Ciao a tutti ragazzi, io sono Alessandro Nicoletti, biologo marino e fondatore dell’associazione ecologista Keep the Planet e oggi parliamo delle aree marine del mondo.
In due precedenti video/articoli abbiamo parlato dell’importanza delle aree marine protette e la situazione in Italia.
A livello mondiale, come siamo messi a conservazione marina?
Ne parliamo qui, guarda il video o leggi l’articolo:
Oltre il 70% della superficie terrestre è costituito da oceani, composti da ecosistemi molto diversi tra loro e che offrono una vasta gamma di servizi a supporto della società umana, della salute e dell’economia.
Il legame ancestrale tra uomo e mare che si rinnova generazione dopo generazione in uno speciale equilibrio che è purtroppo minacciato dall’avidità del capitalismo della crescita infinita.
Non a caso, oltre il 90% degli stock ittici sono sfruttati al loro massimo biologico e necessitano di attività di conservazione.
Oggi più che mai con una popolazione in costante crescita, dobbiamo saper gestire le risorse marine per garantire il futuro di uomini e natura.
Quante aree marine protette ci sono in acque internazionali
Come possiamo vedere da questa figura, nel mondo esistono più di 17.000 riserve marine che proteggono il 7,44 % degli oceani, mentre le riserve integrali coprono il 2,47% dei mari internazionali.
Gli oceani e i mari possono essere suddivisi in aree situate all’interno della giurisdizione nazionale dei singoli paesi, dette anche Acque nazionali o territoriali e in acque internazionali.
Queste ultime rappresentano il 61% della superficie marina, mentre il restante 39% sono le acque territoriali delle varie nazioni mondiali.
Dal grafico vediamo inoltre che circa il 7% delle acque territoriali rientrano all’interno di aree marine protette, mentre solamente l’1,18% delle acque internazionali sono protette.
Dati che sono in crescita rispetto al passato, ma che non sono ancora sufficienti per garantire la piena sostenibilità delle attività di pesca internazionale.
La comunità scientifica è concorde che per garantire la salute degli oceani, dobbiamo proteggere almeno il 30% dei nostri mari, entro il 2030, cifre che indicano che dobbiamo più che triplicare l’estensione attuale delle aree marine protette.
Diversi report di varie università ed enti di ricerca sono stati già presentati presso le Nazioni Unite per supportare questa tesi.
Proteggere il 30% del mare
Uno di questi, denominato 30×30 a Blueprint for Ocean Protection e presentato grazie alla cooperazione tra Università di Oxford, York e l’associazione GreenPeace dimostra chiaramente come la protezione di almeno il 30% degli oceani possa garantire un’efficace azione di conservazione.
Lo studio si basa su dati biologici, oceanografici e socioeconomici, come le distribuzioni di squali, balene, monti marini, fronti oceanici, pozzi, siti di riproduzione di specie marine e altre variabili fondamentali per il sostentamento degli ecosistemi oceani.
Una rete di aree marine protette situate in luoghi chiave connesse tra di loro per aumentare la resilienza ecologica e per promuovere la connettività dei rifugi attraverso corridoi ecologici che garantiscono la mobilità della fauna.
I risultati di questo rapporto mostrano che è possibile progettare un rete ecologica rappresentativa a livello planetario di alto mare protetta per affrontare la crisi che affronta i nostri oceani e consentire la loro ripresa.
La necessità è immediata e i mezzi prontamente disponibili.
Tutto ciò che è richiesto è la volontà politica.
La complessità della vita marina è in pericolo e ha bisogno di protezione immediata.
La conservazione marina per la sostenibilità
Nonostante moltissime persone non si siano mai immerse sotto la superficie marina, qui sotto troviamo uno scrigno di biodiversità fatto di barriere coralline, montagne sottomarine, foreste di piante marine, habitat unici che da migliaia di anni supportano la vita di noi umani.
