartarughe, ripulire dopo una grigliata in spiaggia e così via. Siamo degli ospiti, comportiamoci come tale.
- Stai attento alla tua impronta ecologica: le tartarughe rischiano di scomparire per colpa del cambiamento climatico. Solo pochi gradi in più potrebbero infatti compromettere la loro esistenza perché la determinazione del sesso è temperatura dipendente. Se la temperatura aumenta troppo, il rischio è che si formino solo femmine.
- Non interagire mai con gli animali: sono tragiche e avvilenti le immagini di bagnanti che per un selfie non si fanno scrupoli ad avventarsi sopra le tartarughe tirandole fuori dall’acqua, cavalcandole, eccetera. Ecco, innanzitutto non essere come loro, secondo avvisa che quello che stanno facendo è illegale. Non dare mai da mangiare alle tartarughe, potresti danneggiare la loro salute e compromettere la loro etologia.
Cosa invece dovrebbe fare le istituzioni per salvare le tartarughe
Finora abbiamo visto le 12 azioni che possiamo fare noi per contribuire alla salvaguardia delle tartarughe marine, ma i governi invece cosa dovrebbero fare?
Ovviamente chi governa il mondo ha una responsabilità enorme non solo nella conservazione delle tartarughe marine, ma per l’intera esistenza non solo della nostra specie, ma di tutte le specie animali e vegetali.
Purtroppo la società umana ha preso una direzione totalmente sbagliata perché è basata sulle ingiustizie a tutti i livelli. Il rispetto per l’ambiente è per la società consumistica del profitto un problema e non un valore aggiunto.
Purtroppo questo tema è ampio e profondo, ci dovrei scrivere un intero libro, qui vorrei soffermarmi sul caso specifico delle tartarughe marine.
Per salvare le tartarughe marine i governi devono in primis individuare i siti di nidificazione a livello globale e inserirli in una rete di aree costiere marine protette.
In questo network va impedita ogni attività umana, dalla presenza di stabilimenti balneari, al semplice passaggio. Sono aree di interesse globale, vanno preservate ad un livello totale e monitorato da personale esperto.
Certo, c’è la storia dei soldi che non ci sono per pagare biologi marini, veterinari, eccetera, ma basterebbe tassare i grandi capitali che detengono il 90% della ricchezza mondiale per trovare le risorse adeguate.
Il secondo passo è applicare quello che i ricercatori sostengono da ormai 40 anni e cioè istituire un network di aree marine protette che a livello globale protegga almeno il 20% degli oceani.
Questa opera titanica non salverebbe solamente le tartarughe, ma l’oceano intero e tutte le sue creature marine e con loro anche noi umani.
Cosa dovremmo fare lo sappiamo, ma lo faremo?
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