C’è un grande felino di cui le persone comuni sanno molto poco: questo animale è sicuramente il coguaro.
Conosciuto più comunemente come puma o leone di montagna, dal punto di vista filogenetico è molto più vicino ai comuni gatti che ai leopardi, nonostante sia di grossa taglia.
Il coguaro è carnivoro ed è diffuso esclusivamente nel continente americano, dal Canada alla Patagonia meridionale.
Inoltre, gli studiosi non sono ancora certi della classificazione delle sue sottospecie perché non sono stati fatti studi approfonditi in tempi recenti. Alcune sottospecie, considerate estinte come il puma orientale, potrebbero non essere mai esistite, e quindi appartenere a sottospecie esistenti e documentate.
Se sei curioso di saperne di più su questo affascinante felino, sei nel posto giusto: ti spiegherò nel dettaglio tutte le sue caratteristiche più importanti, per conoscerlo ed amarlo fino in fondo.
Ecologia, caratteristiche e curiosità del coguaro
Il coguaro ricorda, per il suo aspetto, un miscuglio di altri felini: come il ghepardo ha la testa, piccola e rotonda, ma anche le proporzioni.
Del leone, invece, ha principalmente il colore.
Il puma (che, lo ricordiamo, è nome equivalente a “coguaro”) è più robusto del vicino ghepardo: raggiunge dai 60 ai 90 cm di altezza al garrese, e 130 cm di lunghezza per i maschi e i 110 cm per le femmine, esclusa la coda (molto lunga) con cui possono sfiorare i due metri di lunghezza.
Le dimensioni, però, non sono le caratteristiche più interessanti. Infatti, se il coguaro è secondo solo al ghepardo in termini di velocità, perché può sfiorare i 95 km orari, è primo per muscolatura!
E grazie alla sua massiccia conformazione può atterrare, in corsa, animali molto più pesanti. Ma non solo: sottomette la preda con una lotta corpo-a-corpo, mentre il ghepardo si nutre solo di animali di piccole dimensioni.
Come altri felini il coguaro è un animale solitario. Per questo maschio e femmina si incontrano solo nel periodo dell’accoppiamento, che dura al massimo sei giorni. Poi, il maschio si allontana alcune settimane prima del parto e lascia la femmina sola sia durante il parto, sia nella crescita dei cuccioli. Il periodo di gestazione dura più o meno tre mesi, e la figliata è in media composta da 3 cuccioli. Questi, poi, si separano dalla madre dopo 20 mesi.
Il coguaro non è mai stato interessato all’uomo, per nostra fortuna. Si registrano in media soltanto 4 attacchi all’uomo ogni anno, raramente mortali; ma sono comunque pochi perché tende a stare lontano dalle attività umane e dai luoghi da noi frequentati. Ad esempio, dal 1890 al 2004, anno di uno studio particolareggiato, è stato rilevato che solo 16 persone sono morte a causa di attacchi da parte dei coguari, e la maggior parte degli attacchi avvenne in California.
Ma la zona più densamente popolata è, stranamente, l’Isola di Vancouver, nella Columbia Britannica.
Dove vive e come si comporta il coguaro
Il coguaro vive, nelle zone poco frequentate dall’uomo sul continente americano, e si può trovare dal Canada all’America del Sud.
È un felino carnivoro e si nutre sia di piccoli animali, come moffette, procioni, castori e topi, sia di animali di grossa taglia come cervi, renne ma anche pesci e uccelli. Solitamente evita rettili e carogne.
È considerato fondamentale per l’equilibrio del suo habitat, perché nutrendosi di animali di grossa taglia che non hanno molti predatori, consentono a queste specie di non invadere i territori. Oltre a questo, riducono anche la quantità di zecche che possono attaccare gli animali da allevamento e l’uomo, perché prediligono in natura proprio cervi e renne.
Gli studiosi non sono ancora certi della classificazione delle sottospecie di questo animale. Tradizionalmente si riconoscono 32 sottospecie di coguaro, con piccole differenze relative alle diversissime zone che il coguaro occupa: quindi esiste il Puma maya, il Coguaro dell’Oregon, il Puma orientale e tantissime altre.
Recentemente però, alcuni studi incentrati sulla genetica molecolare hanno suggerito la presenza di solo sei sottospecie, anch’esse caratterizzate per zona di sviluppo, ma la discussione a riguardo è ancora aperta.
Esistono poi anche dei coguari ibridi fra sottospecie diverse, specialmente in Florida, dove per contrastare i danni causati dalla caccia eccessiva e ripopolare la zona sono state introdotte sottospecie diverse da quella del Florida. La quantità di esemplari è effettivamente aumentata molto, con una nuova specie ibrida più forte, resistente e prolifica a discapito della purezza precedente.
Stato di conservazione del coguaro
Questo particolare felino è oggi considerato a rischio minimo di estinzione, ma non è sempre stato così. Un tempo era uno degli animali più diffusi di tutto il territorio americano, ma la caccia degli ultimi secoli ha causato un pesante sterminio, portando quasi alla sua estinzione.
Nel Novecento, per evitare la definitiva estinzione di un’animale così prezioso per il mantenimento dell’equilibrio naturale dei suoi territori, sono state attuate importanti politiche di tutela e di conservazione. Grazie a queste attività il coguaro conta ormai ben 30.000 esemplari soltanto negli Stati Uniti Occidentali, con una popolazione in crescita in ogni zona occupata.
Si conserva in quantità considerevoli su tutto il continente americano, ma ancora con molte differenze dalla situazione originaria. Secondo gli storici, infatti, il coguaro era una delle specie animali più diffuse delle due Americhe, almeno fino al XIX secolo, quando l’abuso della caccia costrinse questa specie, e molte altre, al rischio di estinguersi.
Oggi si conservano in zone relativamente piccole sparse per il continente; in particolare sono zone particolarmente disagevoli per l’uomo, e lontane dai centri abitati. Bisogna però ammettere che con i provvedimenti protezionistici la popolazione di coguari è in continuo aumento, e così pure l’estensione dei loro territori.
Ora che il puma non è più un animale a rischio, potreste rischiare di incontrarlo sulle Montagne Rocciose del Nord-America, nei deserti del Sud-Ovest e nelle zone paludose delle Everglades, in Florida. Abbiamo la fortuna che l’uomo non è la sua preda preferita, ma se pensate di fare un viaggio nella natura americana, fate molta attenzione. E vi auguro di non incontrarlo mai sulla vostra strada!