Non solo risorse ittiche e cibo, i mari internazionali sono infatti un’enorme bacino di cattura dell’anidride carbonica derivante dalle attività umane, senza questo servizio essenziale, la nostra atmosfera conterrebbe il 50% in più di anidride carbonica e il mondo non sarebbe più idoneo alla sopravvivenza della quasi totalità delle specie terrestri.
Nonostante l’importanza della salute degli oceani, abbiamo visto che solamente il 7% è in qualche modo tutelato e protetto da leggi nazionali e internazionali. Una situazione che deve cambiare velocemente.
La grande sfida è rappresentata dalla difficile cooperazione tra stati perché sono proprio le acque internazionali ad aver bisogno di maggiore tutela ambientale.
Le minacce che devono affrontare questi ecosistemi contro un ristretto numero di nazioni ricche che hanno le tecnologie per farlo non si limitano alla pesca eccessiva e all’inquinamento, ma anche all’emergente industria mineraria e petrolifera dei fondali marini che si spingono sempre più distanti dalle coste e in profondità per la ricerca di materie prime da sfruttare.
Il mondo ha bisogno di uno strumento internazionale giuridicamente vincolante per consentire la protezione degli habitat marini al di fuori delle giurisdizioni nazionali.
I singoli stati hanno capito che serve proteggere le proprie risorse nazionali pena il collasso di interi servizi e settori supportati dal mare, quello che serve ora è dare alla conservazione marina internazionale degli strumenti giuridici chiari per affrontare il problema con un respiro internazionale.
Esemplari sono le ultimissime immagini arrivate dall’arcipelago delle Galapagos letteralmente circondato dalle navi di pesca industriali cinesi che minacciano l’integrità ecologica della zona.
Detto ciò, ma quali sono le aree marine protette più grandi al mondo.
Aree marine protette internazionali
Come vediamo da questa immagine, il primato aspetta alla riserva marina situata nel Mare di Ross, in Antardide.
La regione del Mare di Ross è uno degli ambienti più incontaminati al mondo. La sua catena alimentare composta da tutti i livelli trofici fino ai top predator come squali e orche ne è la prova.
Questi luoghi hanno una rilevanza ecologica unica al mondo, qui infatti troviamo nei vari periodi dell’anno specie simbolo come il pinguino imperatore, le orche e alcune specie marine rare e vulnerabili come le spugne uniche che vivono fino a 500 anni.
Le incredibili risorse dell’Antartide attirano una miriade di personaggi senza scrupoli che mettono il denaro davanti a tutto, fortunatamente, qui, in questo lontano angolo del pianeta, tutto questo per il momento non è possibile.
Per trovare la seconda area marina protetta per estensione dobbiamo risalire verso nord, in Pacifico, alle Cook Islands.
Creata nel 2017, il parco comprende atolli, isole vulcaniche e calcaree, e varie spiagge sabbiose.
Qui troviamo oltre 136 specie di coralli, 600 specie di pesci e 21 specie di cetacei tra balene e delfini.
All’interno della riserva trovano rifugio tre specie di tartarughe marine minacciate di estinzione, nonché alcune specie di tonno molto sfruttate a livello commerciale.
L’area marina protetta di Marae Moana ospita anche cinque specie di squali di barriera e undici specie di squali pelagici.
Terza area marina protetta per estensione è la Riserva naturale nazionale dei territori australi francesi, situata nell’Oceano Indiano e che copre un’area grande come la Francia.
Qui risiede la più grande comunità del mondo di uccelli marini con oltre 50 milioni di esemplari, cui si sommano pinguini, balene, gabbiani, procellarie giganti, elefanti marini.
Proteggere il mare significa proteggere noi stessi, il nostro futuro e quello delle specie animali e vegetali che vivono su questo fantastico pianeta.
Bene, per oggi è tutto, se ti piacciono i video di divulgazione ambientale, mi raccomando iscriviti al canale.
Ciao.