Quando sentiamo o leggiamo la parola bisonte la nostra mente vola immediatamente oltreoceano, nelle vaste praterie americane dove mandrie infinite di questi animali un tempo vivevano in abbondanza.
Ma i bisonti non sono solamente sinonimo di indiani e cowboy.
Ciao a tutti ragazzi, io sono Alessandro Nicoletti, biologo marino e fondatore dell’associazione ecologista Keep the Planet.
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Sarò trasparente, fino a pochi anni fa non avevo idea dell’esistenza del bisonte in Europa.
Ignoranza, superficialità, fatto sta che associavo il bisonte al parco di Yellostone in America. In fondo, sono un umile biologo marino.
Quello che forse pochi sanno, compreso il sottoscritto fino a pochi anni fa, è che anche noi in europa abbiamo il nostro bisonte, il bisonte europeo.
Con i suoi 3 metri di lunghezza, 2 di altezza e 900 kg di peso il bisonte europeo è il più grande animale selvatico terrestre esistente in Europa.
Il bisonte è un Bovide
La famiglia bovide, con 140 specie, è molto diversificata. I membri variano dall’enorme bisonte al piccolo cefalofo, e comprende specie come le antilopi, lo gnu e l’impala, così come i bovini domestici, le pecore e le capre.
Tutti i bovidi hanno due dita grandi ed incappucciate da uno zoccolo, che formano il caratteristico “zoccolo fesso” degli artiodattili, cioè gli ungulati con dita pari; vi sono anche due dita più piccole, una su ciascun lato.
Nella maggior parte dei bovidi ad entrambi i sessi crescono delle corna, con una parte interna ossea non ramificata; possono essere lunghe o corte, diritte o ricurve, grinzose o lisce.
Sono nativi di tutti i continenti eccetto l’Oceania, dove sono stati introdotti, e l’Antartide. Il loro habitat si estende dalla tundra al deserto e possono avere dimensioni variabili dai due metri al garrese di alcuni Bovini ai 30 cm di alcuni antilopini. Sono quasi tutti erbivori: fanno eccezione i cefalofini che sono onnivori.
Numerosi bovini domestici, compresi mucche, pecore e capre d’allevamento, sono stati introdotti in tutto il mondo e sono di grande importanza economica.
Il bisonte europeo, un antico abitante del nostro continente
Il bisonte europeo vive in mandrie, che vanno dagli 8 ai 13 esemplari. Le mandrie possono essere miste, quando comprendono piccoli vitelli, cioè giovani fino a 3 anni, ma anche maschi intorno ai 5-6 anni e, in genere, un solo maschio adulto.
Possono poi creare gruppi di soli maschi che sono meno numerosi, andando dai 2 ai 3 componenti.
In entrambi i casi non si parla di unità familiari, ma di gruppi che tendono a interagire fra loro frequentemente, combinandosi, separandosi e scambiando alcuni membri. Da buon animale territoriale ogni mandria tende ad occupare dei precisi confini territoriali, che sono tanto più vasti quanto più sono grandi d’età i maschi; arrivano anche fino a 100 km2.
Aree che sono spesso situate in prossimità di prati o fonti d’acqua e che spesso sono occupate da più mandrie, non avendo l’animale un istinto territoriale aggressivo.
La stagione degli amori va da agosto a ottobre. Le femmine solitamente hanno un periodo di gestazione di 264 giorni e mettono quasi sempre al mondo un unico piccolo per volta.
Venne descritto per la prima volta in modo dettagliato nel 1758 dal grande naturalista Carlo Linneo, il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi.
Nonostante siano molto simili, il bisonte europeo si differenzia dal suo cugino americano sia per la maggiore altezza, sia per alcune caratteristiche come il manto meno peloso, la forma della testa e il ricurvamento delle corna.
In tempi storici il bisonte europeo viveva in tutta l’Europa occidentale, centrale e sud-orientale, fino al Volga e al Caucaso. Si incontrava anche in Asia, in parte dei territori che oggi fanno parte della Federazione Russa. Il suo areale diminuì via via sempre più in seguito all’espandersi degli insediamenti umani.
Il continuo calo di questa specie porto addirittura il re Sigismondo I di Polonia a metà del XVI ad adottare la pena di morte per chiunque cacciasse illegalmente il bisonte. Nonostante queste severe misure la popolazione continuò a ridursi sempre nel corso dei successivi quattro secoli.
Agli inizi del Novecento, questa specie era praticamente estinta in natura, i pochi superstiti erano infatti confinati all’interno di vari zoo e giardini naturalistici.
L’ultima strage che portò alla sparizione in natura del bisonte avvenne durante la prima guerra mondiale quando le truppe tedesche affamate sterminarono gli ultimi 600 animali in territorio polacco. La storia narra che l’ultimo esemplare allo stato selvatico fu ucciso nel 1919.
Fortunatamente, circa 10 anni dopo nel 1929, grazie allo sforzo di un team di esperti , si iniziò un serio e lungo programma di conservazione e reintroduzione in natura del bisonte europeo.
Il risultato di questo questo progetto iniziato ben 100 anni fa è il recentissimo annuncio dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura che lo scorso dicembre ha dichiarato finalmente il bisonte europeo fuori dal pericolo di estinzione.
Caratteristiche fisiche e differenze col bisonte americano
Le ultime ricerche genetiche hanno suggerito che può trattarsi della stessa specie del bisonte americano. Ha il mantello più chiaro, con peli più corti e più radi, ma ricorda il cugino americano per abitudini e comportamento sociale.
Una sostanziale differenza sta nelle dimensioni, essendo quelli europei più alti e con zampe più lunghe. Pur essendo prevalentemente brucatore, questo bisonte a volte pascola, ma molto meno rispetto ai cugini americani, proprio in relazione alla strutturazione differente del collo.
Entrambi i sessi hanno corna appuntite rivolte verso l’alto, ma nel bisonte europeo sono rivolte leggermente più avanti rispetto il piano della testa; ciò lo rende particolarmente adatto a combattere incrociando le corna, piuttosto che prendere la carica come fa il bisonte americano.
Grazie alle corna, alla possenza della sua mole e al suo comportamento gregario, il bisonte europeo non ha praticamente quasi nessun nemico naturale. Un tempo erano frequenti gli attacchi del leone delle caverne, oggi estinto. Attualmente sono rari gli attacchi dell’orso bruno e del lupo, che si solito aggredisce i vitelli più giovani in gruppo.
Il bisonte europeo in cattività può vivere anche fino ai 30 anni, mentre in natura è meno longevo. Inoltre, la specie europea è una specie meno addomesticabile ed è quindi più difficile incrociarla con bovini domestici. In comune hanno l’habitat naturale in cui vivono, costituito da boschi, praterie e foreste di conifere.
Il recupero del bisonte
Come risultato della gestione della conservazione a lungo termine, la popolazione selvaggia del bisonte europeo è cresciuta da circa 1.800 individui nel 2003 a oltre 6.200 nel 2019, giustificando il passaggio da specie Vulnerabile a quasi in pericolo.
La storia della conservazione del bisonte europeo è la dimostrazione chiara e reale che se c’è volontà e determinazione, tutte o quasi le specie selvatiche possono essere salvate dall’estinzione.
Tuttavia, il ricercatore polacco autore di questo studio ha anche evidenziato alcune problematiche da affrontare.
Il problema principale del bisonte europeo è la frammentazione dei vari habitat che non sono connessi tra di loro. La specie è infatti dipendente dalle misure di conservazione in corso come le traslocazioni di bisonti in habitat aperti più ottimali e la riduzione dei conflitti uomo-bisonte.
Storicamente, i bisonti europei sono stati reintrodotti principalmente negli habitat forestali, dove non trovano cibo a sufficienza specialmente in inverno. Quando escono dalla foresta verso aree agricole alla ricerca di cibo, spesso si trovano in conflitto con le persone del luogo.
Per diminuire il rischio di conflitto e la dipendenza del bisonte dall’alimentazione supplementare, sarà importante creare aree protette che includano prati aperti per il pascolo degli animali.
Dove vive il bisonte europeo
Le più grandi sottopopolazioni si trovano ora in Polonia, Bielorussia e Russia. Attualmente ci sono 47 mandrie di bisonti europei in libertà. Recentente diversi esemplari sono stati rilasciati nella regione del Caucaso, in alcuni parchi dell’Azerbajian, in alcune regioni del Nord della Spagna, Francia e Danimarca, mentre nel 2022 verranno introdotti anche nel Regno Unito.
In Italia sono presenti alcuni esemplari nel Parco Natura Viva di Bussolengo introdotti all’interno del progetto di conservazione rewild europa.
Io stesso nel 2018 ho avuto l’onore di vedere con i miei occhi questi fantastici animali in libertà, nel parco nazionale di Bialowieza in Polonia.
Qui non troviamo solamente il bisonte, ma anche la foresta vergine più antica in europa e tantissime altre specie selvatiche tipiche del nostro continente.
La foresta di Białowieża è un’antica foresta vergine situata lungo il confine tra la Bielorussia e la Polonia, 70 chilometri a nord di Brėst. Essa rappresenta tutto ciò che resta dell’immensa foresta che migliaia di anni fa si estendeva sull’intero continente europeo.Purtroppo la foresta è divisa da una rete che rappresenta anche il confine dell’Unione Europa con la Bielorussia.
Gli esperti hanno cercato di far rimuovere la rete così da facilitare gli spostamenti degli animali tra le varie porzioni di foresta, ma purtroppo questo non è ancora avvenuto.
La parte più facile da visitare ovviamente è la parte europea in territorio polacco.
Quel che è certo è che se vuoi vedere con i tuoi occhi come era l’Europa continentale prima dell’arrivo di città, strade e campi coltivati, il parco polacco di Bialowieza è il posto perfetto.Diventato parco nazionale nel 1932 e Dichiarato patrimonio Unesco dal 1979, il Parco Nazionale di Białowieża è uno dei piu antichi parchi nazionali d’Europa ed ospita una delle popolazioni più grandi di bisonte europeo.
Oggi il parco occupa una superficie di 105 km², 47 dei quali sono considerati “area severamente protetta”, costituendo così 1/6 della parte polacca della foresta.
Per visitare l’interno del parco è obbligatorio affidarsi ad una guida ufficiale, mentre per avvistare i bisonti ti dovrai svegliare molto presto e aggiungerti ad uno dei vari tour naturalistici che partono all’alba.
Durante le prime ore del mattino è infatti più facile avvistare i bisonti che lasciano la foresta per avventurarsi nei pascoli circostanti.
Vantaggi economici della conservazione
La reintroduzione di bisonti allo stato selvatico in vari paesi europei è una conseguenza legata non solo alle esigenze di conservazione della specie ma anche all’incremento del turismo locale.
Le mandrie stanno cominciando ad attrarre un turismo rurale in zone che non erano per niente frequentate. Turisti e curiosi sono infatti propensi anche a pagare un biglietto per entrare in contatto con questi possenti animali.
Nei paesi dell’est è molto diffusa la caccia a scopo venatorio, che consente l’abbattimento si soli vecchi esemplari e al solo scopo di ricavare fondi utilizzati per il mantenimento delle mandrie allo stato semibrado e finalizzate alla conservazione della specie.